4 • Come Una Rosa In Una Teca Di Vetro

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🍁 Evan 🍁

Non ci ho mai creduto al colpo di fulmine.
Non ho mai creduto all'amore a prima vista, al fatto che da qualche parte nel mondo ci sia un'anima gemella destinata ad ognuno di noi, e tutte quelle cazzate lì.
Credo che non ci sia amore finché non conosci tutto -o quasi- di una persona, finché i suoi pregi non ti fanno impazzire e i suoi difetti sorridere.
E poi, credo nell'attrazione.
Suppongo che in realtà, sia proprio attrazione fisica ciò che tutti scambiano per colpo di fulmine.
Ad ogni modo, non ho mai provato nessuna di queste cose, se non un forte interesse per le belle ragazze, e una particolare forma di affetto mescolata ad una buona intesa a letto con Carol.
Ogni tanto ci speravo in qualcosa di più, ogni tanto me lo chiedevo se anche al sottoscritto sarebbe mai capitato di provare sentimenti del genere.
O se, ormai, ero stato segnato a vita e magari ero proprio io quello incapace di provarne.
Speravo di no, perché anche se grazie alla mia famiglia e ai miei pochi amici l'amore non mi mancava di certo, a trent'anni sarebbe stato triste accettare che non avrei avuto quel qualcosa di più.
Tipo la donna della mia vita.
Ma sto divagando.
Sto divagando, perché il punto è che un'emozione forte la sto provando in questo preciso momento.
La sto provando, ed è così intensa da rendermi impossibile fare qualsiasi altra cosa che non sia semplicemente sentire.
Non riesco a classificarla, non riesco a descriverla, a identificarla.
Sono un bambino alla fiera che si è trovato davanti uno di quei lecca lecca giganti, e desidero solo averlo tra le mani.

Voglio che sia mio.
Voglio sapere che sapore ha.
Voglio assaggiarlo.

