03. -Ottime ripetizioni

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"L'hai almeno letta?" Tolgo il telefono dalle sue mani e lo tengo io.
Lui sorride beffardo e poi scuote la testa.
"Perché devo studiare una cosa che poi dimenticherò?"
"È la stessa domanda che mi faccio anch'io." Prendo la pagina iniziale del capitolo e lui sbuffa, si passa la mano tra i capelli e si lecca le labbra.

Alan si avvicina al libro e a voce alta molto lentamente legge il paragrafo sulla pagina.

La scuola ha deciso di fare dei corsi di recupero durante le ore di lezione in modo da far recuperare i bocciati, è stato lui a scegliere me dato che gli altri candidati erano secchioni o gente che preferisce aprire un libro durante il fine settimana.
Io non mi sono ritirata mica!
Se Alan riuscirà a fare gli esami ricavando voti sopra la sufficienza, la mia media raggiungerà il 9.
E il 9, è un obbiettivo che va assolutamente raggiunto.

"Non ho capito questo pezzo." Dice, avvicino il libro a me e leggo il pezzo.

Mi acciglio confusa.

Rileggo per la seconda volta e con la coda dell'occhio vedo che lui sorride divertito, mentre con delle spinte leggere si gira sulla sua sedia girevole.
"Dammi un attimo!" Mi giustifico. Lui alza le mani e aspetta pazientemente la mia spiegazione con un sorriso sotto i baffi.

Noto che guarda il suo orologio Prince.
"Si sono fatte le..." Guarda più attentamente assottigliendo gli occhi "Le 9 di domani, allora?" Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
"Se non riesco a capire un pezzo su un capitolo di 32 pagine non ti metterà mica l'insufficiente." Cerco di difendermi.
Mi imbroncio e appoggio la schiena sulla spalliera.

"Se partiamo litigando e senza capire alcuni paragrafi, siamo sulla buona strada per prendere un 3 e mezzo." Dice lui. Batto il piede a terra e il nervoso mi arriva al cervello.
"Il problema grande è litigare. Mica quello di non riuscire a comprendere un pezzo di cinque righi." Lui resta calmo e questo sua atteggiamento richiama in me molta rabbia.

Caccio respiri profondi mentre lui mi guarda più confuso che mai.
"Impiegheremo il doppio del tempo, ma se iniziamo così magari nessun prof si lamenterà." Afferro il suo portatile e lo guardo.
Lui ride sarcastico, ma nel momento in cui i suoi occhi incrociano la mia espressione seria, il suo sorriso si spegne. Completamente.
"Non avrai mica intenzione di fare un Powerpoint." Indico il laptop, lui mi guarda preoccupato in uno scatto felino afferra il cellulare.

"Cazzo Alan! Non fare il ragazzo immaturo, spegni quel cellulare e prova a studiare almeno metà capitolo." Fa un sospiro come per prendersi di coraggio e inizia a leggere.

In pochi minuti riesce a leggere tutto il capitolo, senza dire nulla e ne tanto meno darmi spiegazioni, afferra il suo portatile.
Apre l'app per fare i Powerpoint e inizia il suo lavoro con immensa noia stampata sul volto, al contrario mio, che è pieno di stupore.

Si gira per leggere la pagine e nota la mia espressione.
"Non avevi detto tu di fa-" Lo zittisco e con un gesto lo invoglio a continuare.
"Lo faccio ad una condizione." Mi metto comoda a quella memorabile frase e lo ascolto.

"Io scriverò tutto quello che secondo me è importante e tu lo aggiustarai rendendolo più bello e studiato con più attenzione." Anniusco e mi avvicino di più a lui leggendo quello che scrive.

Che strano, eppure non sembra essere uno di quei ragazzi a cui la scuola non importa.
Il linguaggio e i vocaboli che usa nelle sue pagine sono rari e le frasi sono ben strutturate.

