«Quindi... Vuoi ancora non ritirare ciò che hai detto?» sibilo dritto al suo orecchio, ghignando. Quanto amo avere tutta questa forza, tutto questo potere fra le mie mani...

«Jungkook.» una voce seria mi richiama e, sorpreso, giro il capo verso Taehyung. Ha le braccia incrociate al petto e sposta gli occhi da me al ragazzo.

«Mollalo.» continua, sempre con lo stesso tono di voce.

Gli lancio un'occhiata dubbiosa alla quale non risponde, così, sospirando, lo lascio andare, mollandogli un calcio in culo.

Crolla sopra quello steso per terra, mentre l'unico sano, si affretta a controllare le loro condizioni, spaventato.

Il bruno, a passo svelto, si avvicina al terzo, afferrandolo per i capelli e facendogli inclinare la testa verso l'alto.

«Allora, stronzetto. Come la mettiamo? Vuoi fare la loro stessa fine?» indica con un cenno i corpi accanto a lui.

«N-No, ti prego.» sussurra, impaurito.

«Facciamo che voi porterete rispetto a noi, d'accordo? Sennò, la prossima volta, non fermerò il Re della Danger-Zone.» detto questo, strattona ancora una volta la sua testa, lanciandolo per terra.

Torna da me, o meglio, dal carrello, lasciandomi a bocca asciutta. Faccio una smorfia, contrariato, mentre risale sull'oggetto.

Provo ad imitarlo ma mi blocca con un'occhiataccia. Sospirando, faccio il giro ed incomincio a spingere il carrello per le vie desertiche dei Bassifondi, mentre dietro di noi, qualche mugolio si fa sentire.

Dopo qualche minuto di silenzio, prendo parola.

«Andiamo, Tae. Non lo avrei ucciso—» mi interrompe, voltandosi verso di me mentre mastica rumorosamente una patatina.

«Avevi la faccia di chi l'avrebbe fatto.» replica, assottigliando lo sguardo.

«Ho sempre quella faccia, lo sai. Solo non mi piace che mi si manchi di rispetto.» sospiro, alzando gli occhi al cielo.

«Guardami, e che cazzo! Nemmeno a me piace, ma ucciderlo non è esagerato?» esclama, colpendomi una mano.

«Ahia! Non lo avrei fatto, merda! — sbotto — Nella Danger-Zone solo tre cose sono vietate.»

«Quali?» domanda, inclinando la testa verso destra, prendendo un'altra patatina. Sembra un bambino. Questa visione mi riporta alla mente ciò che stavo per dire, quasi una mezz'ora fa e stringo la presa sul manico, aumentando il passo.

«Regola numero tre: — recito, guardando solo in avanti — non si manca di rispetto a chi è più potente di te. — sposto lo sguardo verso le mie mani — Regola numero due: mai tradire la patria, o cioè, la Danger-Zone e chi vi ci abita. — fisso i miei occhi sui suoi, deglutendo — Regola numero uno: è imperdonabile u-uccidere qualcuno.»

«Woah, non sapevo che ci fossero delle regole.» annuisce, stupito, sbattendo leggermente le palpebre.

Sorrido, scacciando via i pensieri maligni che attentano alla mia figura. Mi sporgo per dargli un bacio a stampo rumoroso che si fa sentire per tutta la strada.

«Vieni a casa mia?» chiedo mentre lo vedo accasciarsi dentro il carrello, probabilmente, è stanco morto.

«Mh mh.» mugola in assenso, accucciandosi su se stesso.

Sorrido ancora una volta, sospirando, notando che si è addormentato definitivamente. Mi tolgo il giubbotto e lo poso sopra di lui, cercando di dargli più calore possibile.

Ricomincio a spingere, guardando la Luna.

Già, vietato uccidere...

[- - -]

«Mamma, mamma!» un piccolo bimbo dalla chioma sbarazzina e castano chiaro corse in cucina, inciampando solo un paio di volte.

La donna dai corti capelli scuri, ridacchiò alla vista. Voleva alzarsi ad aiutare il figlioletto, ma, quest'ultimo, aveva categoricamente detto "riesco ad alzarmi solo, mammina! Non aiutarmi!" quindi era rimasta davanti ai fornelli a cucinare, scuotendo la testa.

Per avere otto anni, era fin troppo iperattivo e chiacchierone.

«Sì, tesoro mio?» domandò, fingendo di non aver visto nulla.

«Quando torna papino? Ho fame! E mi manca!» si lamentò, mettendo il broncio sul suo tenero visetto.

La mamma si inginocchiò, accarezzandogli il volto. Assomigliava così tanto a suo padre e, da grande, sarebbe stato identico a lui. Lo sperava, almeno.

«Ma uffaaa. — mise le braccia al petto, corrugando la fronte — Non è proprio giusto! Papino è a casa solo poco tempo! Non mi abbraccia mai.»

L'altra rise, tornando a cucinare. «Non si dicono le bugie, piccoletto.»

«Va bene! Papino mi abbraccia, ma mi abbraccia così poco!» strillò, andandosi a sedere su una sedia.

«Chi è che abbraccia poco chi?» domandò una voce profonda e sicura, dai toni divertiti.

I due, puntarono contemporaneamente lo sguardo sull'uomo appena entrato, sorridendo.

«Papino, sei qui!» esclamò il piccolo, correndo a stringere il suo papà. Gli era mancato così tanto, non sarebbe mai riuscito a stare senza di lui.

L'uomo ricambiò, abbracciandolo forte.

«Ti sono mancato?» disse poi, staccandosi per andare baciare a fior di labbra la moglie.

«Eccome!» annuì vigorosamente, tornando alla sua sediolina.

«Non la smetteva di lamentarsi, caro!» concordò la donna, ridacchiando ancora.

«Oh, piccoletto. — il padre sorrise calorosamente, andando verso il suo piccino — Sappi che papà ci sarà sempre, non importa se non lo vedrai tutti i giorni. Sono sempre qui.» gli picchiettò un dito sul cuore ma il bambino non sembrava tanto convinto.

«Davvero, papino?»

«Credimi, Taehyung. Papà ci sarà per sempre.» 




Spazio Me:

MA CIAO SIGNORI E SIGNORE

okokok capitolo corto e schifoso, di passaggio sostanzialmente e sì. FA PROPRIO CAGARE.

comunque sia, dal prossimo eheh arriveranno nuovi personaggi... Chissà chi erano quei tre idioti...

CORREGGO DOPO O O O O O O

Spero che vi sia piaciuto, se è sì, lasciate un like e commentate e alla prossimaaaa!

-bigbabol-

Danger-Zone  |KookTae|Where stories live. Discover now