Capitolo 2: Lampi e candele

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Il resto del viaggio lo passarono parlando del mondo dei maghi e, al rientro di Alice e Frank, anche delle loro famiglie. "Apparteniamo a due delle poche famiglie purosangue rimaste." Aveva commentato a un certo punto Frank, aggiungendo poi "La cosa non ci importa affatto."
La pioggia sulla quale Lily aveva posato lo sguardo all'inizio, ora si era trasformata in una vera e propria tempesta. Severus appoggiò la testa al vetro freddo e guardò fuori; gli piacevano i lampi. Nascono e non fanno in tempo a rendersi conto di essere vivi che sono già morti. La cosa era affascinante, secondo lui.

Il treno era arrivato ad Hogwarts quando il sole era calato da un pezzo. La pioggia era diventata sottile e leggera come neve, quasi non si sentiva. Lily, Frank e Alice si alzarono mentre il treno non si era ancora arrestato del tutto e si schiacciarono per guardare fuori. Il castello nel quale avrebbero vissuto per i seguenti sette anni poggiava su un promontorio che dava su un lago dall'acqua scura. "Era un tentacolo quello!?" Esclamò Frank improvvisamente.
"Certo che lo era." La voce profonda e rauca proveniva da un punto alle loro spalle. I bambini si voltarono verso l'uomo gigantesco che aveva parlato, il quale, incurante di avere o meno la loro attenzione, stava continuando a parlare. "Della piovra Flappy, la chiamo io, ma il professor Silente mi ha chiesto di non rendere ufficiale questo nome. Penso non gli piaccia."
I bambini guardarono con occhi sgranati il faccione barbuto e allegro dell'uomo, che iniziò a sentirsi a disagio. Lily si fece avanti "Ehm... Ciao, tu ti chiami... ?" L'uomo assunse una postura rigida, gonfiando il petto, quasi sull'attenti. "Rubeus Hagrid, piccola. Guardacaccia custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts"
"Sei enorme!" Osservò Alice che, essendo un po' bassina, lo stava guardando con ammirazione.
Hagrid le regalò un sorrisone. "Grazie cara." Poi si chinò verso di lei. "Salta su che ti porto in braccio." Alice non esitò un istante e si aggrappò a lui, affondando le mani nel pelo di uno spesso cappotto.
"Ci porti ... dove?" Chiese Frank..
"Beh, a scuola!" Rispose Hagrid passandosi una manona sul mento. "Lasciate pure i bagagli qui, li troverete nei vostri dormitori."
I bambini seguirono silenziosamente l'uomo che, a quanto pareva, prima di arrivare a loro aveva già raccolto in corridoio tutti gli altri alunni. "Forza piccoli, seguitemi!" Tuonò allegro prima di uscire dal treno. Tutti i bambini si misero in fila bisbigliando tra loro, le parole coperte da uno scalpiccio disordinato. L'aria frizzante della sera fece starnutire Lily, e Severus le porse una sciarpa nera che lei accettò stringendosi appena a lui.
"LE MIE SCARPE!" Sentirono urlare alle loro spalle. Si voltarono giusto in tempo per vedere un ragazzino dai capelli biondo platino lunghi fino alle spalle, che aveva iniziato ad inveire contro tutte le persone che gli venivano in mente di accusare per il fango che gli aveva macchiato gli stivali di pelle. "Guardate, è lui! Malfoy ..." Mormorò Alice sporgendosi appena dall'abbraccio di Hagrid per bisbigliare a Frank, Lily e Severus. Quest'ultimo percepiva un brivido di ammirazione ogni volta che sentiva quel cognome. Forse avere un Malfoy come amico lo avrebbe aiutato ad avere successo, a diventare abbastanza famoso e indipendente per allontanarsi completamente dal mondo Babbano. Si mise una mano in tasca e ne estrasse un fazzoletto pulito di tessuto bianco. Suo rammarico, dovette staccarsi da Lily per avvicinarsi all'iracondo Lucius. "Ecco, tieni." Disse porgendogli il quadrato di tessuto. Lucius smise di lamentarsi e guardò Severus perplesso, poi prese il fazzoletto borbottando un "Grazie" sorpreso. Severus gli sorrise appena, poi tornò da Lily, che lo guardò con uno strano sguardo, Frank e Alice, rimasti a bocca aperta.
