UN TRENO PER TORNARE A CASA

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-Un biglietto per il distretto di Yongsan- dico, alche seguono numerose altre domande per la classe e i servizi di cui posso usufruire e scegliere.

Mi avvio verso il binario 2 con le valigie e il pezzo di carta che mi permetterà di viaggiare in bocca, perché ho deciso di portare così tante cose?

Non ho smesso un secondo di pensare a quel taxi, tutto ciò che mi è capitato sul quel mezzo mi ricorda vagamente le pellicole horror, con l'unica differenza che io sono arrivata sana e salva al capolinea mentre i personaggi vengono brutalmente assassinati.

Non sono stata io a chiamarlo e tanto meno mia zia, a parte Taekim nessuno poteva sapere della mia partenza, ora che rifletto neppure lui visto il mio improvviso cambio di data.

Che sia stato... no, impossibile.

Devo essere stata io obbligatoriamente, ero presa dalla rabbia più profonda e per questo me ne sono dimenticata, mi succede molte volte di conseguire azioni e poi dimenticarmene, questo perché non sono lì con la testa, è capitato anche questa volta.

-Cavolo che freddo- alzo fino all'estremo il colletto del giubbotto ed infilo le mani in tasca.

Inizia a piovere una densa colata di acqua ghiacciata mescolata alla neve, come sempre il tempo è dalla mia parte.

Vuol dire che andremo a prenderci una bella cioccolata calda e io e miei genitori, proprio come quando avevo 15 anni, in quella caffetteria vicino all'agenzia di mio padre.

Ordinavamo sempre una ciotola di mini-marshmallows e li facevamo annegare come piccole vittime di un gustoso naufragio ed uno ad uno raccontavamo come era trascorsa la nostra settimana di delusioni, promozioni e avvenimenti.

Mi mancano terribilmente quei momenti in cui mi sentivo davvero al sicuro, in cui non mi sentivo abbandonata, ma felice, in una felice e normale vita.

Poi piano piano si sono spente anche quelle ore di affetto, sono cresciuta e i problemi ho deciso di affrontarli unicamente da sola senza più confronti e per mia scelta ho troncato quell'ultimo legame che ho iniziato a ritenere tanto banale, ora per causa mia tutto questo è solo un bel ricordo e niente di più.

-Non posso piangere, non in mezzo alla gente- mi rimprovero mentre stropiccio gli occhi con il dorso vellutato di un cenerino guanto.

"Il treno diretto a Yongsan-sud è in arrivo sul binario 2, richiediamo ai passeggeri di non sorpassare la linea gialla di sicurezza e vi auguriamo buon viaggio"

Le rotaie umide stridono quando giunge la serpe metallica e noi ci gettiamo a capofitto dentro le sue molte bocche per occupare il posto migliore tra le sue costole e scappare alle intemperie.

Sistemo le valige nel vano portabagagli e mi siedo tirando fuori gli auricolari, ma il mio sguardo ricade sulla fila opposta.

Un ragazzo sta leggendo con dei fili bianco panna pendenti dalle orecchie, in solitario si attacca ancor più all'angolo del finestrino appena mi vede guardarlo.

Abbasso la testa sorridendo, il suo aspetto e comportamento sono tali e quali a quelli di Jungkook, ma non è lui sfortunatamente.

L'altra carrozza è sotto il controllo di una scolaresca irrequieta, tanto da aver sporcato il vetro della porta con del pongo masticato, desidero con tutto il cuore che i controllori abbiano sigillato quell'uscita.

A quest'ora della sera è innaturale che ci siano dei bambini sul treno, forse sarà una di quelle gite che viene fatta fare solamente una volta nella vita, un'avventura notturna, una scelta da poco approvata dal Ministero dell'Istruzione.

So che gli insegnanti hanno protestato a lungo per tutto ciò...ma stiamo divagando.

Sono talmente frastornata ed esausta per tutto il rancore e la delusione soppressi che mi prende un inaspettato colpo di sonno.

Un forte suono di batteria mi fa perdere un battito e fermo la canzone, per fortuna è arrivato un pezzo rumoroso alle mie orecchie o sicuramente non mi sarei svegliata.

Nella carrozza non c'è più nessuno, neppure quel ragazzo.

Mi alzo e faccio scorrere lo sportello, della scolaresca non c'è la minima traccia perciò decido di controllare qualche altro vagone, ma niente, non c'è anima viva.

Torno al mio posto con una rinnovata ansia che il sonno non ha cancellato, ma solo conservato -C'è qualcuno?-

Non posso aver saltato tutte le fermate, qualcuno mi avrebbe svegliato, ogni tanto passano dei controllori per di qua.

-Ehi, per piacere c'è qualcuno?- mi sporgo dal bracciolo.

Ad un certo punto percepisco un ronzio proveniente dall'autoparlante e la voce del conducente, la quale mi rassicura un sacco.

"Gentili passeggeri, ci scusiamo per il ritardo e il disagio causato dal maltempo, proprio per alcune complicazioni di percorso saremo costretti a procedere lungo la strada recentemente chiusa diretta a Yongsan-sud, ovvero l'ultima fermata, Youra ti ho trovata ora che sei tornata..."

Scuoto la testa appena sento pronunciare il mio nome e torno in me prestando più attenzione a quella crostata di ferro che vibra in alto a sinistra.

"Ripeto: Non abbiate paura, troverete un rimborso una volta tornati, buon proseguimento"

Controllo il telefono e segna le 5 di mattina, sarei dovuta essere a Yongsan 3 ore fa, cosa diamine è successo mentre dormivo?

Faccio scorrere la tenda e osservo il paesaggio innevato. Innevato? Quando è caduta la neve?

Appiccico la guancia al vetro congelato per vedere il retro del mezzo e non scorgo altro che neve su neve.

Dopo circa mezz'ora passata a perlustrare in giro, senza trovare nessuno, sento le vibrazioni terminare, segno che il mostro meccanico si è fermato.

Guardo nuovamente di fuori e non siamo in una stazione, ma in un bivio tra due rotaie.

Conosco questo posto, hanno parlato molto sui giornali della costruzione della nuova ferrovia che aggirava la foresta e portava dritta a Yongsan rispetto a quella vecchia ormai chiusa.

Le mie aspettative sono totalmente sconvolte quando il treno imbocca la strada più antica.

-Ma che...- schiaccio i palmi contro il finestrino per scoprire a malincuore che sull'altra via c'è un'enorme ammasso di nevischio che blocca il passaggio, ecco il perché della comunicazione allora.

Mi getto sul sedile sbuffando.

Aspetto e aspetto, finché alle 7:15 la strana tonalità inquietante del pilota torna a rimbombare -Siamo giunti a destinazione, grazie di aver viaggiato con noi e la nostra compagnia-




Youra è tornata a casa, in realtà non ancora a casa, ma è ritornata. Sarebbe stato meglio non addormentarsi... anche perché il pilota non sembrava essere in sé oppure è solamente l'agitazione che gioca brutti scherzi. Cosa credete sia successo a Yongsan? Il problema della comunicazione è dovuto solamente ad un guasto elettrico o a qualcosa di più grande e spiacevole?
Alla prossima ^❤️^

тнє S҉тorιeѕ σf 7  ℣αмριяєѕ ❦втѕ❦ (Sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora