Nineteen: rollercoaster.

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"Se per baciarti
dovessi poi andare all'inferno,
lo farei.
Così potrò poi vantarmi
con i diavoli
di aver visto il paradiso senza mai entrarci."
-William Shakespeare.

Canzoni consigliate per il capitolo:-"Higway to Hell", AC/DC

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Canzoni consigliate per il capitolo:
-"Higway to Hell", AC/DC.
-"T.N.T", AC/DC.
-"Only Angel", Harry Styles.
-"Bad Medicine", Bon Jovi.
-"Keep Lying", Donna Missal.
-"Horns", Bryce Fox.
-"River", Bishop Briggs.
-"Do I Wanna Know?", Arctic Monkeys.

Harry mi aveva fatta ricredere, dimostrandomi che, talvolta, stare in sua compagnia poteva rivelarsi persino divertente.

Era come stare sulle montagne russe con lui: un momento prima ti ritrovavi ad urlargli addosso le peggiori cose e a desiderare che sparisse dalla tua vita, quello dopo invece ci costruivi un discorso serio, argomentato, addirittura profondo, e piangevi tra le sue braccia; e quello dopo ancora finivi discretamente ubriaca all'interno di un pub,
nel cuore della frizzante movida newyorkese, con le sue labbra rosse ad un palmo di distanza.

Ma forse, infondo, era proprio questo che mi piaceva di lui, poiché era tutto tranne che scontato.

Dopo il suo invito - o meglio, obbligo - a compiere una pazzia, e dopo un'appunto pazza corsa sotto l'acquazzone più forte a cui io abbia mai assistito in tutta la mia vita, eravamo infatti finiti in uno dei pub più rinomati del centro. Uno di quelli con la musica anni '70 sparata a tutto volume, gli arredi in legno e i dischi di vinile appesi alle pareti scure, straripante di persone, la maggior parte uomini, che si divertivano ad ingurgitare indicibili quantità di birra e a ballare come zombie ubriachi - quali erano, in realtà - appiccicandosi alla prima, unica ragazza che gli capitava sotto tiro. Però, onestamente, quell'atmosfera spartana aveva smesso di infastidirmi dal terzo shot in poi.

Me ne stavo seduta accanto al bancone semicircolare in noce, su uno dei tanti sgabelli che lo incorniciavano, mentre aspettavo che Harry ritornasse dal bagno.

Nonostante la precaria, e oramai quasi del tutto compromessa, lucidità in cui traballava la mia mente, l'ovattato senso di smarrimento dato dalla grande quantità di alcol che circolava nel mio sangue sembrò darmi tregua per un attimo.

E, in quell'attimo, nella mia mente comparve il volto di Jason.

All'improvviso percepii una forte fitta allo stomaco, e per poco non caddi dal trespolo a vomitare tutto il contenuto del mio intestino.

Pensare a Jason era doloroso quanto una coltellata in pieno petto. Sopratutto adesso che, trovandomi in quel locale, il mio senso di colpa per aver apparentemente e stupidamente "alleggerito"  la questione sembrava sul punto di divorarmi viva.

Sins » h.s Where stories live. Discover now