L'amore confonde, la guerra é pace

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Stringe tra le mani il foglio, affondando le dita nelle labbra, dubbioso se leggere o meno.

Sa che si farà del male, ma immagina quanto possa aver sofferto lei a scrivere quelle righe e pensa che no, non è più un bambino, e deve affrontare la realtà.

Apre per bene la lettera e con un sospiro inizia, saltando i soliti, stupidi ed inutili convenevoli, allungando le gambe e accavallando le caviglie:

"Vorrei dirti che dopo più di tre anni e mezzo sono cambiate tante cose, molte cose che ti avevo promesso mi sarei ricordata, le ho scordate. Mi sto dimenticando tante cose di te.
Quando ti ripenso mi viene in mente che non ricordo neanche più chiaramente il suono della tua voce, quella che avevi anni fa, non quella di ora, ed è straziante, perché per quanti video tu possa creare, nessuna voce si avvicinerà mai a quella che avevi. Non so più che risata avessi, non ricordo né quella forzata, classica, o quella cristallina che avevi davvero rare volte, oppure non ricordo quanto rauca fosse la tua voce una volta svegliato.

Le foto sui giornali, sui video, su Instagram non ti appartengono più e mi allontanano dall'immagine di te che avevo infondo al cuore.
I mille cambiamenti che hai fatto ai capelli mi hanno spaventato, prima biondo platino, poi di nuovo biondi, poi le treccine che ti sei fatto di mille colori e che penso presto sceglierai, per dar vita a chissà quale altro strano look che mai ti apparterrà per più di un anno.

I nostri migliori ricordi stanno diventando sfocati.

Ricordo distrattamente quanto fosse fredda l'acqua la prima volta che mi hai portato in piscina e quanto fosse profonda quando mi hai aiutato ad immergermi; ti ricordo ancora guardarmi a pochi centimetri e, vedendomi al limite, afferrarmi di colpo fianchi e schiena e riportarmi a galla, stringendomi a te e facendomi tossire e buttare fuori tutta l'acqua che avevo bevuto."

Lauro sorride timidamente a quelle righe, ricordandosi distrattamente quando, dimenticandosi della festa di Julia, aveva introdotto lui e Samantha in quella casa, quando i proprietari non c'erano, scoprendo così che la ragazzina non sapesse nuotare. Sfottendola i primi tempi, per poi prendersi la briga di insegnarle a non temere l'acqua, aiutandola fin dalle cose più basilari:

"Non riesco a dimenticare la sera in cui, lontano da tutti, ti costrinsi a ballare il lento con me perché l'atmosfera era perfetta. Lo volevi ballare con me, mi dissi, e mi baciasti dolcemente attorno alla mezzanotte, qualche minuto dopo, perché le banalità non le sopportavi.
Quei tacchi non li ho più messi, ironicamente sono dove li abbiamo lasciati la sera quando sei rimasto a dormire da me - e basta.

Mi mancano i tuoi baci sul collo, quelli delicati, che mi davi per farmi dormire o appena svegli oppure ancora quando facevamo il bagno assieme in vasca e non volevi fare il malato di sesso, come dicevi tu, e allora fingevi la parte dell'innamorato, quando non stavamo neanche assieme e quindi non avevi bisogno di fingere una parte che non ti apparteneva.

Chissà se sei mai stato innamorato di me, anche nel più infimo modo; chissà se scopandoti le tue amiche mi hai mai pensato, ti sei mai pentito, hai mai sentito in quelle mani che ti scoprivano mano a mano, chi con fretta e curiosità e chi con delicatezza e piano, le mie.

Le mie unghie lunghe che ti facevano impazzire quando te le passavo sulla schiena, non ci sono più, le ho tagliate, non le faccio più crescere né ci metto più lo smalto.

Ho lasciato perdere il piercing che avevo al labbro, non so se ricordi. L'ho levato. In compenso mi sono fatta gli orecchini, che mi chiedevi se avessi, ho visto che hai ancora i buchi, che li metti sempre.

Ho notato anche che hai ancora il piercing che ti feci. E dire che te ne pentivi, che l'odiavi, che ti chiedessi che stronzata avessi fatto un secondo dopo che te lo feci, ti dissi che stavi benissimo, che brillava di più dal momento che era tuo e, ma questo non te lo rivelai, che eri ancora più bello con quel brillante che abbelliva un petto pieno e decorato dai tuoi vistosi tatuaggi.

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now