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La maggior parte delle volte non avviene un bel niente.
La maggior parte delle volte la notte sfuma in quella dopo, poi i giorni in giorni, le settimane in settimane, e...prima o poi si muore.
Ma all'inizio della serata tutto è possibile.
L'ingresso principale è chiuso, dobbiamo entrare dalla porta sul retro, affacciata su un corridoio davvero stretto e con una rampa di scale minuscola e fatta di legno. Sento il tintinnio di vetri rotti. Poi dagli altoparlanti parte Dujeous.

*All MCs in the house tonight, if your lyrics sound tight then rock the mic*

Le scale sono così strette che dobbiamo stare in fila, perché c'è chi scende nella direzione opposta.
Salutiamo qualcuno, ignoriamo gli altri.
In cima alle scale un corridoio sembibuio è addobbato con delle lucine di Natale.
Ci sono una serie di camere arredate con divani di pelle e cuscini, piene di gente.
Tutto è morbido: le luci, le superfici, le espressioni rilassate dei presenti.
Celine si china a dirmi qualcosa, ma le parole si perdono nel mormorio generale.
In breve anche Sofia e Denise sono sparite.
E mi ritrovo lì da sola, con il cuore a mille e un formicolio alle mani.
Faccio per andare a parlare con Sal, un paio di metri più avanti, ma un braccio mi circonda la vita.
Uno strani odore di naftalina mi invade. È Stefano.
Avvicina la bocca al mio orecchio.

-Fra, dov'eri finita? È una vita che ti cerco.

Mi volto, è paonazzo.

-Sei ubriaco.

Dico, in tono più accusatorio di quanto volessi.

-Sobrio quanto basta. E tu sei in ritardo.

Cerca di inarcare un sopracciglio.

-Sono le 10, non sono in ritardo. E poi ti ho chiamato.
-Mi sa che ho lasciato il telefono da qualche parte.

Fruga nelle tasche dei pantaloni.
Alzo gli occhi al cielo, esasperata.

-Sei un criminale.

Mi allontano in cerca delle mie amiche nella stanza, ma siamo disperse.
Nell'angolo c'è Lorenzo, con una camicia decisamente troppo larga e un paio di pantaloni strappati.
Parla con Julia "qualcosa", ridono.
Mi dà fastidio che non si sia ancora accorto di me.
In un certo senso spero che lo faccia e mi corra incontro come sempre.
E infatti...
Mi stringe a sé.

-Restiamo un'ora, non di più. Okay?

Fa col suo tono da guardia del corpo.
Mi avvicina la bocca al viso, quando lo fa sa di birra, e di sigaretta.
Quant'è strana la vita.
Non mi sono ancora tolta la giacca, ma lo fa lui e mi passa una mano sui fianchi.
È sudato.
Mi allontano quanto basta per parlare.

-Non quì, di fronte a tutti.
-Non ci guarda nessuno.

È una bugia, ci guardano tutti.
Lo vede.
Le mani strisciano sulla mia pancia.

-Non vedo l'ora di riportarti a casa questa notte.

Non so come prenderla, suona un po' da maniaco.
Ma sarebbe anche una frase dolce, il punto è che non riesco a concentrarmi su nulla che non siano le sue mani che mi assalgono.

-Trovatevi una stanza.

Sofia ci passa accanto e fa una smorfia.

-Questa è una stanza.

Lorenzo alza le braccia e indica lo spazio intorno a sé.
Mi rovescia un goccio di ciò che aveva dentro al bicchiere sul vestito, e impreco qualcosa sottovoce.

-Scusa, piccola.

"Piccola?"
'Uhh'
Guardo Sofia che alza le mani in segno di resa.
Come a comunicarmi di non guardarla così.

-Volete qualcosa?
-No ma grazie, abbiamo la nostra scorta.

Dice lei picchiettando il dito sulla bottiglia di vodka.

-Furbe.

Ammicca lui.
È più ubriaco di Stefano.
Sof si copre la bocca e ride.

-È un ritardato.

Dico non appena se ne va.

-Un ritardato carino.

Replica lei.

-È come dire "un mostro carino", non esiste.
-Certo che sì.

Sofia si guarda intorno sporgendo le labbra.

-Ma dov'eri finita?
-Abbiamo fatto un giro, ci saranno tipo 20 stanze quì.

Nota la mia espressione.

-Che c'è? Mica ti abbiamo abbandonata nel bel mezzo del nulla.

Ha ragione, non so perché mi girino così le palle.

-Dove sono Denise e Celine?
-Celine si è infilata in una delle mille camere da letto. Denise e Giuseppe litigano.
-Di già?
-Beh, si. Per i primi tre minuti si sono baciati, hanno aspettato il quarto per cominciare.

Scoppio a ridere.
Inizio a sentirmi più a mio agio, la vodka mi riempe la testa di calore.
La stanza sembra girare, è come stare su una giostra lentissima.
Io e Sof decidiamo di andare in missione di salvataggio per evitare che Denise e Giuseppe inizino una rissa.
È arrivata altra gente, sembra che la scuola intera sia quì.
In realtà ci sono solo 70/80 ragazzi.
Ci sono vari ragazzi di quinta-quarta, qualcuno di terza e delle ragazze carine di seconda.
Molti le odiano quando si presentano alle feste così.
Ma a me non frega nulla.
Quando arriviamo da i due ragazzi, loro si sono già riconciliati e lei è seduta in braccio a lui.
Sorrido.
...

-Secondo voi ci ricorderemo tutto questo?

Non so da dove mi escano le parole.

-Magari...tra 3 o 4 anni?
-Io non mi ricorderò niente domani.

Celine spunta dietro di noi.
Sof si avvicina al suo orecchio,sussurra qualcosa di incomprensibile.
Poi silenzio totale, come le tutte le persone in quella stanza fossero scomparse in un buco nero.
Mi volto verso la porta d'ingresso e vedo quella che è la sagoma di una ragazza sui 18 anni, alta e mora.

Angolo disagiata🕷️:
OKOK sono quel tipo di persona che promette di pubblicare ad un determinato orario e poi lo fa con mesi di ritardo.
Non picchiatemi bsjsksbaiak
Il fatto è che sto scrivendo una ff su una personcina molto bella di noma Vadym, e vi giuro che sarà il trash del trash.
Pace belli :)
Ciao💙

Francesca💙
(un po' di suspense osshy)

Senza Farlo Apposta. [wattpad 2018]Där berättelser lever. Upptäck nu