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Seguo il moro lungo un corridoio buio tra mobili e quadri di un blu fitto, quasi nero.
Laura deve avere un grande gusto in fatto di arte.
Lui accelera il passo.
Proseguiamo fino ad arrivare davanti una porta in legno,di colore bianco come le pareti che la circondano.
Lorenzo osserva la serratura.
Un sospiro.
Allunga la mano verso la maniglia apre la porta.
Entro nella stanza senza proferire parola.
Mi fermo davanti a quella che dovrebbe essere una console da gioco.
Mi guardo intorno.
Trecento libri di testo sono disposti ordinatamente sullo scaffale bianco appeso sopra il letto morbido.

-Una piazze e mezzo.
-Indovinato, wow.

E la detective Francesca colpisce ancora!-
Aspetta.
Ho parlato, ma non stavo pensando?

-Grazie, grazie mille signori.

Sui muri sono appese pagine dello Slenderman strappate e rovinate.
Sulla scrivania c'è un PC nero e un microfono da gaming.
Ben organizzato il ragazzo.
Lo invidio, la camera me la dovevo fare così.
Peluche dei personaggi dei videogames sono appoggiati agli angoli della camera.
Scruto ogni dettaglio finché noto con la coda dell'occhio Lorenzo fissarmi con aria di superiorità.
Mi volto lentamente.
I suoi occhi mi squadrano dalla testa ai piedi.

-Lorenzo, io-

Scuote la testa.
Sto tremando senza motivo.
Il ragazzo poggia la schiena al muro e incrocia le braccia.
Mi guarda.
Non lo so neanche io, quanto sia passato.
Ho la testa china sulle scarpe e sono immobile.
Inizio a mordermi il labbro dalla tensione.
Possibile che non regga uno sguardo?
Mi sento sotto accusa, è una sensazione mai provata prima.
Sento i suoi occhi addosso, che mi spogliano lentamente.

-Quindi, tu lo sapevi? Intendo, per tutto il tempo da quando ci siamo incontrati.
-Certo che no! Chi ti sembro?

Socchiude le palpebre.

-Mia madre ha parlato per ore e ore di te.
-Ah sì?
-Parlava di quanto fossi straordinaria, secondo lei mi saresti stata simpatica.
-Spero sia così, davvero.
-Non ho voglia di ucciderti, e ti ho fatto vedere la camera, che è sacra, quindi... Sì, diciamo che sei apposto.

Sorrido.

-Ed io?
-Mh?
-Vado bene o desiderava di meglio?
-Ci può stare, tutto sommato.

Ridacchia.
L'atmosfera è ancora molto strana, tuttavia mi sento fuori dalle orbite.
Sembro tranquilla, spero di sembrarlo davanti a lui.
Non ce la faccio.
Alzo lo sguardo e incrocio quello del moro.
Quelle due pozze nere sono ora illuminate solo dall'impercettibile luce della luna che entra dalla finestra.
Stacca la schiena dal muro e fa un passo verso si me.
Indietreggio.

-Ehi mica ti mordo!

Dice ironicamente.
Deglutisco, e lo lascio fare.
Osservo le sue labbra screpolate.
Sono di un rosa spento.
Il suo respiro si mozza.
Lo guardo senza parlare.
Non posso.
Non saprei cosa dire, nemmeno io me lo aspettavo.
Vorrei non essere quì, eppure.
Sono felice sia lui, immagina un altra persona.
Che cosa avrei dovuto fare?

-Ragazzi, è pronto in tavola!

E tutto finisce.
Ci voltiamo verso la porta e Lorenzo.

-Allora, hai deciso di venire a mangiare o vuoi rimanere in camera a fissare il vuoto?

Ridacchio e scendiamo a cena.

-Allora andammo a prendere la metro per andare a T-

La madre di Lorenzo racconta uno dei tanti viaggi fatti con lui, e mio padre fa qualche battutina ridicola ogni tanto.
Mi sembra qualcosa di organizzato.
Ho parlato un po' con la madre di Lorenzo prima di metterci a tavola, è una donna bella e molto intelligente.
E soprattutto istruita, sembra abbia una cosa come 5 lauree.
Ma a tavola va avanti così da più di due ore.
Giacomo si sbraccia nel tentativo invano di prendere la soia nel mobile in cucina.
Io e Lorenzo ci lanciamo delle occhiate confuse per poi tornare a mangiare.
Dopo poco il silenzio tra di noi si interrompe.

Senza Farlo Apposta. [wattpad 2018]Where stories live. Discover now