Capitolo 17: Nascita dei Malandrini

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Il Boccino D'oro sfrecciava nel cielo sopra Hogwarts, seguito a breve distanza da James, a cavallo della sua scopa volante. Una folla di Grifondoro acclamava il Cercatore del terzo anno scandendone il cognome -"Pot-ter! Pot-ter!" - mentre la classe di Corvonero lì presente si limitava a prendere appunti sui suoi virtuosismi. Il talento di James per il Quidditch era esploso solo all'inizio di quell'anno, dopo un'estate che aveva visto maturare molti studenti. Ma non tutti.
Sirius si avvicinò a Remus e Peter, che stavano osservando la prova di destrezza di James da terra. "Ragazzi, guardate qua" esordì aprendo una cartina "La nostra mappa... forse ha iniziato a funzionare". Remus si curvò sul foglio spiegato: "Dici davvero?".
"Beh, come vedi è parziale. C'è solo una parte dell'ala Est. Però è un inizio".
Peter la prese, strizzò gli occhi per leggere i nomi di coloro che stavano vagando nella scuola e ridacchiò entusiasta: "G-guardate, c'è Gazza! Cammina in tondo, che fa? Oh, e Nick-Quasi-Senza-Testa! E... uh, Severus?"
"Cosa!? Dà qua!" Sirius si riprese la cartina "Quella è una zona praticamente abbandonata, vietata agli studenti".
"Noi ci siamo andati per disegnare la cartina" puntualizzò Peter.
"Ma nessuno ci ha visto. Mocciosus invece è appena stato beccato"
"Da chi?"
"Da noi! Concentrati, Peter! Segui il discorso" ribatté Sirius.
"È curioso però" intervenne Remus "Mi chiedo cosa ci faccia lì"
L'amico si aprì in un ghigno: "Ma che importa? È solo".

"James, Sirius!" Remus li richiamò mentre i due, chini sulla cartina, tentavano di orientarsi nell'ala Est "Non vedo perché dobbiamo fare questa cosa!".
Rispose Peter per loro: "Hanno un conto in sospeso con Piton, ecco perché!".
"Non ti ci mettere anche tu, Peter" replicò Remus, incapace di fermarli come di separarvisi.
"Se non per buon senso" continuò poi "Rendetevi almeno conto che lui sa fare cose che qua non ci insegnano! È più forte di te Sirius, o di te, James".
James di voltò di scatto e ringhiò, seccato: "Non è così, smettila! Adesso te lo dimostriamo". E detto questo estrasse la bacchetta e spalancò una porta sulla sinistra.
In mezzo alla stanza, con tunica e cappello da mago, libro di incantesimi in una mano e bacchetta deforme nell'altra, Gazza si era paralizzato con il braccio teso verso una coscia di pollo della mensa.
Lui li guardò. Loro lo guardarono. Sirius si accostò a James e sussurrò:"Non era qui che dovevamo svoltare". Lo stupore sul volto di Gazza si tramutò presto in furia. "MALANDRINI" latrò, la mascella contratta minacciosamente "Giuro... solennemente... di non avere buone intenzioni".

