32 • Solo Con Te

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🌻 Summer 🌻

Questa è la prima volta che mi sveglio nel letto di Evan.
La prima volta che dormiamo tutta la notte insieme, e che il suo viso ancora addormentato è la prima cosa che vedo una volta aperti gli occhi.
Wow.
Solo, wow.
Le emozioni che mi danno il buongiorno sono così belle, che ho bisogno di chiudere un attimo le palpebre e isolarmi per godere appieno dell'intensità  di questo momento.
Sento che è una cosa importante, una cosa che sa d'amore e di certezze.
Un'altra tessera da aggiungere alla raccolta delle prime volte.
Quando torno alla realtà però, al mio stato d'animo si aggiungono agitazione e palpitazioni.
E per svariate ragioni.
Sto vagamente ricordando lo stato in cui mi sono ridotta ieri, il fallimento totale dei miei piani, e la figura da stupida che devo aver fatto.
Cioè, so che lui mi avrà trovata tuttalpiù adorabile, ma non era comunque questo che volevo ottenere.
Mentre le mie dita, incapaci di stare ferme e buone, corrono a toccargli i capelli sulla fronte, il mio corpo si risveglia del tutto in più di un senso.
È come se l'episodio del vino fosse durato una manciata di minuti, e la notte a malapena un quarto d'ora.
Torno a risentire e rivolere tutto ciò che ho sentito e voluto ieri sera dall'istante in cui ho messo piede in questa casa.
Sto facendo di nuovo gli stessi pensieri, sto esprimendo ancora gli stessi desideri.
E trovarmi un Evan praticamente nudo accanto -nudo se non fosse per quelli che credo siano dei corti pantaloncini di tuta- non fa che guidare le mie voglie verso quella ben precisa direzione.
Dio, è così bello.
E mio.
Non sopporto più di non aver avuto tutto di lui.
Di non aver visto tutto di lui.
Di non averlo amato in ogni forma dell'amore.
Le mie dita scivolano dai suoi capelli alle sue labbra, e ne tracciano il contorno.
Svegliati.
Svegliati, svegliati, svegliati.
Li senti i miei occhi addosso?
Lo senti il tipo di bisogno che mi scorre nel sangue?
Lo senti quanto è diventata intensa l'attrazione?
Svegliati e fa qualcosa.
Sono sobria ormai.
Le mie dita gli solleticano il petto ora.
Il suo respiro si fa un po' meno regolare, ma Evan dorme ancora di un sonno profondo.
Esasperata, mi sporgo verso di lui e mi attacco alle sue labbra.
Stamattina mi sento coraggiosa.
Lo bacio, e non mi preoccupo di svegliarlo. Del resto, non credo che si lamenterà.
Passano pochi secondi prima che la sua bocca si schiuda, la sua lingua mi dia un altro tipo di buongiorno, e le sue palpebre si aprano lentamente.
Mi scosto appena, e gli regalo un sorriso.
<<Cazzo. Ti assumo come sveglia, è deciso>>
<<Ben svegliato>> bisbiglio in risposta, mentre il mio sorriso si allarga un po' di più.
Evan lo ricambia, soffoca uno sbadiglio con la mano, e si massaggia gli occhi.
È ancora assonnato.
<<Non hai sonno?>>
<<Mmh, no>>
<<Proviamo a dormire un altro po', ok?>> continua, gli occhi già chiusi e le braccia che mi stringono a lui.
Certo che non me lo stai rendendo affatto facile, eh?
Bastano dieci secondi perché il suo respiro torni regolare e lui piombi di nuovo nel mondo dei sogni.
Incredibile.
Decisa a non arrendermi, il corpo che davvero freme come non mi era mai successo per il bisogno di attenzioni, scelgo di sfoderare l'artiglieria pesante.
Nonostante questo sia un terreno nuovo per me e io non sappia bene come muovermi, come accade spesso, Evan mi fa venire voglia di essere impavida.
