Anni che le cose più belle le perdo

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Non odiatemi per il ritardo, ma come giustificazione vi posso spoilerare che siamo quasi arrivati alla fine :)



Una felpa cade sulle spalle di Samantha, senza farla reagire, mentre Samuel, rimasto a maniche corte, si siede a fianco a lei, lasciandosi ricadere indietro, sul pavimento del tetto piano dove si trovano.

Il ragazzo chiude gli occhi, non dice nulla, perché sa che Samantha non vuole sentirsi dire niente:

"Samuel."

Spezza lei il silenzio, dopo minuti interminabili:

"Mhm?"

Apre un occhio lui, non notando movimenti da parte di lei, nessuno sguardo, niente di niente.
Samantha non parla per interi minuti, guarda il nulla attorno a lei:

"Hai intenzione di andartene anche tu? Sembra sia diventato un passatempo..."

Sussurra, appoggiando il gomito sul ginocchio, ponendoci sopra il viso e sospirando:

"No."

"Perché se ne vanno tutti?" Domanda lei, tirandosi le game al petto e affondando il viso tra le ginocchia: "Sono così insopportabile? Così difficile? Annoio così facilmente?"

"Sei una bella persona. Sono gli altri a non esserlo. Non hanno abbastanza coraggio per restare con te."

"Chissà per quanto tempo mi ha mentito." Sbuffa, ignorando la frase che Samuel le ha rivolto e continuando: "Pensavo tutto stesse migliorando, sembrava molto più a suo agio, più sereno, più stabile insieme a me, non so spiegarti..."

"Non serve, credimi, ho capito, bastava guardarvi. Lo pensavo anche io Samantha. Non te l'ho mai detto, ma negli ultimi periodi sembrava cambiato, preoccupato per te, ho davvero sperato non ti illudesse, né che ti facesse del male."

"Invece mi ha proprio dato il colpo di grazia."

Samantha indossa la felpa di Samuel, notando le decorazioni sul petto e sulle maniche, che è costretta a sistemare poiché troppo lunghe per lei:

"Vi state scrivendo?"

Chiede il ragazzo, rimettendosi a sedere e accendendosi una sigaretta, mentre Samantha si gira, scendendo dal cornicione e sedendosi nuovamente, ma a fianco a lui:

"No, ho cancellato e, eventualmente, bloccato il suo numero. Lui ha evitato i contatti, io lo affronto spezzandoli direttamente, perdonarlo anche stavolta sarebbe un'enorme pazzia, non posso rischiare."

Samuel annuisce, in accordo con lei, circondandole le spalle e tirandosela più vicino a sé:

"Mi ha scritto a me, infatti."

Le rivela, facendole sbarrare gli occhi, spostandosi dalla sua presa e guardandolo





Lauro si morde un'unghia, guardando la città crescere attorno a lui, paesaggi che non ha mai visto, grattacieli che ha sempre sognato, persone che non conosce.

Vita.

Fin troppa. Ovunque guardi pullula di persone, di mondo che a Tufello non ha mai visto. Tante persone ben vestite, tante famiglie, tanti negozi e felicità. Sembra un film. Nulla da spartire con il buco dove ha vissuto.

Passare da una Tufello così desolata ad una Milano così viva non gli fa bene, ha un forte mal di testa e tanto nervoso in corpo, è un colpo duro ed inaspettato, non ha ancora realizzato:

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now