Capitolo 12

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Quando Aziraphale aprì gli occhi e accennò a un pigro sbadiglio, il demone spalancò gli occhi da serpente e lo fissò, immobile. Era rimasto a guardarlo senza muoversi per ore e ore, in quel modo che solo i rettili hanno di sembrare statue di pietra. A guardare, ad aspettare con pazienza e un poco di disperazione un suo movimento.

"Angelo?"

Aveva paura di cosa sarebbe potuto accadere. Gli Angeli quando cadevano in quel modo potevano forse cambiare? Essere diversi? Crowley non sapeva assolutamente che cisa aspettarsi. Si sentì sudare freddo mentre lui si metteva seduto e si guardava attorno, ritirando le proprie ali nella schiena. Posò lo sguardo su Crowley e sorrise "Ehi, cosa è successo?"

Il demone gli saltò letteralmente addosso, gettandosi con le braccia attorno alla sua testa e stringendolo a sé con tutta la forza delle sue braccia sottili.

"Crowley, ma che-"

"Tu non hai la minima idea di quanta ansia io avessi, te lo giuro. Stai bene, vero? È tutto ok? Non sapevo cosa ti stesse succedendo, non sapevo come comportarmi, davvero."

"Sì, credo di aver dormito troppo..."

"Certo che hai dormito troppo! Ti ho aspettato per due giorni! Ma ora stai bene, vero? Hai qualche problema? Senti male?" Crowley gli appoggiò le mani sulle spalle e lo guardò negli occhi, alla ricerca di qualsiasi cosa di diverso o di preoccupante. O entrambe le cose.

"Va tutto bene. Sono in formissima."

"Solo tu puoi dire una frase così stupida. Ora... io... - Crowley tentennò, leggermente a disagio - Cosa credi che sia successo?"

"Non ne ho idea - il lieve tremito delle mani dell'Angelo non passò inosservato all'altro - Penso sia il caso di non preoccuparsi e lasciare che tutto accada... come deve accadere. Sappiamo già cosa sta succedendo, no? Sarà... un effetto collaterale."

Aziraphale gli posò le mani sui fianchi e gli lasciò un bacio sul naso "Non pensiamoci più."

Crowley si voltò, arrossendo e pensando tra sé e sé alle cose che aveva scoperto. Era difficile non pensare "I-Io vado a cucinare. Insomma, perché te l'ho promesso e tu devi assolutamente riprenderti."

"Oh, certo..." Aziraphale sorrise.

Crowley corse in cucina, poi si ricordò di una cosa, tornò indietro, prese il viso di Aziraphale tra le mani, lo baciò come se non lo avesse visto per un secolo intero e corse di nuovo in cucina a recuperare la spesa fatta tempo prima.

Aziraphale lo seguì in cucina e, con aria ancora assonnata, sbadigliò mentre camminava a passi lenti.

Crowley, mentre armeggiava a caso con la spesa nel tentativo di ottenere qualcosa, si mise a pensare alle ultime notizie ricevute. Doveva dirlo ad Aziraphale. Di Eric e tutto il resto. Non si trattava più solo della sofferenza di Aziraphale, ma di rinunciare a ciò che li aveva resi felici. La compagnia l'uno dell'altro.

"Mi hanno detto che se cadi mi alzeranno di grado e mi daranno qualche altro compito meno legato alla Terra - disse Crowley tutto d'un fiato, senza sapere in che altro modo avrebbe potuto esprimersi - Se tu cadrai, invece, non so dove andrai a finire."

Aziraphale rimase zitto per qualche secondo. Abbassò lo sguardo e, come cercando di calmarsi, tirò un lungo sospiro. Ancora, un tremito parve scuoterlo.

"Ci ho pensato per un po' - disse Crowley, voltandosi verso di lui - Dobbiamo fuggire dalla Terra."

"Che? Crowley, è assurdo, neanche sappiamo se funzionerà."

