CAPITOLO 22-ammissione al college

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Capitolo 22.

Justin
Qualche mese prima.

Camminavo per i corridoi della scuola cercando di evitare Serena che mi stava pedinando, come se non l'avessi notato.
C'era Amber, Tristan e Ryan vicino al mio armadietto, sorrisi, erano tutti e tre dei buonissimi amici.
"Salve ragazzi, che si dice?" mi intromisi tra di loro.
Amber mi diede un forte abbraccio, Tristan mi sorrise e io e Ryan facemmo una stretta di mano inventata da bambini.
"Stavamo parlando delle ammissioni al college, hai mandato le lettere di ammissione?" chiese Amber.
"Si l'ho fatto, inutile dire che sono cagato sotto. Non supererò mai il colloquio, voglio dire, faccio schifo in tutte le materie"
" Non fai schifo,Justin. Hai solo bisogno di qualcuno che ti aiuti a studiare" disse Tristan.
"Uhmmm, hai qualche idea di chi possa aiutarmi?" la presi per i fianchi facendole l'occhiolino.
Ryan ci divise. " Amico, vacci piano. E' la mia ragazza!"
" Tranquillo bro, ho già abbastanza ragazze con cui andare al letto" alzai le mani in segno di resa.
In tutta onestà Tristan era davvero una bellissima e scopabile ragazza ma non avrei mai mancato di rispetto a Ryan per una ragazza.
"A che college hai fatto domanda, comunque?" chiese Tristan.
"Princeton ma solo per mia madre e la Columbia, dove sogno di andare. E' difficile come scuola, ma allo stesso tempo offre molte cose come ad esempio gli sport. Ci sono tutti gli sport che pratico da bambino, per cui...e tu,Tristan?"
" Io ho fatto domanda per Princeton,nel New Jersey. Ho sempre desiderato andare a questo college. E' il mio sogno fin da bambina, per cui ho fatto domanda solo a questo college qui"
" Io andrò a Yale, credo sia la scuola più fantastica di questo mondo, avevo cercato di convincere anche Tristan, ma niente. Ama solo Princeton. E tu Ryan? Quale college?"
"Anche io a Princeton. Tristan vuole andare lì e io la seguirò sempre. E poi una scuola prima o poi dovevo sceglierla, e Stanford"
La campanella suonò il chè voleva dire che tutti gli studenti dovevano entrare in classe.
Amber mi abbracciò mentre Tristan mi mandò un sorriso, quasi malizioso. O era stata solo una mia impressione.
Qualcuno mi abbracciò da dietro, mi girai- Serena- non pensate a male. Le voglio bene e tutto, mi ascolta quando le parlo, ma qualcun' altro occupa la mia mente nell'89 % e se vi dicessi chi è, non mi credereste mai.
" Pasticcino, come stai?" alzai gli occhi al cielo per lo stupido nomignolo. " Verrai alla festa?"
" Quale festa?" chiesi
"Matt organizza una festa in piscina, sei invitato anche tu e i tuoi tre amici" sorrisi.
Quello sarebbe stato l'inizio di tutto.

Justin
Ai giorni d'oggi.

