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18:51
Sono sdraiata sul letto guardando l'ennesimo episodio di Death Note.
Oramai sono più di 4 ore che guardo puntate su puntate.
Ho finito SAO, Re: zero e MLB in due giorni buoni.
Mi formicola la mano.
Sbuffo mentre aspetto che mi passi.
All'improvviso ripenso a quella mattina e nella mia testa prende forma l'immagine sfocata del moro.
Il suo sorriso.
Il suo fottuto sorriso.
Guardo il vuoto.
Penso e ripenso a non so neanche cosa.
Decido di investigare su di lui.
Prendo il cellulare e apro Facebook.
Milano.
Scuola **** ** *******.
Eccola.
Apro la page e cerco il nome Lorenzo.
348 risultati trovati.
'ma sicuri che sia una scuola e non la Gran Bretagna?'
"mah"
Sfoglio con il pollice tutti gli utenti...
"possibile che non abbia Facebook?"
I miei occhi si fermano su un'immagine.
"È LUI!"
'grazie Finn Wholfard, grazie!'
Clicco sulla piccola icona.
Lorenzo Ostuni.
18 anni.
Nato a Torino il 07/04/2000.
Ariete.
FBI sto aspettando che mi assumiate.
Con pochi click sono riuscita a scoprire più di quanto immaginassi.
Sfogo le immagini, sono incollata allo schermo.
Cavoli, questa non sono io.
Non mi riconosco, sembro una stalker.
E poi per cosa? Per uno incontrato due secondi fa che non ho mai visto prima, con cui ho scambiato sì e no una decina di parole?
Guardo lo schermo con gli occhi lucidi e mi rannicchio all'angolo del letto.

19:18
Sono ancora quì.
Nella stessa, identica posizione di venti minuti fa,a guardare immagini su Facebook.
Mi squilla il cellulare.
Ero persa in una dimensione parallela, dove sono finita?

"papi💪"

-Ehi?
-oh bene, sei viva allora.
-mh.
-preparati infretta.
-Ma come sono l-

Guardo lo schermo.
No.

-OH CAVOLO È TARDI.
-fai meglio a prepararti.
-SI-
-Avverti Giacomo.
-Sì, sì sì ma ora mi devo muovere.
-ciao tesoro.
-Ciao.

Come ho fatto a non accorgermi dell'orario?
Guardavo le foto di quello in continuazione, due domande me le dovevo fare.
Sono una stupida.
No, proprio ritardata.
Ah, al diavolo.
Spengo il cellulare, corro in camera di Giacomo.
Apro la porta e lo guardo giocare al PC.
Ha preso dalla sorella.

-Giacomo, vestiti.
-ma cos-
-non c'è tempo ti farai spiegare tutto dopo da tuo padre.
-ma-
-VE-STI-TI.

Mi guarda male, per poi aprire l'armadio.
In tutto questo ho scordato di dirgli dove andavamo quella sera.
Mi fiondo allo specchio del bagno.
Mi pettino i capelli ormai ricci a causa del vento di quella mattina.
In camera, prendo la borsa bianca.
Faccio appena in tempo a chiudermi la porta dietro che mi ritrovo il nanetto accanto.
È seduto sul divano e guarda la TV.

-Sei pronto?

Annuisce e spegne la Televisione.

-Aspettavo solo te.

Roteo gli occhi e vado verso la porta.
Apro e ci dirigiamo verso casa di Laura.
Non avendo la macchina ci siamo andati a piedi, la patente è un optional.
Da quando sono maggiorenne, non ho più quella voglia di vita di una adolescente normale.
Ho sempre sognato di raggiungere la maggiore età, chissà che forza.
Posso vivere da sola, l'auto, la disco...
Eppure, al mio compleanno, nulla è davvero cambiato.
Come solito.
Camminiamo in silenzio per le strade illuminate dai lampioni e dalle automobili.
Insegne, semafori, alberi, finestre.
Tutto fa da luce.
Sono comunque dispersa, dove mi trovo?

Eccoci.
Siamo davanti al portone di un palazzo.
Guardo mio fratello preoccupata, ha un'espressione agitata.
Tuttavia è più tranquillo di me.
Mi incoraggia e suono.
L'entrata si apre senza nessun rumore e entriamo.
Saliamo alcune scale e ci ritroviamo davanti a una porta bianca.
68.
Busso con le nocche della mano destra e la porta si spalanca.
Una signora sulla 50,capelli biondi e occhi scuri,fa capolino da lì dietro.
Sorride.