E poi, sono anche un bambino allo stadio a pochi metri dal suo calciatore preferito.
Qualsiasi movimento stia compiendo, è estatico e perfetto per me, e vorrei che questa partita -questo spettacolo- non finisse mai. Mai.
Chi era quella ragazza? Cos'era questa elettricità che mi percorreva da capo a piedi?
Com'è che un attimo prima, me ne stavo tranquillamente seduto al tavolino a bere vino bianco, e l'attimo dopo -quello in cui i miei occhi si erano posati su quella creatura meravigliosa che si muoveva sul nastro- non riuscivo più a starmene buono e fermo sulla sedia?
La mezz'ora che segue, è l'agonia più dolce e piacevole che abbia mai provato.
Per quanto mi fremano le mani dalla voglia di fare qualcosa -toccare, stringere, prendere- i miei occhi godono come forse non hanno fatto mai.
E intanto la bellezza acquista un nuovo significato per me, la bellezza è il modo in cui quella ragazza muove il suo corpo.
Quando la musica sfuma via e i suoi piedi toccano il palco, a dispetto di tutte le luci che si mettono tra noi, socchiudo le palpebre più che posso per cercare di vedere meglio il suo volto.
Quella maledetta maschera.
Che sembra messa su apposta per tenermi lontano, fuori.
Devo serrare le dita sul bordo del tavolino per non precipitarmi sul palco e strappargliela via a forza.
Non lo farei mai, lo so, ma è anche vero che in questo momento... non mi fido del tutto di me stesso.
Quando il mio cuore salta un battito, per un secondo ho l'illusione che le sue iridi si siano posate sulle mie.
Il suo volto era girato nella mia direzione, ma non posso avere la certezza che guardasse proprio me. Avrebbe benissimo potuto incrociare lo sguardo di un qualsiasi altro uomo.
O magari, anche di nessuno.
Gli applausi cessano, i clienti tornano a sedere, e non appena lei mi da la schiena, pronta a sparire, ho la consapevolezza di aver avuto la botta di attrazione più potente di sempre.
Mi ha ammaliato, è stata capace di reclamare la mia attenzione e tenerla ancorata a sé per oltre trenta minuti. Trenta minuti in cui il mio mondo, si è ridotto a questa stanza.
Per una volta, vorrei essere uno di quei ragazzi che si trasformano da spettatori a predatori, e hanno la capacità di rimorchiare senza ritegno.
Vorrei andare a cercarla, portarmela via e passare la notte con lei.
Ma il fatto che indossi una maschera, immagino la dica lunga.
Ad esempio, che non vuole essere avvicinata, né tantomeno scoperta.
E di sicuro, quella maschera non la toglierà per me.
Svuoto tutto d'un fiato il vino rimasto nel calice a scaldarsi per mezz'ora, e poi libero il tavolo dirigendomi verso il bancone, da Maddox.
Il responsabile del bar è l'amico più fidato che ho in questo hotel, l'amico più fidato che ho nella vita insieme a Xavier.
<<Maddox. La conosci la nuova ballerina?>> gli domando subito, senza giri di parole.
Se dovessi usarne, probabilmente non potrei definirlo un amico fidato, no?
Maddox inarca un sopracciglio, finisce di asciugare un boccale, e poi mi rivolge un sorrisetto divertito.
<<Naah, non la conosce nessuno. Ma del resto, è appena arrivata. Non mi dire che ha sedotto anche te, eh? Cavolo, non hai mai perso la testa per nessuno qui. Non mi dire che mister "non si mischia il lavoro con il piacere" ha intenzione di cedere alle tentazioni e infrangere le sue stesse regole>> mi prende in giro.
Perché sa che se lo può permettere -è davvero uno dei pochi che può- così come io so che nelle sue parole non c'è alcun giudizio o rimprovero.
<<Ti ho solo fatto una domanda, cazzo. E non credere che non sappia che te la fai con quella ballerina di danza del ventre cubana>> ringhio, infastidito.
Maddox riesce a farmele girare il novanta percento delle volte, e in quelle volte, sul serio non ho idea di cosa ci trovi in lui.
Ok, lo so cos'è che ci trovo in lui, è un bravo ragazzo, è leale, ed è buono.
<<Lo so che mi capisci. Insomma, l'hai vista? Ed è una delle poche ragazze che hanno preferito me a Luke. Dovevo approfittarne!>> mi spiega entusiasta.
Ed ecco che nel giro di tre secondi riesce a strapparmi un sorriso.
Maddox non è quel tipo di uomo che una donna noterebbe in una stanza piena di altri ragazzi. Maddox è quel tipo di uomo che si confonde facilmente, sui cui spesso non posi lo sguardo una seconda volta.
Ha un viso che definirei nella norma, porta i capelli quasi rasati a zero, non ha né muscoli spropositati e né tatuaggi vistosi, e veste con jeans sbiaditi e vecchie magliette.
Davvero, non è affatto il classico barista figo di turno -al contrario di Luke e della sua chioma bionda.
Ma il carisma che Maddox si porta addosso e il fascino che acquista con i suoi modi di fare, be', non ci sono occhi azzurri o muscoli che tengano, a mio parere.
<<Bene, divertitevi allora stanotte>>
<<Oh, ne abbiamo tutte le intenzioni. Ehy, Evan?>> mi richiama.
<<Non li voglio i dettagli>>
<<Idiota. Ho sentito che si fa chiamare Ariel>>
Ovviamente si riferisce alla ragazza nuova.
Si riferisce a quella che è davvero diventata la tentazione che mi fa venire voglia di infrangere le mie stesse regole.
Ariel.
Quindi, adesso ho un nome falso che non mi porterà da nessuna parte, e un orologio al polso su cui contare le ore che mancano a un suo prossimo spettacolo.
Perché so che è esattamente questo che farò.
Così come so che, a dispetto della mia smisurata curiosità, rispetterò la sua privacy.
Non cercherò nulla su di lei.
E questo anche perché, tra le altre cose, una parte di me teme che ciò che provo possa svanire una volta caduta la maschera.
E io non voglio che accada.
Ho appena trovato una sana e meravigliosa dipendenza che alimenta il mio cuore.
Mi piace come mi fa sentire.
Merito di sentirmi come mi fa sentire.

Rompi Questo Silenzio (Until I Breathe #2)Where stories live. Discover now