IX

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Scrivo di noi, noi due sui frammenti delle mie nuove emozioni. Sei uno dei pochi che ho incontrato e conosciuto senza tramiti. Non sei un amico di amici. Sei la mia scoperta. C'ero solo io a voler guardarti e a parlarti e ad ascoltare la tua voce per ore e sentire il cuore impazzire solo perché avevo deciso io e solamente io di volerti conoscere. Sei il pensiero che mi tiene sveglia la notte da più di una settimana e se alla fine ce l'ho fatta a dirti un ciao e dopo a organizzarmi con te per uscire insieme senza che mi prendesse un infarto vuol dire che sono capace di prendermi le sensazioni che voglio e viverle e pensavo già di saperlo fare ma questa mi sembra tutta un'altra storia. Non c'è nessun contorno che mi potrebbe influenzare e non ci sarà nessuna contestazione se ti tengo per me e ti faccio vivere tra le persone che amo.

«Pensi già di amarlo?» Mi chiede Micky appena le dico che Michele è gentile come pochi di una gentilezza amabile.

«Beh, ho amato la serata che mi ha fatto trascorrere» Dico io al telefono.

«Posso venire a casa tua così mi racconti?» Chiede curiosa.

«Dopo pranzo va bene? Solo tu però, mi raccomando» Tengo a precisare.

«Sì tranquilla Max è andato via questa mattina»

«Ah... okay, ci vediamo dopo»

Chiudo la chiamata pensando di nuovo a quel cretino di Max. Se n'è andato in che senso? Avrei voluto chiederlo ma ho fatto bene così, a non fare niente.

Non è che sto diventando orgogliosa? Che rimango sulle mie aspettando che succeda qualcosa? Credendo di non essere io a dover fare un passo verso di lui per chiarire, capire, confrontarci sulla questione insomma per parlare, voglio solo parlare e da un giorno all'altro sembra essere diventata la cosa più difficile da fare, invece con Max, parlare è sempre stata la cosa più semplice, più naturale che io potessi provare.

«Per te e Max è sempre stato facile comunicare, perché non lo fate più?» Mi chiede Michela esaurita la descrizione della mia serata con Michele, questo è l'unico altro argomento che viene fuori. Un po' m'innervosisce.

«Non lo so Micky, non sono io che ho cominciato sto casino o no?» Mi da ragione. «E allora basta non c'è una soluzione... non ne voglio parlare, figurati risolverla, non spetta a me.»

«Spero solo che Max si svegli presto da questa specie di stasi che gli è presa» Dice lei.

«Cioè?»

«Cioè che non parla manco più con me, esce la mattina e quando lo rivedi è sempre per caso. Una notte l'ho incontrato al bagno che faceva la cacca, erano le 3 e non lo vedevo dalla mattina» Mi viene da ridere ma mi trattengo. «Un'altra volta l'ho incontrato di pomeriggio sul balcone e non ho la minima idea di quando fosse rientrato a casa»

«Scusa ma mi viene da ridere è un comportamento davvero strano» Le dico.

«Sì, non invito manco più Leo a casa, per stare da sola con lui non sono mai sicura di esserlo davvero» Mi faccio seria, è la questione che sembra diventarlo. Forse dovrei essere io a comportarmi come vorrei lui si comportasse con me, semplicemente. Devo chiamarlo e chiedergli cosa succede e parlare, tentare di capire almeno. Magari si comporta così da ragazzino solo per attirare l'attenzione e la mia ce l'ha sempre avuta e lui l'ha sempre chiamata fortuna.

"Grazie per la serata di ieri, spero di replicare presto." Scrivo un messaggio a Michele appena la mia amica va in bagno. Sento ancora addosso la sua carezza e non mi sarei nemmeno lavata per non lasciarla scivolare via. Voglio un altro suo bacio sulla guancia. Sì, sulla guancia. Il primo approccio più bello ed elegante che si potesse avere.

Tesla mi si accoccola sulle gambe incrociate. La mia amica torna e il nostro pomeriggio continua tra bevute di tè freddo e chiacchiere di tutti i tipi, neanche fossimo libri o riviste personificate.

Controllo tra i messaggi se ce ne sono di non letti ma niente. Michele nemmeno oggi mi risponde. Sicuramente sarà stanco di sera e molto impegnato di giorno. Non voglio disturbarlo ancora. Spero solo che il messaggio lo abbia letto.

Stanotte non so perché ho dormito. Forse ero stanca di non farlo. Dormire la mattina per compensare la notte insonne manco fossi un vampiro, manco lavorassi la notte. Beh, se pagassero anche me solo per pensare non sarebbe male per niente. Comunque sia penso che quella di sabato fosse solo un sogno ad occhi aperti, un'illusione, bellissima illusione che zitta zitta mi ha ingannato e ci è riuscita perfettamente. Solo per un messaggio? Sì solo per un messaggio che non arriva e che non arriverà. 

Ricordati di guardare il mare - BABIWhere stories live. Discover now