La porta dell'aula di trasfigurazione fu aperta con una tale veemenza da andare a sbattere contro il muro e ritornare indietro, prima di essere bloccata dal piede di Gazza. Dal piede, perché le mani ossute erano fermamente strette attorno ai colletti di James, Sirius, Remus e Peter, come su quattro gattini.
La donna dietro alla cattedra dell'aula vuota sobbalzò e per poco non rovesciò il calamaio nel quale stava intingendo la lunga penna nera.
"Ma - dico! - Gazza, le sembra il modo?" esclamò, ravvivandosi un ciuffo di capelli ribelli nell'acconciatura.
"Professoressa, questi impiastri si stavano aggirando nell'ala Est senza accompagnatori; hanno fatto irruzione in una stanza occupata dal sottoscritto. Mi dica dove posso trovare il Preside" ribatté Gazza, imperativo.
"E Lei cosa ci faceva nell'ala Est? Se non sbaglio a quest'ora dovrebbe supervisionare i ragazzi in cortile" fu la replica secca della donna che rispondeva al nome di McGranitt.
Tutta la spavalderia di Gazza si smorzò e lui impallidì: "E-ecco, io, n-niente. Pulizie".
La McGranitt si rivolse a Peter: "Minus, cosa stava facendo il signor Gazza?".
"M-magie, con la bacchetta! E... una coscia di p-pollo" pigolò Peter.
"Capisco" dopo un istante di riflessione, la McGranitt tornò a guardare l'uomo "Lei... si stava di nuovo esercitando? Signor Gazza, le ricordo che in quanto Magonò le è vietato armeggiare con le bacchette magiche, per sicurezza sua e degli altri".
"Professoressa, io-" farfugliò lui.
"Non si giustifichi; la sua è una situazione infelice, è vero, ma ci sono delle regole e vanno rispettate"
"M-ma i ragazzi... loro avevano questa! Converrà con me che sia necessario l'intervento del Preside". Gazza mollò Sirius e James per ficcarsi una mano in tasca ed estrarne la mappa magica, ora tutta stropicciata.
"Che cos'è? Dia qua" detto questo, con un elegante movimento di bacchetta la professoressa fece fluttuare la mappa fino alla sua cattedra, dove la analizzò.
"I ragazzini hanno provato a nascondermela, si tratta sicuramente di un oggetto proibito" insistette Gazza, sollevato di aver deviato la conversazione.
"Non vedo perché" ribatté la McGranitt "È solo un compito che ho assegnato agli studenti, nulla di più. C'è altro, Gazza?".
"Beh, io..." iniziò lui, ma un'occhiataccia lo fermò dal proseguire "Torno alle mie mansioni". L'uomo lasciò la presa sui ragazzi, girò sui tacchi e se ne andò borbottando tra sé e sé. Seguì un istante di silenzio in cui tre Grifondoro si guardarono tra loro, chiedendosi se potessero lasciare la stanza. Ma il quarto, James, fissava la McGranitt con un'espressione di assoluto sconcerto.
"Professoressa!" pronunciò attonito.
"Sì, Potter?" rispose lei, tornando ad intingere la penna nel calamaio.
"Quello... non era un compito... Lei ha mentito a Gazza!" farfugliò il ragazzino.
"Non si disturba il Preside solo perché qualcuno è di passaggio nell'ala Est, o si diverte a scarabocchiare mappe. A meno che le vostre intenzioni non fossero altre... c'è qualcosa che dovrei sapere, Lupin?" e la McGranitt spostò il suo sguardo glaciale negli occhi nocciola del ragazzino, il quale replicò: "No, è come dice Lei, professoressa".
"Ecco, tutto risolto allora. Ah, e riguardo a questa" la McGranitt fece fluttuare la cartina verso Sirius e sentenziò "È bene che non tutti possano leggerla. Se volete fare una cosa in segreto... fatela per bene!".
Afferrata la mappa, i ragazzi ringraziarono e uscirono dall'aula chiudendosi la pesante porta alle spalle. Lí trassero un sospiro di sollievo.
"Quando mi ha interpellato sono morto" rantolò Peter.
"Ho detto una bugia ad una professoressa. Dovevo dirle di Severus? No, non si poteva, non si poteva" lamentò Remus.
"Certo che Gazza ha fatto una figuraccia. Io lo sapevo che era Magonò, ma Peter..." commentò Sirius.
"Perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose?" si difese Minus.
"Ragazzi, zitti un attimo!" si impose James.
I tre amici tacquero e lui continuò: "La McGranitt ha ragione, non tutti devono poter leggere questa mappa. Quando verrà completata diventerà uno strumento incredibile. Ci vuole un codice, una parola d'ordine o qualcosa del genere"
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni" ricordò immediatamente Sirius "È questo che ha detto Gazza. Non so voi, ma questa frase mi suona ancora nella testa. Se dovessimo sceglierla come codice, non credo la dimenticherò mai".
"Bravo, è questo che intendo! Qualcosa che ci riguarda, che ci unisce e che non possiamo scordare!" affermò James.
"E quella parola con cui ci ha sgridato..." iniziò a dire Peter.
"Malandrini" sillabò Remus.
"Ecco, così ci chiameremo" decise James, entusiasta "E questa sarà la nostra mappa, la mappa del Malandrino!" Concluse, in piena epifania. All'improvviso, qualcuno lo scansò di lato. "Levatevi, Grifonidioti!" ringhiò Javery, aprendo la strada agli altri Serpeverde. Dietro di lui, Lucius procedeva mano nella mano con una ragazza dai capelli color paglia. I due erano seguiti da Mulciber, Bellatrix, Severus e Regulus; Regulus Black, fratello minore di Sirius. Questi si attardò in fondo al gruppo per rivolgersi al ragazzo dalla chioma disordinata. Quando si avvicinò, i tre Malandrini si disposero, compatti, attorno al quarto. Il fratello si dovette protendere leggermente in avanti per riferire il messaggio: "Mamma mi ha chiesto di dirti... di non azzardarti più a fare una cosa come quella di sabato"
"Volevo solo salutare Andromeda" sibilò Sirius di rimando.
"Non quando ci sono i parenti. Ormai li disgusta vedere la tua faccia da schifoso Grifon-"
"Ehi' lo interruppe Remus "I tuoi amici ti stanno lasciando indietro".
Regulus si girò verso il gruppo Serpeverde, che aveva proseguito senza di lui. Lanciò un'ultima occhiata al fratello e se ne andò.
Sirius non disse nulla, e neanche gli altri lo fecero, ma rimasero chiusi a scudo davanti alla pecora nera della famiglia di pece.

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Lettori e lettrici, scusate l'assenza. In questo periodo di silenzio ho lavorato a molti progetti, tra cui "Blackwood: Smart project".

Si tratta del primo libro della mia trilogia distopica e lo potete trovare sia versione cartacea che e-book su Amazon (https://www.amazon.it/dp/1700131168/ref=sr_1_2?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&keywords=smart+project+blackwood&qid=1571321087&sr=8-2).

Andrò sicuramente avanti coi Malandrini, ma per ogni screen di avvenuto acquisto che ricevo, mi darò massimo una settimana per pubblicare il capitolo successivo. Non vedo l'ora di arrivare all'episodio della Stamberga Strillante, quindi aspetto i vostri messaggi su Wattpad! (Sono aperta alla trattazione, nel caso possiate offrirmi pubblicità)

La trama di Blackwood è la seguente:

"Ethan Cogwheel è l'unità Novantanove del Campo Smart, un complesso di edifici volto alla preservazione dell'ultimo nucleo di umani rimasto. Lì ragazzi e ragazze vengono potenziati nella mente e nel fisico così da garantire il proseguimento della specie. Il ruolo che ognuno avrà nella società viene imposto alla nascita, tramite assegnazione di un numero che ne indica il valore. Quando Mike One, a capo dell'intera organizzazione, proclama un concorso con in palio la possibilità di uscire nel mondo, il protagonista partecipa per sfuggire al sistema. La scomparsa di un Maestro, un insolito black-out, voci contrastanti e una misteriosa ragazza dai capelli ramati sono fenomeni che Ethan non può ignorare, ma dovrà concentrarsi per riuscire a superare le cinque prove del concorso e cancellare così il suo numero"

I MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora