soldatini di plastica

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Irene's pov

"Nelson!" 

Gli occhiali di Frank volano per terra. Si porta si entrambi le mani al viso, davanti al naso dolorante. Tento di avvicinarmi a lui, ma prima che possa fare qualsiasi cosa, si scaglia con forza verso Nelson. La sua mano lo colpisce in pieno viso e lui si copre la guancia con la mano. Mi avvicino a lui e vedo il rossore di uno schiaffo sul suo viso.

"Non è niente..." inizia lui. Mentre parla, Frank inizia ad uscire dalla sala. Nelson lo segue immediatamente.

"Nelson, aspetta!" tento di fermarlo, mentre tento di stare al suo passo. 

Una volta sul marciapiede, vedo Nelson dare una spinta a Frank. 

"Ragazzi!" continuo a tentare di separarli, ma invano. Si spingono e si urlano parole incomprensibili. Lo scontro continua, finché Frank non alza il braccio contro Nelson, la mano è serata in un pugno. Vorrei fermarlo, ma mi rendo conto che qualsiasi cosa facessi sarebbe inutile. La mano lo colpisce inesorabilmente. 

"Fermi!" Frank ripete l'azione una seconda volta.

Quando vedo le nocche sfiorargli il naso, chiudo istintivamente gli occhi. Sento un colpo secco e un gemito di dolore.

Quando riapro gli occhi, Nelson è sul marciapiede, gli occhiali rotti in due parti accanto a lui e la mano appoggiata sul naso, colorata di un rosso intenso. Mi avvicino preoccupata e mi inginocchio accanto a lui. 

"Nelson..." tossisce e quando alza la testa per guardarmi, vedo un livido scuro che gli circonda l'occhio sinistro. Mi volto verso Frank. E' in piedi davanti a noi, che ci guarda con sguardo concitato. Ha il respiro affannato e la mano tremante. Indietreggia lentamente fino a voltarsi ed andarsene, in silenzio. Torno a guardare Nelson.

"Aspetta..." lo aiuto a mettersi seduto. Frugo nella borsa, in cerca di fazzoletti e lo aiuto a pulirsi il sangue dal naso. Quando gli sfioro la zona attorno all'occhio, ritrae indietro la testa improvvisamente. 

"Ti fa male?" gli chiedo. Lui annuisce lentamente. "Scusami..." allontano le mani dal suo viso e le poggio sopra le ginocchia.

"Non è colpa tua." mi conforta lui. "Me la sono cercata..." dice, ridendo leggermente.

"Non avresti dovuto..."

"Lo so." mi interrompe lui. Resto in silenzio a guardarlo per qualche secondo. Il sangue continua a colargli dal naso e ha l'occhio semichiuso. Raccolgo le due parti rotte degli occhiali accanto a lui e le poso nella borsa.

"Vieni, dai, ti aiuto ad alzarti." Lo prendo per un braccio e lo faccio tenere da me per tenersi in piedi. All'inizio barcolliamo un po', poi riesco a trovare l'equilibrio per farci camminare. 

"Che si fa adesso?" mi chiede. Mi guarda negli occhi, in attesa di una risposta.

"Andiamo a casa." rispondo senza indugio. Non ne sono sicura, ma mi sembra di vedergli spuntare un lieve sorriso da sotto i baffi.

Nelson's pov

 "Ahia!" esclamo, mentre Irene tenta di poggiare la busta del ghiaccio sul mio viso.

"Abbi pazienza, devi tenerlo per un po'." mi rimprovera lei. Prendo controvoglia la busta gelida dalle sue mani e la tengo sull'occhio per un po'. 

Mi trovo sul letto di camera mia, la schiena appoggiata sui cuscini. Irene è seduta accanto a me e mi guarda con attenzione.

"Va un po' meglio?" mi chiede, speranzosa.

"Sì." le rispondo. "Grazie a te."

Mi sorride timidamente, prima di alzarsi.

"Vado a preparare qualcosa per stasera." dice.

"Vengo ad aiutarti." tento di alzarmi, ma lei mi ferma immediatamente.

"Neanche per sogno!" si dirige verso la porta. "Tu resta qui, e prova a riposarti, per una volta..." Mi dice queste cose sorridendo. Fa per uscire dalla porta e prima di arrivare in corridoio, si ferma.

"Per qualsiasi cosa, chiamami." E se ne va.

Come Stelle ad agosto || rovere ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora