Capitolo 3 - Nuovi incontri

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La mattina seguente, quando  Lexie si alzò, la casa era avvolta nel silenzio. Non sentiva nessuno muoversi al piano di sotto, dove erano la maggior parte delle camere da letto. Non si sentiva chiacchiericcio. Nemmeno acqua corrente dal lavabo del bagno. Nulla. Non che la cosa le dispiacesse, ma le parve alquanto insolito. In una casa piena di persone avrebbe dovuto esserci un minimo di confusione, specie a quell'ora. Scese dal letto, s'infilò i calzini e risistemò il letto alla bell'e meglio prima di imboccare le scale. Giunta nell'atrio sentì un odore decisamente invitante, che le penetrava le narici. Seguì la scia odorosa, che ovviamente la condusse in cucina. Nick era in piedi davanti ai fornelli; aveva una canotta bianca dal giro manica larghissimo e dei pantaloncini grigi. Era scalzo, nonostante il pavimento fosse freddo come un blocco di ghiaccio. 

- Buongiorno - le disse, posando sul tavolo un piatto color verde salvia pieno di pancake. Poco più in là ce ne era un'altro identico, ma ricolmo di bacon fumante. Lexie ricambiò il saluto senza troppo entusiasmo, memore del comportamento di lui la sera prima. Si sedette al posto che aveva ormai fatto suo, all' estremità della panca che dava sulla porta del cortile e si guardò intorno. 

- Torneranno a momenti.Sono andati tutti a correre. Lo facciamo sempre.  - disse Nick, che evidentemente aveva notato la sua perplessità. 

- E tu come mai sei qui, allora ? - 

Non avrebbe dovuto dirlo in quel tono strafottente, ma lo fece. Lui non reagì in alcun modo a quell'aggressione. Forse perché sapeva di meritarselo o forse non aveva abbastanza energie per discutere di prima mattina. La seconda le parve più probabile.

- Vorrei chiederti scusa per ieri - esordì Nick, con gli occhi bassi, fissi sulla padella arroventata in cui stava formando una frittella. Lexie si sentì improvvisamente in colpa. Era stata davvero insensibile. Lui si stava sforzando di mettere da parte il suo orgoglio e la sua arroganza e lei per tutta risposta lo aveva aggredito. Avrebbe voluto subito dirgli qualcosa, ma lo lasciò continuare.- So di essere insopportabile, a volte, e ancora non ci conosciamo bene, perciò ... ti sarò sembrato davvero uno stronzo. - Sì, decisamente , pensò. Ma questo non glielo disse mai. - Le mise in un piatto l'ultimo pancake che aveva fatto, caldo e profumato. 

- Che significa ?

- E' la mia offerta di pace. 

- Ma ... non posso mangiare se Jeremy non c'è, giusto ? Math mi ha detto che ...

- Jeremy non si offenderà. Se hai fame mangialo pure. Fermati lo stomaco, mentre aspetti che arrivino. 

- C'è del caramello ? O dello sciroppo d'acero ... ? - chiese Lexie, timidamente. 

- Entrambi, credo. 

Nick aveva appena cominciato a cercarli sugli scaffali a muro, quando la porticina si aprì ed entrarono tutti. 

- Accidenti ! Dovremmo estrarre sempre Nicky per preparare la colazione ! Sentite qua ... !!! - commentò entusiasta Pete, i capelli rossi scarmigliati e la fronte lievemente imperlata di sudore, il naso all'insù per catturare i fragranti aromi della colazione.  

- Ragazzi, sarà meglio che vi andiate a rinfrescare un po' o questo posto diventerà una camera a gas - disse Sal in tono scherzoso, facendo ondeggiare una mano davanti alla faccia. Lexie dovette tapparsi la bocca per non ridere ed evitare di sembrare poco rispettosa. Jeremy le poggiò una mano sulla spalla, mentre si sedeva a capotavola vicino a lei. 

- Buongiorno. Spero tu abbia dormito bene. - le parlò col suo affabile sorriso storto. I capelli scuri leggermente umidi gli ricadevano sui lati del viso, e la luce che filtrava dalle finestre li faceva quasi risplendere.

Into the Den - LA SAGA DI STONE HALLWhere stories live. Discover now