Twenty: rain.

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"[...]Sto tornando a casa,
Di al mondo che sto tornando a casa,
Lascia che la pioggia lavi via tutto il dolore di ieri [...]"
-Dal brano "Coming Home", Dirty Money & Skylar Grey.

]"-Dal brano "Coming Home", Dirty Money & Skylar Grey

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Solo l'indomani, a mente più lucida ma pulsante di un mal di testa atroce, realizzai il tutto.

Harry mi aveva baciata.
Così, all'improvviso. Senza un'apparente motivazione, senza un perché.

Solo poche ore fa le sue labbra erano state sulle mie.
Poi, come sempre, la situazione era degenerata. Perché tutto questo non era giusto, tutto questo non sarebbe dovuto accadere.

Fin dal primo istante avevo considerato Harry una mina vagante, imprevedibile, pronta ad esplodere in qualsiasi momento senza alcun preavviso. Una persona saccente, un tipo furbo e arrogante, uno che credeva di sapere sempre tutto, convinto di essere il migliore e di poter manipolare gli altri solo perché dotato di un bel visino e un paio di occhi color smeraldo, e, di conseguenza, uno di quei cascamorti spietati forti unicamente della consapevolezza del loro fascino.

E, fin dal primo istante, avevo giurato che questo non avrebbe attaccato. Non con me, non con Maxine White.

Ad oggi non sapevo chi fosse, né da dove provenisse. Non sapevo nulla del suo passato, e niente che lo riguardasse nel presente. Sapevo solo che Louis me l'aveva affibbiato come coach per i suoi innumerevoli meriti e le sue molteplici vittorie, al fine di prepararmi al meglio per il campionato. O almeno, questo era quello che aveva affermato Harry.
Mi aveva inoltre detto di essere un tipo conosciuto, eppure non avevo mai sentito pronunciare il suo nome in tutta la mia carriera, non lo avevo mai sentito girare né negli spogliatoi, né nelle palestre, nemmeno una volta. E questo, sinceramente, mi puzzava non poco.
Dovevo però ammettere che, per quel poco che avevo potuto vedere, la tecnica c'era. Pugni ben assestati, colpi precisi, vigore e forza. Il che rendevano più plausibile quello che lui mi aveva detto di essere.

Ad ora, quindi, Harry Styles era due cose per me: lo pseudo-allenatore più sfacciato e insopportabile che mi potesse capitare e, al tempo stesso, un'incognita perenne.

Anche se, considerando che quelle pochissime volte in cui mi ero allenata con lui non avevo fatto praticamente alcun progresso a causa del nostro continuo scontrarci, la seconda definizione risultava ben più valida.

Onestamente, con tutto quello che era accaduto negli ultimi giorni, il campionato era l'ultima cosa di cui ora m'importava. Sopratutto perché, fino a prova contraria, avrei dovuto continuare ad allenarmi con uno sconosciuto.

Uno sconosciuto che non aveva fatto altro che portare scompiglio nella mia vita, e che sembrava essere intenzionato a tutto tranne che ad instaurare il rapporto di fiducia basilare per ogni pugile, e svolgere ciò per cui era stato pagato.

Sins » h.s Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