30. Roma Roma Roma

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"Sei un genio Irene, lasciatelo dire" Sbatto le mani sul volante sbuffando, continuando a guardare le infinite code di macchine incolonnate che mi circondano. Effettivamente potrei aver sottovalutato la questione 'Stadio' e il conseguente traffico per arrivarci. Vorrei tornare indietro ma, com'è facilmente capibile da chiunque abbia un minimo di cervello in più di me, anche questo è impossibile, così come procedere in avanti. Vedo molte auto uscire dalla carreggiata per parcheggiare in posti assurdi e poco ortodossi ma non è da me, perfezionista come sono, perciò rimango ben centrata in strada in attesa che quest'incubo finisca.

Charles 🦋🖤
Allora, bello lo stadio?

Non lo so, però posso dirti quanto sono belle le macchine che vi stanno andando

È il karma baby
IL KARMA

Sai dove puoi andare Charles?
Ecco vacci ora.

Poso il telefono in borsa odiando ancoda di più quel dannato ragazzo che ora sarà beatamente sdraiato sul nostro divano a ridere di me. Ci metto ancora più di mezz'ora per fare pochi metri quando, finalmente e come un regalo del tutto inaspettato, un parcheggio libero compare al mio fianco. Forse il karma esiste per davvero.
Arrivo all'ingresso e devo ammettere che l'Olimpico dal vivo rende molto, ma molto di più rispetto alle foto di internet; mostro il mio biglietto, fortunatamente prenotato su internet, e cerco di capire come orientarmi all'interno di questo colosso. "Serve una mano?" Mi volto capendo che la domanda è rivolta a me e mi ritrovo davanti un gruppo di quattro persone, evidentemente romane visto l'accento, che cercano di aiutare un'anima spaesata "Si vede così tanto che non so cosa fare?" Chiedo ridendo e il ragazzo di prima annuisce "Dammi il biglietto" Gli passo il cellulare mostrandogli quanto richiesto "Bè ma basta che ci segui, hai il posto dietro al nostro!" Gli sorrido cordialmente riprendendo possesso del mio telefono e allungando la mano per presentarmi "Comunque piacere, Irene" A loro volta si presentanto molto simpaticamente e dando proprio l'esempio dello stereotipo di cittadino romano: Federico, il ragazzo che mi ha parlato, Giovanni, Luca e Sofia.
"E dimmi, cosa ci fa una ragazza tutta sola e poco romana allo stadio?" Mi domanda l'unica femmina del gruppo avvicinandosi a me "Non lo so nemmeno io effettivamente" Scoppia a ridere per poi voltarsi a parlare con gli altri ragazzi di qualcosa a me non familiare.

Irene's story

Roma Roma RomaCore de sta cittàUnico grande amoreDe tanta e tanta genteChe fai sospirà

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Roma Roma Roma
Core de sta città
Unico grande amore
De tanta e tanta gente
Che fai sospirà

La voce di Venditti risuona dagli spalti più alti al campo facendo cantare non solo i tifosi veri ma anche chi, come me, è semplicemente innamorata di questa magia. La partita è andata bene, la Roma ha vinto e io ho una compagnia con cui cenare questa sera.
"Allore Irè dicci, di dove sei? Perché sicuramente non vieni da qua" Sorrido a Federico mentre addento il mio hamburger "Montecarlo" Rispondo senza pensarci, ormai la considero casa e mi viene naturale dire di venire da lì piuttosto che da Milano o Monza "Montecarlo?!" Praticamente gridano in coro Giovanni e Luca "Quel posto da ricconi?" Domandano facendomi sorridere "Già, effettivamente anch'io l'ho sempre etichettato così" "E come mai vivi là?" Continua con le domande, più che lecite, Sofia "Il mio ragazzo è monegasco quindi penso sia naturale" Faccio spallucce mentre mi ripulisco dalla salsa rimastami sulle dita una volta finita la cena "E lui com'è? Ferrarino, attico vista mare campo da tennis privato?" Scuoto la testa pensando a quanto questi stereotipi fossero radicati anche dentro di me prima di conoscere Charles e molti altri monegaschi "Ferrari sì, ma non per vanto, appartamento con uno scorcio sul mare e niente campo da tennis!" Annuiscono evidentemente ammaliati dai miei racconti "Ma che ci fa qui una come te?" Torna a rivolgermi la parola Federico, il più pacato della compagnia "Questioni personali, fortunatamente risolte" Mi sorride e ricambio, prima di cambiare discorso e tornare su degli argomenti molto meno imbarazzanti.

Rientrando in albergo mi sento decisamente stanca ma anche rallegrata dalla bella serata, prendo il cellulare per chiamare Charles notando subito un messaggio da parte di Sofia, con cui ci eravamo scambiate i numeri poco prima di salutarci

Sofia Verghera

Ciao bella! Senti parlavo con i ragazzi e ci chiedevamo se domani ti va di fare qualcosa insieme

Ciao, che idee avevate?

Federico gioca a rugby (so che non si direbbe dal suo fisico! 😂😂)
Ti va di venire con noi alla partita?

I miei progetti erano di partire domani mattina e probabilmente Giulia mi ammazzerà sapendo che ritardo, per l'ennesima volta, ma decido di accettare l'invito. Quei ragazzi sono stati estremamente gentili e simpatici e non vedo alcun motivo per cui non passare i miei ultimi giorni di ferie con loro, prima di tornare alla mia vita da pendolare fra Montecarlo e Londra.

L'indomani mi sveglio assonnata, come mio solito, ma allegra, decidendo di sentire se il mio pilota preferito è del mio stesso umore

"Pronto, sto parlando con il pilota preferito della signorina Tripoli?"

Domando ironica appena sento la chiamata accettata

"Mi dispiace non sono Daniel Ricciardo ma se vuole posso darle il suo numero"

Scoppiamo a ridere tornando poi 'seri' e parlando del più e del meno

"Allora bambolina, a che ora hai il treno?"

"Veramente non parto più, non oggi perlomeno. Ho incontrato una simpatica combriccola ieri e penso che starò con loro anche oggi"

"Mhm e i tuoi che dicono?"

"Non li ho ancora avvisati ma non penso sarà un problema, Giulia invece..."

"E non può venire lei a Roma?"

Quest'idea non è per niente male, penso, quindi riattacco in tempi brevi la chiamata con Charles per sentire la mia migliore amica e proporle questa 'gita fuori porta'.

Quando la vedo scendere entusiasta dal treno non posso fare a meno che correrle in contro e abbracciarla con forza "Mi sei mancata un sacco Giu!" "Anche tu amore mio" Sorrido quando, separandoci, ci guardiamo come due innamorate separate da troppo tempo.
"Allora dimmi, esattamente cosa ci facciamo qua?" Mi chiede osservando incerta il parcheggio del campo in cui ci troviamo e, soprattutto, il diluvio che il cielo romano ha deciso di regalarci "Ho conosciuto questi ragazzi e sono fantastici, li adorerai" "Ripeto la domanda?" Scoppio a ridere afferrando l'ombrello e aprendo la portiera "Uno di loro gioca a rugby" Lei annuisce con il suo solito ghigno da 'ragazza single in cerca di amore, disperatamente' ed io, come ogni volta, scuoto la testa sorridendo, sperando dentro di me che anche lei trovi il suo Charles.

Irene /Charles Leclerc/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora