«Me l'hanno detto solo ieri sera e no, niente Seoul, per ora.‒ risponde senza perdere la sua euforia. ‒Spero solo di poter racimolare un po' di soldi per fare un regalino a Nam!» da una leggera gomitata al nostro amico che di rimando alza le mani, scuotendole.

«No no, non ce n'è affatto bisogno! Sapete come sono, a me basta soltanto essere con voi e sono apposto.» dice, imbarazzato.

Ah, Namjoon, sempre così umile, sa bene come stiamo messi e fa di tutto per non farcelo pesare, dovrebbero fargli una statua d'oro.

«Festeggeremo il compleanno di Nam-hyung alla festa d'Istituto.» propongo, sorridendo.

«Grande idea, Kook-ie!» concorda Jimin, annuendo.

«Ragazzi... Non dovete, sul serio, è solo un giorno come un altro.» sospira.

Non abbiamo il tempo di ribattere dato che la campanella suona. Saliamo i gradini ed entriamo. Poco prima di entrare, guardo Taehyung ma quello non ricambia la mia occhiata, troppo impegnato a conversare con Bogum.

Distogliendo lo sguardo, raggiungo la mia classe.

Yugyeom è già bello che addormentato sul banco. Poso rumorosamente lo zaino sulla superficie e lui sobbalza, spalancando gli occhi.

«Amico, dovresti dormire di più.» scuoto la testa, prendendo il quaderno di letteratura coreana.

«Vorrei, ma non posso.» sbuffa, passandosi una mano in faccia.

«Quel lavoro ti prosciugherà l'anima.» 

«Lo ha già fatto, ma devo in qualche modo mantenere Jinyoung.» strizza un paio di volte le palpebre e io annuisco, comprensivo.

«Vuoi che rubi qualcosa per te?» gli sussurro, vedendo la prof entrare.

«No, Kook, devo farcela da solo.‒ sorride leggermente. ‒Grazie per la proposta, comunque.»

«Bene. Hai studiato qualcosa per il compito?» chiedo, prendendo un foglio dal centro.

«Quale compito?!» sbraita e non mi trattengo dal ridere.

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«Taehyung.» lo ammetto, spunto sempre alle sue spalle per fargli prendere un infarto. Mi diverto con poco.

«Cazzo, Jeon Jungkook!‒ sibila, quasi cadendo dalle scale dell'entrata. ‒Smettila!»

«Nah, mi fai sbellicare dalle risate.» ridacchio, passando una mano fra i capelli.

«Allora... Per questo pomeriggio?» ammicco, alzando le sopracciglia.

«Non posso.» mi ferma subito, alzando una mano.

«Cosa?‒ Perché?» sbatto diverse volte le palpebre, incredulo.

«Jimin mi ha invitato a casa sua per studiare, domani abbiamo la verifica di storia e ha mi ha chiesto di aiutarlo.» spiega brevemente, scrollando le spalle.

Dentro di me, rido. A quanto pare Jimin-ie non gli ha detto che viviamo nella stessa casa, interessante...

«Oh, peccato. Sarà per la prossima volta, allora.» dico, fingendomi dispiaciuto.

«Tutto qui? Già ti arrendi?» inarca un sopracciglio.

«Che dovrei fare? Mi hai detto che hai degli impegni e ti rispetto, perciò, niente, rimandiamo alla prossima.» rispondo, noncurante, superandolo per andare a casa.

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«Perché sorridi in quel modo inquietante?» domanda Jin, un sopracciglio inarcato.

Danger-Zone  |KookTae|Where stories live. Discover now