1 - Il Destino di Adamo

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 -Per questioni di tempo devo postare versioni bozza: quindi ignorate eventuali errori-


(Prima Pubblicazione "EFP" il 06/07/2011, prima che iniziasse la S3, qualcosa all'epoca l'ho scritta prima io! hahahahha)




Stefan.

Guardavo dal finestrino del treno, era opaco, sporco. Ma anche così restituiva bene la mia immagine.

Poggiai la fronte al vetro, un insistente profumo aleggiava sospeso e captato incessantemente dalle mie narici. Sangue.

Klaus stava uccidendo, qui, sul treno, nella carrozza merci. Un inserviente era la sua colazione del mattino.

Strinsi gli occhi, li serrai più che potei. Dio come volevo scappare da tutto questo: dal fetido e delizioso odore della morte, dal putrido destino carminio che mi attendeva.

"Mio caro Stefan non sai che ti perdi... ma non preoccuparti ho lasciato la colazione anche a te..."

Orecchie che udivano tutto, e mente che non voleva ascoltare.

Ti scongiuro fa che non assista al mio banchetto, fa che riesca ad evitare di uccidere, almeno adesso, almeno questa volta.

Da quando il mese prima, ero stato costretto a seguire Klaus, la lista delle mie vittime si era dolorosamente allungata, mi sentivo una bestia da ammaestrare, il mio carceriere mi stava addestrando con cura.

La frusta e il pezzo di carne cruda nelle mani del domatore. Io ero la tigre in gabbia, e stavo ormai per smettere di lottare...

La mia fame non era compulsiva, ero guarito, ma l'iperalimentazione continua stava indebolendo la mia razionalità. La biologia vampiresca, non era un opinione, ed era un fatto che, più mi ipernutrivo, più il mio fisico chiedeva sangue.

Quanto ci avrei messo per tornare ad esserne dipendente? Bastava che escludessi il lato umano e il gioco era fatto, il mio addestratore avrebbe vinto, e lui, scaltro, contava su quello.

Riaprii gli occhi di scatto, No, non avrebbe vinto mai!

Mi imbottivo la testa di forza di volontà come lo facevo nel corpo di sangue e di verbena.

Sì ne assumevo sempre di più, ormai quasi non mi infastidiva per niente. Non potevo permettere a Klaus di soggiogarmi e costringermi, senza che potessi difendermi, a diventare il mostro che non volevo essere.

Lui non aveva ancora usato quel mezzo, ed era strano, forse intuiva che prendevo la verbena. Forse voleva nutrire il suo ego costringendomi al suo volere con la furia del sangue, non lo sapevo, sapevo solo che dovevo andare avanti e continuare a combattere... Combattere: sacrificando vittime innocenti che non potevo salvare. Ma non il mio cuore. Quello Klaus non l'avrebbe avuto, quello apparteneva a me, a Damon, Elena, Jeremy, e a tutti i nostri amici, e Katherine... anche lei sì.

Lei che aveva salvato Damon nonostante potesse infischiarsene: le dovevo la vita di mio fratello.

Tutto questo era per loro, perché il mostro invincibile che mi possedeva, stesse lontano da chi amavo, per sempre.

Un fruscio, Klaus era vicino a me, la sua mano si abbatté sulla mia spalla, il suo sorriso era radioso, sembrava un padre, compiaciuto, con suo figlio da guidare.

«Steph! Ah sono sazio! Se hai fame segui il tuo naso, ho lasciato un po' di disordine temo, sai...beh, certe volte sono poco accorto... Dio! Mi manca Elajia! Era un maestro nel ripulire i miei casini!» Una risata greve, e poi, via, via, più squillante.

Stefan Odyssey||Steferine/DelenaWhere stories live. Discover now