Dopo l'episodio avvenuto in ascensore nessuno dei due si avvicinò più di tanto. Né tanto meno ci sono stati abbracci, baci, toccatine o anche solo sfioratine.
Dopo quell'episodio avvenuto nell'ascensore capii che non potevo vivere senza di lei. Era tutto per me. La mia felicità. La ragione della mia esistenza, tutta la mia fottutissima vita.
Se non fossi andato a quella festa in piscina, se Serena non mi avesse detto dell'invito ora eravamo tutti amici.
In salone c'era un silenzio imbarazzante. Lei guardava per terra e io sul cellulare, ma era spento, non lo accendevo da quasi tre settimane, né volevo farlo.
" Sei emozionato per domani?" chiese Tristan guardandomi. Sussultai un po'. Non me lo aspettavo.
"Perché? Cosa c'e domani?" chiesi confuso.
" Domani arrivano le lettere di ammissione. Finalmente sapremo a quale college andare" chiese con un po' di emozione in voce. Sorrisi. Era troppo carina. " Wooo, Justin Bieber che sorride?" sorrisi di nuovo e gli tirai una cuscinata.
" Me l'ero dimenticato completamente. Spero di andare alla Columbia. Mia madre mi ha praticamente costretto a scegliere Princeton."
" Io ho sempre detto di andare a Princeton. Voglio dire, è uno dei college più fantastici al mondo"
" Conosco qualcosa di più fantastico e lo sto guardando in questo momento"
Mi lasciai sfuggire. Sgranai gli occhi quando mi accorsi di ciò che avevo detto e lei abbassò lo sguardo. Era ora di andare.
Mi alzai di scatto dal divano- giusto per evitare altre figure- e mi avvicinai alla porta.
"Quindi è meglio che vada, uhm ci vediamo domani, e auguri per la lettera" dissi mentre abbassavo la maniglia della porta.
"Grazie, spero ti accettano alla Columbia. A domani, allora"
Feci per andare via ma mi bloccai di colpo. Mi girai. " Ah e....Tristan?"
" Si?" chiese confusa.
" I preservativi aperti non erano i miei. Non faccio sesso dall'ultima volta che l'ho fatto con te e ne voglio farlo"
" Va bene Justin. Non mi devi spiegazioni...va bene cosi"
Distolse lo sguardo e io decisi che quella era la mia ultima e unica possibilità. Se andava male allora avrei detto addio a tutti, ma dovevo almeno provarci.
Chiusi un attimo gli occhi e feci un respiro profondo. Lei era ancora di spalle e stava per entrare in cucina.
Mi affrettai a raggiungerla e quando la presi per il polso la feci girare. Istintivamente misi le mani ai lati del suo viso e gli lasciai un bacio casto sulle labbra.
Feci per mollare e andare via, ma una sua mano si posò sulla mia nuca come se non volesse che io andassi via. E devo dire fu una vera e propria sorpresa.
Ma purtroppo capii troppo tardi che quello che avevo fatto era sbagliato, perché lei non avrebbe mai scelto me.
Lei, come mi disse a Parigi era innamorata di Ryan e purtroppo e sottolineo purtroppo non c'era nulla che potessi fare al riguardo, perché se fosse possibile comandare il cuore a quest'ora non starei nella sua suite con le labbra incollate sulle sue sapendo che tutto ciò era sbagliato, ma comunque non potevo farci niente.
Avevo due parti dentro di me. Quella razionale e quella irrazzionale. Come nei film quando si vede il diavolo sulla spalla destra e l'angelo sulla spalla sinistra.
L'angelo, ovvero la parte razionale mi diceva che tutto ciò era sbagliato e che avrei dovuto dire basta a quel bacio e andare via, ma senza bere alcolici.
Il diavolo, la parte irrazionale mi diceva di mandare a fanculo Ryan, di mandare a fanculo i miei sentimenti per lei e del fatto che non mi amasse e di fare del buon sano sesso.
Eppure per quanto sorprendente fosse, questa volta vinse la parte razionale e mi allonai da quel bacio ormai privo di emozioni. Non me lo stavo godendo con tutti quei pensieri.
Allontanai la sua mano dalla mia nuca e scossi la testa. " No scusa, basta"
" Perché basta? Credevo era questo quello che volessi...hai detto che ti piaccio" chiese confusa.
" Hai ragione, ho detto che mi piaci non chè dovessimo fare sesso"
A malincuore- perché dovevo ammetterlo, volevo davvero restare con lei- mi incamminai verso la porta.
La sua mano sul mio polso mi fece rigirare. " Perché stai facendo cosi? Ora non sto con Ryan, possiamo fare quello che vuoi"
Scossi la testa. Davvero non ci arrivava? Mi stava offrendo il suo corpo come se fosse una puttana e io non volevo che lo fosse- non che lo era comunque- io volevo il suo amore, non il suo corpo, ma comunque non ci mise niente ad irritarmi.
" Ti consiglio di farti una bella doccia." Feci una pausa. " Anzi, una bella doccia fredda. Schiarisciti le idee e quando avrai capito cosa vuoi veramente fammi uno squillo. Ti saluto"
La liquidai cosi. In fretta. Ne avevo davvero abbastanza delle sue stronzate.
Arrivai in strada e mi ricordai di avere delle sigarette nel giubbino. Avevo completamente dimenticato di averle, non fumavo- se la mente non mi giocava brutti scherzi- da quando avevo accompagnato Tristan in ospedale, da quei bambini.
Così misi la sigaretta tra le labbra e con un accendino di color nero l'accesi. Avevo quasi dimenticato cosa si provasse ad avere tutto quel fumo che ti bruciava la gola. Mi girò per un attimo la testa. Quando non sei un fumatore abituale e fumi una sigaretta dopo tanto tempo-aggiungendoci anche il sospiro- la testa poteva avere dei forti giramenti, ma comunque passò in fretta.
Presi il mio i-phone e l'accesi. Avevo tantissime chiamate da parte di mia madre, Tristan, Amber, Ryan e mio padre. I messaggi erano tutti da parte di Tristan, Serena, Amber e altre mille ragazze di cui non ricordavo- fino a quel momento- neanche dell'esistenza.
Cliccai sul nome Amber <3 e aspettai che rispondesse. Potevo sembrare una femminuccia ritardata ma in quel momento dovevo sfogarmi con qualcuno e ..dato che il mio migliore amico era fottutamente incazzato con me, e la ragazza con cui mi sfogavo sempre era la ragione del mio male non mi rimaneva che parlare con Amber che tra l'altro mi è sempre stata vicina in questo periodo e merita tutto il bene di questo mondo.
" Pronto Justin? Tutto bene? E' successo qualcosa? Oh mio Dio dove sei? Hai bevuto ancora?" ridacchiai.
" Stai tranquilla Amber. Sto bene e sono in strada. Non puoi neanche lontamente immaginare cosa è appena successo"