"Ma è l'unica cosa che possiamo fare, no?" chiese il demone, rivolgendogli un sorriso nervoso "Da Londra a qui, da qui a un altro pianeta. Le cose si stanno facendo movimentate piuttosto in fretta..."

Crowley sentiva le proprie mani che tremavano. Straparlava, non sapeva cosa fare. Stavano succedendo troppe cose e poi aveva assolutamente bisogno di non far preoccupare Aziraphale, perché era lui quello che soffriva perché stava cadendo e Crowley non doveva fargli pesare nulla e doveva fargli vedere che lui era calmo, con la situazione sotto controllo e che lui non rischiava assolutamente di avere una crisi di nervi.

"Crowley. Se cadrò, cadrò. Non ci possono portare all'Inferno per magia così come non ti ci possono rinchiudere. Potremmo comunque tornare sulla Terra. Ora rilassiamoci, su..."

Ma sì, rilassarsi, tanto Aziraphale si addormentava a caso senza nessuna spiegazione e attorno a loro due non facevano che succedere cose, cose a caso che non gli piacevano per nulla.

Il sospiro di Crowley uscì fuori tremante. Aveva troppa paura di perderlo per ragionare in modo pienamente lucido.

"Certo... se preferisci così..."

Aziraphale si avvicinò a lui, abbracciandolo da dietro e appoggiando il mento sulla sua spalla "Possiamo parlarne dopo aver mangiato? Hai bisogno di prendere le cose con calma."

"Ma stai cadendo!" Crowley si voltò "Come faccio a prendere le cose con calma? Non abbiamo più tutto il tempo del mondo! Dobbiamo pensare a qualcosa, fare..."

Crowley si sentì mancare la voce. Piangere per l'ennesima volta avrebbe fatto piuttosto schifo. Abbassò lo sguardo e rimase zitto, mentre Aziraphale gli appoggiava le mani sulle spalle.

"Va tutto bene. Le cose che hai scoperto non cambiano niente. Ci adatteremo come abbiamo sempre fatto. E poi almeno non saremo perseguitati."

"All'Inferno i demoni non hanno amici. Non saremo visti bene. Soprattutto se non staremo sulla Terra ma, sai, ai piani bassi. Potrebbero cercare di separarci, o fare, non lo so. Non sono per nulla convinto." Crowley borbottò senza guardare l'altro in viso.

"Per favore, non ci pensiamo. Andrà tutto bene, lo sento."

"Io sento esattamente il contrario."

"Crowley, per favore..."

"Va bene. Facciamo finta che non stia succedendo nulla e continuiamo questa vacanza come se le nostre vite non stessero assolutamente andando a rotoli. E io torno a fare gli spaghetti."

"Posso dirti solo una cosa?"

"Sì."

"Per fare gli spaghetti devi mettere a bollire l'acqua, non gli spaghetti crudi in padella."

Crowley si voltò verso di lui "Credevo di doverli far sciogliere..."

"Vuoi che cucini io? Sembri molto più stanco e nervoso di me."

"Volevo fare una cosa carina..."

"Dare fuoco alla casa non sarebbe carino. Vai a riposare, dai."

Crowley sospirò, scostandosi dai fornelli "Va bene. Ma... domani parliamo seriamente e decidiamo che cosa fare. Va bene?"

"Adesso va di là e poi ci rilassiamo. Non pensare troppo. Va bene?"

"Va bene..."























Beh che dire. In questo capitolo non succede un granché, ma ho deciso di andare con calma, non voglio che la storia corra e voglio lasciare che vada abbastanza con calma.

Cosa pensate del capitolo? Opinioni, pensieri, cose?

(STO RICEVENDO UN BOTTO DI VISUALIZZAZIONI E ADORO. Volevo fare una cosa pazza e pormi una cosa da fare, ma non so cosa, nel caso raggiungessi le 10K prima della fine della storia. Solo, appunto... che cosa?)

The Fall | Good OmensWhere stories live. Discover now