Mentre con un evidenziatore verde pastello e una matita sottolinea alcune cose importanti da scrivere, le rilegge ad alta voce spiegandole così da poterle ricordare meglio.

In questo momento la persona ad essere stata rimandata non è lui, ma io.
Sono qui ferma a fissare lui che scrive e ripete.

"Posso leggere?" Alza il volto dal libro e annuisce sollevando di poco i suoi occhiali.
Sorrido lievemente e leggo le tre slide.
Nervosamente si passa una mani tra i capelli e fa schioccare in rumore dalle sue dita.

"Perché ti sei fatto bocciare?" Lui schiude le labbra come se questa domanda fosse qualcosa di segreto.
Fa spallucce. "Professori che non vanno d'accordo con gli alunni." Mi liquida.

"Hai delle potenzialità ottime. Hai avuto qualcosa che non ti è andato giù in questo periodo?"
"Cazzo, ti ho detto che i soliti litigi con i professori e la condotta bassa hanno causato la mia bocciatura!" Sbotta incazzato.
Con respiri lenti cerca di calmarsi mentre continua a fare il suo Powerpoint.

Mi accorgo che a causa del nervosismo non riesce a cancellare una parola sbagliata.
"Fottutissimo Powerpoint!" Smanetta contro l'aggeggio e solo dopo qualche secondo riesce a mettere in sesto quell'enorme paragrafo.

Appoggio la testa sulla mia mano e lo fisso mentre con il nervoso alle stelle cerca di concentrarsi. Fa dei respiri profondi con la mascella serrata e tiene lo sguardo fisso sul computer.

La mia domanda era così irritante?

Il silenzio regna nella stanza già da un dieci minuti e cerco di smorzarlo creando rumori strani.
Come battere la penna sul tavolo.

"Mi spieghi cosa ti prende adesso?" Dico d'un tratto.
"Nulla." Mi liquida con tono sufficiente, continua indifferente il suo Powerpoint mentre schiaccia rumorosamente i tasti del suo portatile.

"Smettila di fare così, dimmi che dovrei fare per non farti rispondere a monosillabi.
Twerkare o spiegarti tutto il libro senza vestiti?" Sbotto.
"L'ultima è molto allettante." Sorride, si rilassa e sta zitto.
Continua il suo compito e sospiro esausta.

"Non ho fatto nulla, non vedo il motivo per cui tu sia così nervosa." Mette le mani giù e finalmente mi da un pó di attenzione.
"È proprio quello che mi infastidisce, che tu non faccia nulla."
"Dimmi che dovrei fare per non farti infastidire." Imita il mio tono prendendomi per il culo.

Afferro il libro con l'intenzione di fargli male, ma fallisco miseramente, perché riesce ad afferrarlo benissimo e a togliermelo dalle mani.
Resta seduto a fissarmi e tiene il libro stretto a se.

Con il piede riesce ad afferrare la mia sedia girevole e ad avvicinarmi a lui.
"Sei davvero stupida se hai pensato di colpire tutto questo con un libro." Indica il suo corpo, muscoloso e robusto.
"Sei fatto di ferro?"
"Può darsi."
"E allora non sei abbastanza per considerarti tale." Con un tono provocatorio e un sorriso malizioso, appoggio due dita sul suo ginocchio come se fossero due gambe e lentamente salgo fino ad arrivare alla coscia.

Lui sorride divertito e stringe la mia mano.
"Sei molto indecisa. Prima ti incazzi per qualsiasi stupidaggine e poi..." Si avvicina fino a sentire il suo respiro calmo sul mio viso.
Rimane qualche momento fermo con le labbra schiuse davanti alle mie e poi parla. "Chissà cosa t'immagini a voler fare con me."

Lascia la mia mano e si alza.
"Ho finito il Powerpoint, cambia i font e rendilo più professionale." Dice mentre pian pian si allontana sempre di più fino ad uscire dall'aula.

Stronzo.

The change [COMPLETA] ||Geôlier.Where stories live. Discover now