Chapter 16 - La Città di Ossa

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Clarke's POV

I ragazzi erano tornati all'accampamento e Clary stava spiegando alla gruppo che cosa era successo poco prima con suo fratello – [...] quando ho affondato il pugnale non era neanche ferito, ha riso ed è scomparso, mi sembra ancora di sentire nelle orecchie quella risata demoniaca – quando Clary ebbe finito di parlare tutti guardarono Magnus, anche lui palesemente confuso, che si rigirava al dito una grande anello su cui era incisa una "L" e una fiamma... Lo stregone rimase in silenzio ancora per qualche secondo e poi parlò con voce tesa – É chiaro che Jonathan è più forte di quanto ci aspettassimo anche in questa dimensione, ma non ho idea di come abbia fatto... non ho mai visto niente del genere in tutti i miei 400 anni di età... anche se ha sangue demoniaco non può essere immortale, Clary lo ha riportato alla sua forma umana a Toronto... non c'è possibilità che sia riuscito a tornare alla sua forma demoniaca più potente... non in questa dimensione almeno... deve aver trovato un altro modo – prese parola Jace – Se neanche Magnus riesce a capirci qualcosa allora ci resta un'unica speranza... - Alec completò la frase del suo parabatai – I Fratelli Silenti, dobbiamo andare alla Città di Ossa – Clarke aggrottò le sopracciglia e incrociò lo sguardo di Bellamy che aveva incrociato le braccia al petto e scrutava con fare interrogativo Alec. 
Fu Isabelle a parlare – I Fratelli Silenti sono Shadowhunters, ma per essere più forti si mutilano con delle rune molto potenti, se c'è qualcuno nel mondo invisibile che può aiutarci sono loro – Bellamy e Clarke annuirono e poi rivolsero la loro attenzione ad Alec che stava impartendo gli ordini – Partiremo il prima possibile Clary, Isabelle, Jace e io ma visto che la cosa riguarda anche i terrestri porteremo anche Clarke, non è una mondana comune è probabile che riesca a entrare. – tutti annuirono ma Bellamy scosse il capo è con tono deciso obbiettò – Siete forse impazziti? Voi siete due coppie di parabatai avete giurato di proteggervi e siete anche armati ma Clarke sarebbe sola... non rischierà la vita solo per una vostra faida familiare... verrò anche io e mi assicurerò che non accada niente a Clarke – Clary lanciò un'occhiata assassina a Bellamy, probabilmente per aver definito la sua situazione con suo fratello psicopatico una "faida familiare", ma tutti gli altri si limitarono ad annuire e Alec sogghignò come soddisfatto da quello che Bellamy aveva affermato.

Con un rapido gesto delle mani Magnus aprì il portale, Clarke rimaneva sempre sbalordita ogni volta che vedeva lo stregone all'opera.
Vide Alec tra le braccia di Magnus, Simon che stringeva la vita di Isabelle da dietro e Jace con il braccio intorno alla vita di Clary che aveva la testa appoggiata sul suo petto. Immersa in tutto quell'amore Clarke si ritrovò a cercare con lo sguardo il ragazzo dagli occhi color ossidiana.

Il portale si chiuse alle spalle di Clarke e i ragazzi si ritrovarono ai margini di un bosco, avanzavano in una fila indiana capitanata da Alec e chiusa da Bellamy. Si fermarono in prossimità dell'entrata di una grotta, la Città di Ossa, Alec fece un cenno con la testa esortando il gruppo a seguirlo all'interno.

Quando gli occhi di Clarke si abituarono alla penombra, vide un lungo corridoio, il tutto era immerso un agghiacciante silenzioso.
L'unico rumore era quello dei passi di Clarke, davanti a lei Jace e Alec avanzavano spalla contro spalla l'uno con la spada angelica sguainata, l'altro con arco e frecce, mentre Clary e Isabelle camminavano vicine, Clary impugnava le sue lame e Isabelle teneva la sua frusta.
Clarke era distante pochi passi da loro, le braccia lungo i fianchi finché non sentì una mano afferrare la sua, si voltò e incontrò gli occhi di Bellamy, abbassò lo sguardo per non mostrare il rossore delle sue guance e vide le loro dita perfettamente intrecciate, alzò di nuovo la testa, Bellamy la stava guardando e sul suo volto cera un timido sorriso e per un istante si persero a guardarsi.
Fu la voce di Isabelle a richiamarli alla realtà, Clarke ruppe il contatto visivo con Bellamy e puntò gli occhi verso la statua che avevano davanti, era un angelo vestito da battaglia, impugnava una spada su cui c'era una frase incisa: "Nephilm facilis descensus averno" , Clarke non potette trattenersi dal chiedere – Che cosa significa questa frase? – allungò la mano come per toccare la spada ma venne bloccata da un gesto di Isabelle che le lanciò uno sguardo di avvertimento.
Jace fece per rispondere alla domanda di Clarke ma venne bloccato da un gesto di Clary che si affrettò a risponderle – E latino, significa: "Per gli Shadowhunters la discesa all'inferno è facile" – Jace guardò la sua ragazza fingendo di essere offeso, borbottando qualcosa su una certa battuta, la rossa gli rivolse uno sguardo tra il divertito e l'interrogativo, poi entrambi si unirono alle risate di Alec e Isabelle mentre Clarke e Bellamy erano sempre più confusi.
Dopo poco ripresero a camminare lungo il silenzioso corridoio e Clarke sentì di nuovo una sensazione di nausea, Bellamy la prese di nuovo per mano e le sussurrò – Tranquilla principessa, ci sono qua io – e Clarke arrossì di nuovo suo malgrado.