"Va tutto bene, piccoli?" Chiese Hagrid, che non aveva visto cos'era successo perché intento a guardare da tutt'altra parte "Spero non soffriate di mal di mare. O ... mal di lago. Non so se ci sia differenza."
Né Lily né Severus erano mai saliti su una barca a remi ma non seppero decidere se per loro fu un'esperienza bella o meno, perché a un certo punto del tragitto Flappy, la piovra gigante, si era avvicinata incuriosita alle barche e le aveca seguite per tutto il tempo, mettendo i bambini a disagio. Quando raggiunsero la terra ferma, Hagrid contò sulle manone che ci fossero tutti. Alice lo sentì borbottare "Uno più, uno meno. Forse ho sbagliato a contare." Il custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts alzò il vocione "Venite bambini, vi porto alla Sala Grande, dove si terrà la cerimonia dello Smistamento!"
Severus e Lily fecero per incamminarsi, quando i due bambini che si stavano rincorrendo sul treno avevano ricominciato a correre. Uno di loro, quello con i capelli più lunghi, urtò Frank, che incespicò sui suoi passi prima di cadere sul terreno zuppo. Mentre Lily lo aiutava ad alzarsi, Severus notò con piacere la sua smorfia infastidita. Sembrava non trovarli più così simpatici. Si rimisero in marcia fino a quando non raggiunsero le mura del castello, lì Hagrid spalancò un grande portone di legno massiccio e disse a tutti di entrare. I piccoli, infreddoliti, non se lo fecero ripetere una seconda volta e avanzarono fino a a che il tepore della stanza non li avvolse. Mentre Rubeus chiudeva la porta alle loro spalle, delle armature disposte in fila per un corridoio vennero scosse da un tremito. "Ma cosa ... ?" Iniziò a chiedere Alice stringendosi al cappotto di Hagrid.
Una risata cupa rimbombò per la stanza, ma il mezzo gigante scosse la testa "Tranquilli bambini, è solo il poltergeist Pix che cerca di spaventarvi."
"Spaventarci? Con una risata?" Sbuffò Lucius Malfoy a voce alta. Le armature iniziarono a scuotersi con più forza, poi una mosse un passo.
"Non provocarlo." Hagrid ammonì il piccolo Malfoy, il quale scosse le spalle.
"Su, venite." A grandi passi, Hagrid raggiunse un secondo portone che aprì quasi senza sforzo. La porta dava su un'enorme sala occupata quasi interamente da lunghi tavoli apparecchiati, attorno ai quali ragazzi e ragazze di tutte le età chiacchieravano spensieratamente.
"Candele!" Esclamò una bambina dai boccoli rossi. A Lily sfuggì una risatina ammirata "Sono sospese, volano!"
"Che incantesimo è?" Chiese con tono sommesso un bambino con i capelli sottili chiarissimi, giù quasi bianchi.
"Uhm... Lo imparerete." Rispose Hagrid evasivo "Ora entrate e mettetevi in fila, fra poco inizia la cerimonia dello Smistamento." I bambini si sistemarono uno dietro l'altro, troppo emozionati per prestare attenzione agli studenti seduti ai tavoli, ai loro saluti e sorrisi. Severus alzò lo sguardo e al di là delle candele levitanti vide il soffitto della sala, che paradossalmente sembrava essere senza soffitto. Nuvole violacee e tempestose venivano percorse di tanto in tanto da scariche elettriche e, anche se Severus aveva letto che si trattava solo di un'illusione, non poté evitare di restarne affascinato. Quasi non si rese conto della canzone del Cappello Parlante, del discorso dei professori, dell'inizio dello Smistamento. C'erano solo lui e il cielo.

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