Seven: nightmare.

904 57 39
                                    

"Gli incubi esistono
al di fuori della ragione
e le spiegazioni divertono ben poco,
sono antitetiche
alla poesia del terrore."
-Stephen King

Canzoni consigliate per il capitolo:-"I'm a Wanted Man", Royal Deluxe

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


Canzoni consigliate per il capitolo:
-"I'm a Wanted Man", Royal Deluxe.
-"Radioactive", Imagine Dragons.
-"Gasoline", Halsey.
-"Pray"- from Fifty Shades Darker, JRY & RuthAnne.
-"Tell Me Why", Three Days Grace.
-"Why", NF.

Quell'adorabile canzone risuonava all'interno delle mie orecchie, carezzandomi i timpani con le sue note melodiose.
Non appena le punte delle mie scarpe bianche vennero offuscate da una leggera ombra, mi accorsi di essere giunta difronte alla mia meta. Misi in pausa la traccia, togliendomi gli auricolari. Titubante, alzai lo sguardo sull'imponente edificio che si era piantato dinnanzi a me: un imponente palazzo grigio dalle innumerevoli vetrate a vista troneggiava con la sua altezza, sembrando quasi solleticare il cielo con la sua cima a punta. Deglutii, sentendomi piccolissima a confronto di quell'enorme ed intimidatoria costruzione, situata proprio nel centro di New York. Mi ero trasferita qui da appena circa un mese, e non ero ancora riuscita ad abituarmi alla perenne vivacità di questa città su cui, quel giorno, incombevano nuvole piuttosto scure.
Probabilmente, a dire il vero, mi sarei dovuta abituare di nuovo alla vita intera, dopo quello che era successo. Ed era proprio per questo che, quella mattina, le mie gambe mi avevano condotta fino a quel gigantesco edificio.

Abbassai lo sguardo, scuotendo la testa nel tentativo di togliermi di dosso quelle fastidiose preoccupazioni che, nell'ultimo periodo, mi si erano appiccicate addosso come una seconda pelle. Presi un grande respiro, prima di decidermi a schiodare i piedi da terra e proseguire verso l'entrata dell'edificio. Spinsi la pesante porta in vetro, ritrovandomi in un grande salone illuminato ed arredato in modo estremamente elegante. Dato il frettoloso andirivieni di innumerevoli persone, intente in diverse faccende, ci misi poco a capire che mi trovavo nella lussuosa hall del palazzo. Mi feci coraggio e, finalmente, decisi di avvicinarmi alla reception.

«Desidera?» domandò meccanicamente la voce della donna seduta dietro al bancone.

«S-salve...» mi schiarii la voce che non sembrava voler uscire «Stavo cercando la dottoressa Clarke».

La donna annuì freneticamente, per poi portare l'attenzione sullo schermo del computer che si trovava difronte ai suoi occhi «Ha un appuntamento?» mi chiese con tono distaccato, continuando a far scorrere il mouse sul tappetino, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.

«N-no»

«Okay, allora firmi questi» disse, facendo strisciare sul ripiano in legno un paio di documenti e una penna verso di me.

Sins » h.s Where stories live. Discover now