Quando una figura incappucciata emerse dalle tenebre, Clarke si sentì mancare e quando questa sollevò il cappuccio la bionda dovette mordersi linterno guancia per non urlare e strinse più forte la mano di Bellamy... La figura era completamente calva e la bocca e le palpebre erano cucite... era un fratello silente. Clarke poi sentì un forte dolore alla testa e poi una voce sconosciuta... in pochi secondi realizzò che il fratello silente le stava parlando nella mente, la ragazza odiava quella sensazione, si sentiva violata come se la figura fosse riuscita a valicare il confine della sua mente e ora si stesse divertendo a mandarle in corto circuito il cervello.
Spostò lo sguardo su Clary che le fece un compassionevole sorriso... come se comprendesse cosa Clarke stesse provando.
La bionda incontrò poi due paia di occhi scuri che la scrutavano con preoccupazione, Clarke sorrise a Bellamy come per rassicurarlo e il ragazzo la tirò più vicina per poi rivolgere di nuovo la sua attenzione ad Alec che si era fatto avanti e parlava con spiccata sicurezza nella voce – Fratello Geremia, abbiamo delle domande riguardo Jonathan Morgestern - il fratello interruppe Alec con la sua voce risoluta e oscura – Siamo già al corrente di quelle che è accaduto, Alexander Lightwood... incluso quello che è successo quando sua sorella Clarissa Fairchild ha tentato di ucciderlo – Clarke non si aspettava che il Fratello Geremia sapesse ogni dettaglio di quello che era accaduto nella loro dimensione... guardò i Cacciatori che invece non sembravano impressionati e in il quel momento Clarke comprese il potere dei Fratelli.

Geremia poi voltò la testa di scatto e si rivolse a lei e a Bellamy, Clarke si sentiva le sue orbite vuoto puntate addosso, si sentiva studiata minuziosamente e si voltò per incontrare lo sguardo del maggiore dei Blake... il ragazzo aveva serrato la mascella e scoccava sguardi pieno di diffidenza al Fratello. Clarke aprì la bocca per presentarsi ma venne fermata da un cenno della scarna mano di Geremia che aveva ricominciato a parlare – Non serve che vi presentiate, so esattamente chi siete... Clarke Griffin e Bellamy Blake. – Clarke, sbigottita, non riuscì a gestire l'impulso di chiedere come facesse Geremia a conoscere i loro nomi, questo spostò lo sguardo su Bellamy e rispose in tono monocorde – Voi venuti dal cielo non avete neanche la più pallida idea del potere dell'Angelo Raziel – Clarke tentò di replicare ma Clary, spazientita, attirò l'attenzione di Geremia iniziando a parlare – Fratello Geremia, perché Jonathan non è morto quando l'ho pugnalato? – il Fratello girò il capo e rispose – Jonathan Morgestern ha sangue di demone, i terrestri hanno sangue nero... mescolati insieme possono rendere qualcuno molto più forte anche di un demone. – Isabelle, palesemente preoccupata, prese parola – Quindi adesso Jonathan è immortale? – Fratello Geremia riprese a parlare – Non esattamente Isabelle Lightwood, solo una cosa può annientarlo – Jace si spazientì – Beh allora che aspetti a parlarcene? – il Fratello non parve disturbato dalla reazione del biondo – Pazienta Jace Herondale, l'unico modo per ucciderlo è trafiggerlo con la spada chiamata "Eclissi di luna" la leggenda narra che sia una delle armi più potenti mai create, ma non esiste più, dovete riforgiarla... dovrete fondere gli Strumenti Mortali e poi immergerla nel sangue di Lilith.- Clarke non aveva idea di cosa significassero le parole di Geremia ma quando osservò a uno a uno i volti dei quattro cacciatori, completamente privi di colore, capì che non era niente di buono.

~Shadowhunters|| The 100~ Nephilim e ColoniWhere stories live. Discover now