X-Ciao ragazzi!
Io sono Laura, ma credo mi conosciate.

Mio fratello sorride dolcemente.

-Piacere Signora.
-Voi dovete essere Giacomo e...?
-Francesca.
-Oh, hai davvero un bel nome, cara.

Arrossisco.

-Lei lo odia.

Esordisce mio fratello, a cui tiro una gomitata.
Laura ridacchia, e la tensione si scioglie un po'.

-Prego, sicuramente non avete voglia di rimanere lì fuori.
-Grazie Signora.
-Chiamatemi pure Laura.

Annuisco ed entriamo in casa.
È un bellissimo appartamento, devo dire.
Ha uno stile particolare.
Mi avvicino alla cucina e mio padre si affaccia sulla penisola.
Nell'aria è diffuso un odore invitante di pesce spada.
Le luci a LED sul soffitto mettono in risalto l'open-space tra salotto e cucina, con un bel tavolo di legno al centro.
Giacomo si fionda su dei salatini e, per quanto cerci di fermarlo, risulta tutto inutile.
Rimango in piedi nel salotto, indecisa se sedermi o no.
Sono leggermente a disagio.

-Siediti pure Francesca, non farti problemi.
-Oh no, non si preoccupi, sto benissimo così.

Ma che mi prende?
Ovvio che voglio sedermi, da dove arriva questa educazione?
Sorride e guarda l'orologio.
Sospira.

-Lorenzo, scendi, sono arrivati!

Lorenzo?
È solo una coincidenza.
O forse no.
Sarà qualcun altro.
O forse no.
Vorrei esserne convinta.
Nel frattempo, sento una vocina sibilare qualcosa.

X-Eccomi.

Mi volto leggermente verso le scale.
No, non lui.
Non qui.
Non adesso.
Non oggi.
Per poco non svengo.
Sono sul punto di farmi tirare uno schiaffo, bene.
Vi prego, se è un sogno voglio svegliarmi.
Il moro si volta verso di me e sgrana gli occhi.
Ci guardiamo per secondi interminabili.
È fermo sulle scale, io poco più in basso, accanto al tavolo da pranzo.
Uno sguardo totalmente muto.
Non resisto.

-Sei-
-Tu.

Sono così impegnata che non mi accorgo di Laura e mio padre che ci guardano dalla cucina con espressione più imbarazzata della nostra.
Mi volto e mi gratto la nuca, ancora più agitata.
Laura sorride.
Lorenzo va verso la cucina e afferra un saltino, tentando disperatamente di ignorare la situazione.
La madre tossisce e il moro posa lo snack salato.
Avrei sorriso divertita, se solo la tensione non superasse tutto il resto.

-Allora, perché non vi presentate a vicenda?

Mi volto verso Lorenzo che diventa più rosso del rossetto della madre.
Ridacchio e lui mi sorride.
Si avvicina e mi si piazza davanti.
Il mio viso è a pochi centimetri dal suo collo.
Sono bassa. È ufficiale.
Si allontana un po' e mi porge la mano.

-Lorenzo, piacere.

Lo guardo ridere e mi tingo di rosso, ridendo a mia volta.
La situazione è più ironica del previsto, cavoli.
Lo ho stalkerato per giorni e giorni.

-Francesca, piacere mio.

Gli stringo la mano.
Brividi.
Brividi ovunque.
Facciamo un respiro, ve ne prego, devo calmarmi.

-Lory, che ne dici di far vedere la tua camera a Francesca?

No.
Devi dire n-

-OH, ehm, va bene suppongo, per te?
-Benissimo.

"No" è troppo complicato da dire?
Vorrei fare bella impressione.

-Giacomo, sali con loro.
-no non si preoccupi.

Va all'inferno, potevi anche ricambiare i favori che ti faccio ogni giorno.
Pensi che così funzioni?
No, perché, non funziona.
Mentre io e Lorenzo saliamo le scale, Giacomo mi fa l'occhiolino.
Lo strangolo quel ragazzo.

Angolo disagiata🎮:
Ehi ragazzi, capitolo 6.
La madre di Lorenzo parla come mia nonna.
Se la mia storia vi piace lasciate una stellina e commentate consigliando come migliorarla.
Ora mi preparo per uscire.
Ciao,

Francesca💙

Senza Farlo Apposta. [wattpad 2018]Where stories live. Discover now