Capitolo 9

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La casa era vuota. Completamente vuota. Nessun Aziraphale, niente di niente.

Crowley lo cercò ovunque, in ogni stanza, in ogni angolo, ma sentiva solo il silenzio più totale.

"Angelo? - lo chiamò, con voce tremante - Angelo?"

Nessuna risposta. Non sapeva da che parte girarsi, i bagni erano vuoti, la camera da letto pure, aveva guardato persino nell'armadio, e non era in cucina, né in ingresso, né nello studio o nella sala...

Crowley si morse l'interno della guancia e strinse i pugni con forza fin troppo eccessiva, tanto da graffiarsi i palmi.

Dov'era? Dov'era il suo Angelo?

Crowley corse fuori di casa e, affacciandosi sul portico, non vide altro che la lunga distesa brulla di erba e arbusti. Oltre, solo il mare grigio come pietra, sotto un cielo dello stesso colore. A cosa sarebbe servito correre e cercare? Sarebbe potuto essere ovunque nell'erba alta, nascosto da qualsiasi maledettissima parte, poteva essere introvabile.

Eppure lo cercò lo stesso, una piccola figura  scura e sottile in un mare di erbacce alla ricerca di un minimo segno che potesse indicare dove fosse finito Aziraphale. Lo chiamò fino a bruciarsi la gola, senza ricevere risposta.

Forse era caduto direttamente, era sprofondato all'Inferno e non gli sarebbe stato concesso di risalire, gli sarebbe stato dato un qualche compito che non aveva a che fare con la Terra. E a quel punto? Come ritrovarlo? Come sarebbe stato possibile? C'erano milioni di demoni al mondo, in gran parte ammassati in quello schifo di posto.

Probabilmente sarebbe stato confuso e spaventato e avrebbe odiato tutto di quel posto almeno quanto lo odiava lui, se non di più. Sì, lo avrebbe odiato decisamente di più, abituato com'era all'ambiente rassicurante che era la sua libreria, con luci calde e tanto silenzio.

Si mise le mani nei capelli ed emise un verso di frustrazione, senza nessuno ad ascoltarlo se non il vento. Non avrebbe dovuto lasciarlo da solo e si odiava immensamente per averlo fatto.

Poi, causando a Crowley un colpo al cuore, un'ala, dalle piume grigiastre, si alzò dal mare d'erba allo stesso modo in cui la mano di un annegato sarebbe emersa dall'acqua per chiedere aiuto.

Crowley non pensò due volte prima di correre in quella direzione, verso quel punto punto preciso che fino a un attimo prima sarebbe potuto essere uno a caso, uno dei tanti dove cercare.

L'ala, mentre lui era a metà strada, parve ricadere verso il basso, come sconfitta. Crowley accelerò e, quando riuscì a intravedere Aziraphale, respirò di sollievo, ma solo per un attimo.

Non sembrava ferito, solo addormentato. Era girato su un fianco, con le ali ben in vista che spuntavano dalla schiena. Ali non più candide, bensì ingrigite terribilmente.

Crowley si morse un labbro a quella vista. Cosa era successo? Perché Aziraphale era lì?

"Tu non meriti questo... - sussurò, nonostante l'altro non potesse sentirlo - Non lo meriti affatto."

Aziraphale continuava a dormire, indisturbato e ranicchiato su sé stesso. Crowley, con fatica, fece l'unica cosa che gli sembrava logica. Cercò di sollevarlo, passandogli le braccia sotto le ascelle, e lo trascinò con fatica verso casa. Si trovò presto senza fiato ma cercò di non darci troppo peso. Strinse i denti e, sperando che nessuno passasse di lì per caso e lo scambiasse per un assassino o altro, riuscì a portarlo fino al portico. Lo mise in una posizione simil-seduta sugli scalini e gli posò le mani sulle spalle.

"Angelo? Angelo, mi senti?"

Almeno respirava, ma non faceva altro. Crowley gli posò le mani sulle spalle e provò a scrollarlo. Niente da fare, dormiva... beh, come un angioletto.

Aziraphale fu di nuovo preso da sotto le braccia e trasportato, stavolta fin dentro casa, sul divano verde del salotto.

Il demone iniziò a camminare avanti e indietro per la casa, senza sapere assolutamente che cosa fare. Si sentiva confuso a dir poco. Sapeva che doveva succedere, che quella probabilmente era solo un'altra parte della Caduta, ma non riusciva a sopportarlo. Era così orrendo, così ingiusto!

E se alla fine Aziraphale non fosse davvero potuto più tornare sulla Terra, dopo la caduta?

Crowley si fece prendere dal panico. Quello che stava succedendo era sbagliato, tutto sbagliato, e lui si sentiva così confuso. Cosa doveva fare? C'era qualcosa che potesse effettivamente fare?

Crowley corse verso il telefono e digitò un numero, l'unico che riuscì a venirgli in mente in quel preciso istante.

Aziraphale aveva così tanto insistito per "essere gentili con delle persone che ci hanno aiutato e con cui abbiamo condiviso il quasi-Armageddon" che alla fine si erano scambiati i numeri di cellulare (a Crowley era sembrata una cosa molto stupida).

In quel momento però avrebbe solo voluto sentire una voce che lo consigliasse, e non è che oltre Aziraphale lui avesse molti amici.

"Anathema, sei tu? - chiese, quando sentì un pronto? dall'altra parte del telefono, pronunciato da una voce femminile - Sono Anthony J Crowley."

"Oh, Crowley? Non ci sentiamo... beh, dall'Armageddon."

"Sì, lo so. Onestamente non mi è mai sembrato sensato chiamarti, so appena chi tu sia... però ho un problema."

"Certo, dimmi tutto."

"Ecco, Aziraphale sta male. Nel senso, parecchio."

"Cioè...?"

"Non lo so, è svenuto, credo che sia collegato alla Caduta, ma..."

"Aspetta, Aziraphale è caduto?"

"No, insomma, sta cadendo, credo. Non so neanche perché diavolo sia diventata una cosa graduale, prima le ali ti diventavano nere e basta, cadevi e chi si è visto si è visto. Non capisco cosa gli stia succedendo, si è come addormentato a caso in mezzo a un prato, non lo so."

La sua voce rivelava tutto il panico che lui non avrebbe affatto voluto mostrare, ma purtroppo non poteva farne a meno.

"Non so cosa dirti, non so neanche io di cosa si tratti, vuoi che venga da te? O..."

"Ho bisogno di una soluzione!"

"Va bene, va bene, non agitarti - gli parve quasi di riuscire a immaginare la sua faccia seria mentre lo diceva - Sei proprio sicuro che stia cadendo?"

"Certo! Per quale altro motivo dovrebbe star succedendo una cosa del genere? È ovvio che stia cadendo! Non credo che abbia solo deciso di farsi una tinta alle piume!"

"Va bene, va bene... Perché non provi a informarti tra i demoni se è mai successo qualcosa del genere? Forse qualcuno sa qualcosa..."

Certo. Che idea geniale. Crowley, che era appena scampato a un processo per alto tradimento, che si aggirava per l'Inferno a chiedere informazioni. Chi diceva che, nonostante la volta precedente non avesse funzionato, non avrebbero provato a disintegrarlo ancora? E in quel momento chi diavolo sarebbe stato con Aziraphale, se lui fosse svanito dall'esistenza.

"Crowley? Ci sei?"

"Scusami, devo pensare. Ecco... grazie." mise giù immediatamente e rivolse lo sguardo al suo angelo.

Cosa poteva fare?

The Fall | Good OmensWhere stories live. Discover now