Capitolo 10 - Controllo

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Quando riaprì gli occhi era di nuovo nella sua stanza. Aveva di nuovo fattezze umane ed era vestita, il sole era già alto. Il malessere generale non era del tutto scomparso, continuava vagamente ad aleggiare subdolo, ma non si sentiva più in fiamme, era già un inizio. Aveva qualcosa di appiccicoso sulle labbra. Si portò una mano alla bocca e inorridì quando vide delle chiazze rosse sui polpastrelli. Corse in bagno e si guardò allo specchio: da sotto il naso fin quasi al mento era tutta sporca di sangue rappreso. Sembrava che fosse stato leggermente tamponato, ma l'alone rossastro non era svanito. Si artigliò al lavabo, spaventata. Non sapeva cosa ci fosse nel suo stomaco, ma in preda all'agitazione e al disgusto le sue interiora avevano fatto le capriole, costringendola a piegarsi in due sul water e a vomitare tutto quanto. Rimase in quella posizione per un'eternità, finché qualcuno non arrivò a sollevarla. 

- Ehi, ehi, tranquilla, va tutto bene. 

Era Nick. Istintivamente Lexie si divincolò, si liberò dalla sua presa delicata e si trascinò con gambe e braccia in un angolo. 

- Stai lontano da me! Lasciatemi in pace! 

Lui sembrò non ascoltarla e le si fece più vicino. 

- So che sei spaventata, lo capisco. - continuò - È normale che tu ti senta così adesso, ma non vogliamo farti del male. Lo capisci, vero? Noi siamo qui per te, ti aiuteremo. 

Sentire Nick parlare in un tono così dolce rispetto al suo solito modo sarcastico e spaccone le fece pensare di essere finita in un mondo parallelo o di non essersi mai svegliata. Se fosse stato tutto un incubo generato dal suo rimorso per la tentata ribellione avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo, ma in cuor suo sapeva che non era così. Il dolore che aveva provato era stato fin troppo reale per essere una semplice visione. 

- Prima ... quando ti sei ritrasformata dopo un paio d'ore ho dovuto rivestirti, non eri in grado di farlo da sola. Non rispondevi, sembravi quasi morta. Ci siamo tutti preoccupati, così ero venuto a controllare ...

- ... che lo fossi davvero?! - sbraitò lei, portando sempre di più le ginocchia al petto. 

- Lexie ... 

- Che cosa dovrei fare adesso?! - singhiozzò - Come farò con ... la scuola, i miei amici ... 

- Troveremo una soluzione, vedrai. 

Appoggiò la fronte sulle ginocchia, lasciando che i capelli le coprissero completamente il volto come una tenda. Non aveva finito le lacrime da versare. Nick non si arrese. Andò verso l'armadietto e prese un piccolo asciugamano bianco, lo inumidì con un po' d'acqua poi si chinò su di lei. 

- Il sangue ti ha turbato, vero? Non hai ferito né ucciso nessuno, se è questo che ti stavi domandando. 

Lexie non si mosse e non fiatò. 

- Mio padre ed io siamo semplicemente andati a caccia e ti abbiamo portato un fegato di cervo nella gabbia, per iniziarti al sapore della carne cruda. Lo hai divorato quasi subito, sei stata brava e hai anche mantenuto la trasformazione a lungo, non male per un Neo-nato. 

- Nick ... ? - Lexie aveva alzato la testa, mostrandogli gli occhi bagnati.

- Uh ?

- Toglimelo, per favore. 

Un angolo della bocca di lui si alzò. Con delicatezza le strofinò il viso finché le tracce rossastre non scomparvero, con l'aiuto di un po' di sapone. 

- Va meglio?

Lei annuì. Quel ragazzone infondo aveva un cuore d'oro, l'aveva capito da un pezzo. 

- Posso ... posso chiederti una cosa? 

Into the Den - LA SAGA DI STONE HALLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora