«Perché siamo qui?» domandò proprio quest'ultimo, sedendosi accanto al suo ragazzo, che si fece, al suo fianco, sempre più piccolo.

«Non ti... piace?» provò a chiedere Jungkook, il quale intento a grattare le proprie mani, preso da un senso di disagio ed ansia.

Mesi prima avrebbe affrontato la questione con Yoongi quasi fosse nulla. Avrebbero semplicemente litigato, si sarebbero presi a pugni e forse, dopo del tempo, avrebbero lasciato stare tutto e sarebbero tornati i soliti.

Ma in quel momento, se non avessero chiarito, avrebbe convissuto con quella sensazione di oppressione, con quella paura di poter perdere Yoongi d'improvviso. E Yoongi era per lui tutto ciò che aveva. E non poteva permetterselo.

«Non sto dicendo questo. Solo, è strano? Fa ancora freddo, non mi aspettavo che venissimo qui» il maggiore represse la voglia di poggiare la testa sulla spalla dell'altro, portando però una mano sulle due dell'altro, come a chiedergli di smetterla di torturarsele.

«Era da un po' che volevo portarti qui» cominciò il minore, portando lo sguardo dal tramonto alle loro mani, «E ho colto l'occasione visto che avremmo dovuto parlarne.»

Yoongi rimase in silenzio, aspettando che fosse proprio Jungkook a prendere l'argomento, nonostante sentisse che le parole avrebbero voluto uscire dalla sua bocca come scivolassero sull'acqua.

«Non so esattamente cosa vorresti che ti dicessi, Yoon. Lo so di aver fatto una cazzata madornale, lo so che se dovesse risultare positivo, probabilmente mi sarei rovinato tutta la vita. Eppure non lo so» iniziò a parlare il minore, accennando una risatina preso dal nervosismo, «E se anche provassi a darti delle motivazioni, sarebbero inutili perché mi prenderesti a schiaffi, ne sono certo.»

«A prescindere da tutto ti prenderei a schiaffi, Jungkook. E cazzo, non ridere perché mi fa incazzare il fatto che non te ne freghi niente di come tu possa stare» assunse un'espressione arrabbiata il maggiore, portando lo sguardo in quello dell'altro, «Se stavi male, perché non me l'hai detto? Eppure stavamo passando quasi tutto il tempo assieme.»

«Non» prese una pausa Jungkook, distogliendo lo sguardo da quello del maggiore, «volevo farti preoccupare. Avevi già altro per la testa, e non voglio vederti stare male. Per di più per qualcosa che non è neanche sicuro» terminò mormorando.

«Sei un deficiente» esclamò all'improvviso Yoongi, sentendo gli occhi farsi lucidi, «un deficiente con la D maiuscola.»

Jungkook sollevò lo sguardo a quel cambio di tono, soprattutto quando il maggiore spostò la sua mano, stringendola in un pugno. E si alzò.

«È colpa mia. Avrei dovuto fermarti invece che lasciarti fare. Avrei dovuto saperlo che un giorno sarebbe finita così.»

«Lo sai che non è colpa tua, Yoon. Io ero pienamente consapevole di quello che stavo facendo» mormorò Jungkook, osservando il suo ragazzo, che gli dava le spalle.

«Per quale motivo allora l'hai fatto?» si morse il labbro Yoongi, cercando di non far crollare la sua voce in quella discussione.

Yoongi sapeva dentro di sé che la colpa, alla fine dei conti, non era di Jungkook. Era lui quello malato, era lui quello che avrebbe dovuto dirgli di fermarsi e di usare delle precauzioni. Ma era lui quello che non lo aveva fatto, nonostante fosse il più grande, nonostante avesse dovuto essere lui il più maturo fra i due.

Ma Jungkook lo fregava ogni volta, gli toglieva ogni briciolo di lucidità quando era con lui, o pensava a lui.

«Ti ricordi quando me lo hai detto per la prima volta?» Jungkook tornò ad assumere un'espressione seria, le braccia appoggiate sulle proprie ginocchia e lo sguardo rivolto verso il mare.

Cᴀʟᴍ ᴅᴏᴡɴ; ʏᴏᴏɴᴋᴏᴏᴋ [√]Where stories live. Discover now