Non avevo chiuso occhio tutta la notte e per la prima volta dopo settimane intere potevo dire che la colpa non era stata del diavolo con un viso angelico ,gli occhi verdi e dei capelli neri mossi. No.
Oggi, era il giorno dell'ammissione al college. Così, mi svegliai un ora prima-rispetto all'orario normale- ovvero mi svegliai due ore prima dell'inizio delle lezioni.
Uscii fuori ancora in pigiama e andando vicino la casella dalla posta, presi la busta gialla.
Entrai dentro e prima di aprirla feci un respiro profondo. Presi il coltellino e piano piano aprii la busta. Mi bastarono le prime righe.
" Allora, vediamo un po''. Respirai di nuovo. " Congratulazioni signor Justin Bieber, è stato ammesso bla bla bla bla Columbia"
Sgranai gli occhi e feci un sorriso, uno di quelli veri. Presi subito il telefono di casa e chiamai mia madre. " Justin, cosa succede?"
Buongiorno anche a te. Ugh.
" Mamma, sono stato ammesso alla Columbia"

Dopo parecchie settimane andai a scuola- anche se era solo il secondo giorno- con il sorriso stampato in volto.
Non solo ieri avevo avuto la forza di dire no a Tristan, ero stato ammesso a uno dei College più prestigiosi di New York.
Avvistai Amber con Alex e Tristan. Mi avvicinai. Amber mi vide per prima e mi saltò in braccio non appena vide che stavo sorridendo. " Dimmi che c'e l'hai fatta, dimmelo"
" C'è l'ho fatta Amber, andrò alla Columbia e tu?" chiese sorridendo.
" Sono in lista d'attesa. Ma spero davvero di farcela" sorrise un po'.
L'abbracciai. " C'e la farai, io lo so. E tu?" mi rivolsi a Tristan, non se lo aspettava perché la colsi in flagrante.
Annuii.. " Sono stata ammessa a Princeton" l'abbracciai di scatto. " E' favoloso" dissi.
Non me ne fregava un cazzo della discussione di ieri, era una bella cosa per cui l'abbracciai.
Intravidi Ryan, da solo su un muretto. " Scusate un attimo" le salutai.
Mi avvicinai a Ryan. Quando mi vide alzò gli occhi al cielo e si alzò. " Che diavolo vuoi?"
" Oggi ci sono stati le ammissioni. Volevo sapere com'era andata."
" Perché? Così puoi fotterti la mia ragazza ogni qualvolta che vuoi?" urlò e qualcuno si girò.
" Porca troia Ryan" urlai anche io. " Sei il mio migliore amico, mi importa di te"
" Beh a me no ok? Non voglio sapere più un cazzo di te, tanto meno tu devi sapere i cazzi miei. Ti voglio fuori dalla mia vita"
Mi irritai tantissimo.
" Vaffanculo Ryan. Ho sbagliato ok? Ho sbagliato ad andarci a letto insieme, ma non posso farci niente cazzo, mi dispiace se mi sono innamorato della tua ragazza"
Sgranò gli occhi e anche io. Cazzo. Lo avevo detto.

Okay vi ho già annoiato prima quindi ora sto zitta.
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SPOILER:
" Quindi preferiresti perdere me, piuttosto che gli altri?" chiese in un sussurro e mi sembrò per un nano secondo di vedere un luccichio nei suoi occhi.
Ma la risposta sembrava più che ovvia-nonostante fosse una grandissima bugia. " Sì "

Heartbreaker❤️. ||Justin BieberWhere stories live. Discover now