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Non fu difficile sistrmare le loro cose.
Semplicemente non ne avevano.

Dongyeol si stese sul letto, fissando il soffitto.

Hwanhee, invece, si sentiva appiccicoso e voleva farsi una doccia.

Problemino...
NON AVEVA NULLA!
Nemmeno un par de mutande...
Diciamo che non ci pensava nemmeno a rimanere come mamma lo ha fatto davanti al maniaco.
Si lamentò rumorosamente.

Come il genio della lampada di Aladino, ecco un domestico entrare con dei vestiti.
"Signor Lee, i vostri abiti" si inchinò in segno di saluto.
"Grazie Bay lou yin" ringraziò il rosa.

Il cinese uscì salutando cortesemente, chiudendosi la porta alle spalle.

Il bagno si trovava in fondo al lungo corridoio.
Le pareti rivestite di mattonelle marroni con venature violacee non stonavano con l'arredamento ligneo.

Hwanhee era seduto sul water e accovacciato sulla bassa vasca da bagno.

Il diciannovenne sentiva i crampi ovunque, quindi tentò di stiracchiarsi.
Non avrebbe creato problemi, vero?

Il più alto non era di questa idea.

"Stai fermo, o ti entrerà il sapone negli occhi" lo avvertì.

Hwanhee piagnucolò.
"Perchè devo tingermi? Brucia come l'inferno!" Si lamentò.

Provò a portarsi le mani sui suoi capelli, ma Xiao le respinse malamente.
"Non toccare" sibilò.
Hee sentiva la schiena dolergli.
"Ma quanto ci vuole?"
"Il tempo che ci vuole: né più né meno." Rispose.

Era più impaziente di un bambino a Natale.

"Pizzica" continuò.

Dongyeol lo schiacciò connil suo peso, lasciandosi "cadere" sulla sua schiena ricurva.
"Ahi!Alzati!" Gridò.

Non lo ascoltava nemmeno, anzi rise.

Lottarono per un pò, poi si fermarono.
Lo abbracciò per fermarlo.

Hee poteva sentire il battito del suo cuore sul retro.
Pum pum.
Pum pum.
Pum pum.

Il contatto durò relativamente poco.
Aveva avvertito un'accelerazione, ma, adesso che si era allontanato, non ne era più così sicuro.

Rimase così: umidiccio e stupito.

Sentì un suono ronzante e una ventata calda sul capo.
Il phone  faceva svolazzare le lunghe ciocche tinte da una parte all'alta

Socchiuse gli occhi per il fastidio.

Le mani di Dongyeol leggere passavano sulla sua cute, districandone i dolci nodi.
Quella sensazione era così piacevole che quasi si addormentò sul water.

Passò un quarto d'ora più o meno.

"Fatto" mormorò spegnendo l'attrezzo.
Alzò lo sguardo e vide lì riflesso un fiume dorato cadere sulla sua fronte in piccole onde.

"Cosa mi hai fatto?!"
Urlò il più giovane.
Si avvicinò repentivamente allo specchio come per cercare conferma.

"Perchè? Stai bene biondo" risose con non curanza attorcigliando intorno al suo palmo il lungo filo nero della presa.

"Perchè?! Perchè?! Sembro mio-"
Non terminò la frase.
Non voleva concluderla.
Ingoiò un rospo amaro.
Xiao, seppur fosse un inetto di prima categoria, aveva capito a chi si riferiva.
"Non ti lamentare.
Sei bellissimo, Piccolo Principe."

Il più anziano si voltò, borbottando l'ultima parte della frase.
Avrebbe potuto giurare di aver visto del rossore sul suo viso.

Gonfiò le guancie per sbuffare.

Lo stomaco di Hwanhee entrò nel più completo subbuglio.
Una raffica do farfalle spiccò il volo, facendo muovere i propri organi interni.
Un vivace rubicondo rosso era spruzzato sulle sue gote lisce.

Si toccò le ciocche calde.
Beh non ci stava così male, no?

Continuò a fissare il proprio riflesso ammirandolo.

Sì, poteva conviverci.

"Ora levati che tocca a me, nano."
Ed ecco che era tornato...

"E come farai da solo?" Chiese con innocenza.
"Ce la faccio. Tranquillo."
Lo mandò via dal bagno, chiudendo la porta dietro di lui.

Dongyeol uscì poco più di un'ora dopo.

I capelli un tempo color zucchero filato ora erano scuri come la pece.
Il taglio più corto  lo faceva sembrare più grande di età, risaltando sulla sua pelle chiara.
Si sistemò la manica del maglione scuro.

Hee rimase così, a bocca aperta, a fissarlo.

"Chiudila che entrano le mosche e non solo" lo derise, ammiccando.

Hee vergognoso prese il cuscino e glielo tirò addosso.

"MANIACO!"

Xiao rise di gusto e poi si buttò sul grande letto matrimoniale, rimbalzando un po'.

Portò il suo sguardo un po' ovunque, notando quanto vuote sembrassero le pareti.
Sospirò.
"È così spoglia... Chissà come starà Chu..." rimuginò il sicario.
Ah, la sua povera Chu!
Ah, la sua collezione di album delle Loona...
Ah, i suoi poster delle Mamamoo!

"È solo un gadget..."
Xiao si girò come la bambina "nell' Esorcista".
"Solo... un... gadget?" Strascicò le parole.
"E tu? Tu sei soli un anti stress,no? Dovrei farti mio con o senza il tuo consenso"
Detto questo lo assalì.
Lo buttò sul morbido materasso, imponendo la sua figura.
"Non provare mai più a dire una cosa del genere... Mai più!"
Si alzò e con un occhiolino uscì dalla camera, chiudendola a chiave.

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Hyunwoo era stanco.
Era irritato.
Era triste.
Hyunwoo non era di certo in forma.

Prese le scartoffie, compilandole di tanto in tanto.

Forti singhiozzi riecheggiarono dalla cornetta.

"S-Shownu..."  piagnucolò miseramente.

"Kihyun?"
Rimase sbalordito.
Lo aveva realmente chiamato?
Dopo tutto aveva capito il suo errore?
No, impossibile. Era testardo come quella megera della madre.
Eppure sentirlo così...
No, non l'avrebbe personato.
Non poteva dargliela vinta un'altra volta e così facilmente.
No, non gli padsava nemmeno per l'anticamera del cervello.
Non era lui quello nel torto.

"S-sai che n-non ti chiamerei m-mai ma..."
La voce sottile tremava quasi compulsivamente.

La fonica metallica entrò nel panico, storpiando le parole.
"Aiutami-"
Scoppiò a piangere.
"Calmati e respira" informò Son, già abbastanza provato dell'intensa giornata.

La persona all'altro capo fece come richiesto.
Soffocò i singhiozzi nel suo petto.
Prese un po' d'aria e diede fiato alla bocca.

"Non troviamo più Changkyun"

Scusate che ci abbia messo così tanto... come state? Come va la quarantena?  È un momento molto difficile, ma ce la faremo.

Grazie per il supporto che state dando alla mia storia. Vi amo.
#iorestoacasa

Dagli errori s' impara... ForseWhere stories live. Discover now