So che gli piace quando lo sono.
E io spero proprio di esserlo a tal punto da riuscire a fargli perdere la testa.
Libero un braccio dalla sua presa, mi allontano un pochino, e lui finisce per lasciarmi andare e stendersi sulla schiena.
Io mi sostengo la testa con un braccio, e muovo l'altro verso di lui.
Le mie dita si fermano al centro del suo addome, e molto in basso.
Davvero tanto in basso.
Sono al limite con l'elastico dei pantaloncini, che con tutto il suo muoversi si sono già abbassati parecchio.
Mio Dio.
Amo toccarlo.
Amo, amo, amo avere le dita su una zona così sensibile e proibita di lui.
Mi sento estatica. Felice. Potente.
Mi sento come se mi stessi sedendo al posto di guida di una Ferrari.
Tenendo la mano leggera, senza fare pressione, faccio scorrere le dita sulla sua pelle e non mi perdo né uno dei versi che cominciano a nascergli in gola, né i movimenti del suo corpo che si agita sotto il mio tocco e né come i fianchi si sollevano d'istinto per venirmi incontro.
Nel giro di un minuto spalanca gli occhi, e mi guarda sconvolto.
Senza dubbio, piacevolmente sconvolto.
<<Summer>> ansima.
Mi mordo un labbro.
<<Cosa stai cercando di fare esattamente?>>
E allora piuttosto che rispondere, lascio che le mie dita superino quell'elastico e si infilino sotto.
Io ed Evan siamo ancora occhi negli occhi, e giuro di poter vedere ogni singola emozione scorrere dentro ai suoi.
<<Lo sai a cosa stai dando inizio, vero?>>
<<Certo che lo so>>
<<Lo sai che dopo ti restituirò il favore, vero?>> mi minaccia.
La minaccia più bella che le mie orecchie abbiano mai udito.
Non riesco a replicare, le mie labbra si modellano in un sorriso troppo grande.
<<Certo che sai anche questo>> sussurra lui, portando una mano sul mio viso e accarezzandolo come fa sempre.
Questo intensifica tutto.
Adoro le attenzioni che dà sempre e da sempre al mio viso.
Adoro le carezze sulle guance, adoro che ne percorra il profilo, che mi sfiori il naso, che mi sfreghi il pollice sulla pelle.
Ci leggo dentro una dolcezza infinita in quei suoi gesti.
E io sto cercando di ricambiare tutto l'amore che percepisco filtrare dalle sue mani in questo esatto istante.
Evan mi lascia vagare sul suo corpo per un po', poi se ne esce con un "quando tocca a me?"
Quella domanda mi blocca, e lui ci mette un attimo a ribaltarmi sul letto.
<<Voglio vedere quel famoso completino che hai preso per me>>
E io voglio vedere il tuo viso mentre lo guardi.
<<Sei d'accordo?>>
<<Si>> sospiro.
Evan fa sparire la maglietta in un lampo, e io vengo ripagata di tutte le ore spese in giro per i negozi.
<<È tanto trasparente>> mormora, completamente rapito.
<<Mmh>>
<<Ed è bianco>>
<<Mmh>>
<<E tu hai un corpo per cui potrei impazzire>> continua, mentre un suo dito prende a viaggiare dai fianchi alla pancia, poi sulle gambe e sul collo e sul petto.
E io vorrei solo urlare "Ne hai ben dieci di dita, che aspetti a usare anche le altre?"
E poi, le usa.
Tutte.
E usa la bocca, e preme il suo corpo sul mio, e io non mi ricordo più se è meglio toccarlo o essere toccata da quelle mani grandi e calde e possenti.
Nel dubbio, torno a toccarlo mentre lui mi tocca.
Ed è la cosa più vicina alla magia che abbia mai sperimentato.
La cosa più vicina a volare.
La cosa più vicina a toccare le stelle.
E so anche che il meglio, probabilmente deve ancora venire.

Rompi Questo Silenzio (Until I Breathe #2)Where stories live. Discover now