Capitolo 16 - Di ricordi e paure

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Il risveglio non fu piacevole. Il dolore alle spalle si irradiò fino alla punta delle dita. Aveva come la sensazione che ogni nervo fosse esposto e che qualcuno gli stesse immergendo le braccia in una tinozza di acqua gelida ogni pochi secondi. Trattenne un gemito mentre tentava goffamente di mettersi a sedere sul letto senza sforzare i muscoli ammaccati. Non ci riuscì, ovviamente. La schiena nuda scivolò giù lungo la testiera a sbarre, il freddo gli procurò un brivido fastidioso. Sospirò, rassegnato, e lasciò che il suo corpo sprofondasse di nuovo sotto le coperte. Solo in quel momento si rese conto di non essere solo. Spossato dalle fitte e con gli antidolorifici ancora in circolo vide confusamente una figura minuta che stava con la testa poggiata sulle braccia incrociate, una cascata di capelli corvini coprivano in parte il volto languido. Per qualche istante smise di respirare, come a non voler turbare quella dolce quiete in cui la ragazza era immersa. Il suo primo istinto fu quello di allungare una mano e sfiorarla. Le dita gli tremavano. Ritrasse la mano, incerto. L'infermeria a poco a poco scomparve, il suo campo visivo era ridotto ad un cono e al centro, sfocata e indefinita, stava Lexie, la sua Lexie... 

Mio Dio, Aileen... quando dorme ti somiglia così tanto ... è sempre stato così? Come ho fatto a non accorgermene...?

- Come ho fatto a non accorgermene? 

- Di che parli?

Jeremy, steso accanto a lei,  le aveva picchiettato il naso lentigginoso con l'indice e aveva sorriso.

- Quando dormi sembri proprio... un angelo, qualcosa... qualcosa dell'altro mondo - le aveva detto, assorto, lo sguardo fisso su di lei, rapito da quel viso d'alabastro e dai due smeraldi splendenti in esso incastonati come elementi armonici di una bizzarra ma estremamente realistica opera d'arte.  Lei aveva riso, rotolandosi su un fianco. La camicia da notte fina le era salita fin quasi ai fianchi, ma non se ne curò. 

- Smettila, scemo! - gli aveva detto dandogli una piccola spinta - Beh, ora so che è meglio non farti fumare neanche una cartina, se poi il risultato è questo... 

- No, sono serio! Tremendamente serio. - aveva detto lui, con un finto tono offeso. - Forse l'erba mi ha un po' scombussolato, ma ti trovavo bellissima anche ieri, anche il giorno in cui ci siamo conosciuti. Oggi sei splendida e domani, quando sarò di nuovo completamente lucido tu sarai ancora bella... 

Le labbra rosse di lei si erano dischiuse in un sorriso smagliante, dolcissimo. 

- Tu sei un adulatore nato, Jeremiah Denvers. - aveva ridacchiato, avvicinando pericolosamente il suo volto a quello di lui.

- E tu sei reticente ad accettare complimenti sinceri. 

Senza alcun preavviso allungò le mani verso di lei e cominciò a solleticarla senza pietà. Lei si contorceva e con le lacrime agli occhi lo pregava di smettere. Iniziarono una lotta giocosa, finendo stesi sulle loro stuoie attorno ai resti del falò. Risero tanto, fino a sentire i crampi al ventre. 

- Ok, d'accordo, mi arrendo, mi arrendo! Ahahahah!  - aveva concesso lei, sventolando un lembo del vestito come una bandiera bianca. 

- Allora possiamo negoziare i termini della resa, che ne dici? 

- Che hai in mente? Sentiamo. 

- Nulla di assurdo, tranquilla. Diciamo... - aveva esitato, fingendo di pensare, ma in realtà sapeva perfettamente cosa voleva. - Sì, una bella corsa, dopo tutto questo rotolarsi come tartarughe.

- Ti prego, no. Qualsiasi cosa, ma la corsa nooo... - aveva bofonchiato lei nascondendo il volto coperto dalla cascata rossiccia sull'intreccio della stuoia. Jeremy l'aveva sollevata di peso e se l'era caricata sulla schiena. Lei aveva lanciato un gridolino di sorpresa, ma non aveva opposto resistenza. La pelle fresca di lei lo aveva fatto rabbrividire per qualche istante, ma poi aveva finito col concentrarsi su altro. La tenue morbidezza delle sue cosce attorno ai fianchi, il bel petto di lei quasi racchiuso tra le sue scapole, i ricci di fuoco che si confondevano con le sue ciocche d'inchiostro e quel lieve e tiepido respiro che gli accarezzava teneramente l'orecchio...

Into the Den - LA SAGA DI STONE HALLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora