Capitolo 9.

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Quella mattina, la mattina seguente, mi svegliai con un peso sul petto, un peso però non negativo come quello di tutti gli altri giorni.
Sentii il fiato caldo di qualcuno sul petto e rabbrividii poggiandomi subito dopo una mano sul viso per aprire gli occhi lentamente, senza che il sole che proveniva dalla finestra mi colpisse.

Abbassai subito lo sguardo, persi un battito alla vista che avevo davanti: Filippo aveva la guancia spiaccicata contro il mio petto, gli occhi chiusi, le labbra leggermente aperte e i capelli sulla fronte.
Un sorriso apparve sulle mie labbra senza che neppure me ne rendessi conto; era meraviglioso, sembrava un angelo caduto dal cielo. Spostai la mano sul suo viso e gli accarezzai lo zigomo arrossato, poi andai verso i capelli e giocai un po' con i suoi riccioli morbidi quando, ad un tratto, sentii un finto colpo di tosse che mi fece cadere dalle nuvole.
"Buongiorno."
Disse una voce calda, quasi accogliente che però non proveniva dal ragazzo che avevo spiaccicato di sopra.

Voltai subito il viso verso mia sinistra e la figura di Lorenzo comparve nella mia visuale; sorrideva come un ebete e ci guardava come se fossimo due opere d'arte, tant'è che arrossii.
Lentamente mi misi a sedere, dopo aver spostato il viso di Filippo sul cuscino, e appoggiai le spalle contro la trabacca del letto.
"Da quanto sei lì a fissarci, Loris? Sei inquietante, lo sai?"
Sussurrai affondando una mano tra i capelli del rossiccio ancora dormiente, per l'ennesima volta, e prendendo ad accarezzarli con delicatezza.

"Abbastanza da capire che se sei con lui, diventi l'uomo più felice del mondo."
Abbozzò un dolce sorriso, si passò una mano sul viso e sospirò subito dopo.
"Mentre dormivi hai detto più volte il suo nome e poi hai sorriso come un ebete stringendotelo forte al petto come se effettivamente sapessi che eri qui con lui; lui, d'altro canto, non si è svegliato ma si è accucciolato contro la tua spalla e si è rilassato."
Fece una piccola pausa, pausa in cui voltò lo sguardo verso la finestra e si perse a fissarne la vista, poi riprese a parlare.
"L'ultima volta che ti ho visto dormire da solo, hai avuto incubi per tutta la notte; questa volta invece sei stato tranquillo e non hai avuto gli stessi problemi. Proprio perché c'era lui al tuo fianco, secondo il mio parere."

Abbassai lo sguardo verso quello che avrebbe dovuto essere il mio migliore amico, verso colui che sentivo essenziale nella mia vita, e sospirai osservando il suo viso rilassato; era vero che, dormendo con lui, quegli incubi che incombevano su di me, la notte, avevano smesso di presentarsi, quegli incubi che mi disturbavano il sonno si erano allontanati dal mio corpo e mi avevano lasciato in pace forse proprio perché avere Filippo vicino era come avere una protezione, un angelo custode che vegliava su di me, che riusciva a combattere tutti i mostri che si presentavano nel mio cervello. In fondo l'ho sempre detto, no? Lui è un angelo, nonostante tutto.. il mio angelo.
"Mi manca, mi manca così tanto.
Sento un peso sul petto ogni volta che lo fisso, da lontano, da vicino, anche solo pensarlo mi fa stare male; ma sai perché? Perché, Lori te lo giuro, è tutta la mia vita.
È l'unico che riesce a rendermi felice, che riesce a mandare a fanculo quei pochi neuroni che mi sono rimasti nel cervello, che riesce a tranquillizzarmi con un semplice abbraccio, che riesce a farmi sentire speciale con quei suoi occhioni che mi fissano -fissavano, più che altro- pieni d'amore, con quei suoi occhioni che mi mettono -e mettevano anche prima- un'ansia assurda perché è come se riuscissero a scavarmi dentro l'anima, come se riuscissero a leggermi nel pensiero e a captare ogni mia singola emozione, positiva o negativa che sia.
Mi manca perché con lui ero felice, con lui sono felice tutt'ora nonostante tutto quello che è successo; con lui, le mie giornate diventavano sempre meravigliose, perdevo la cognizione del tempo e non smettevo mai, e dico mai, di sorridere, di essere allegro e solare perché, anche se succedeva qualcosa, lui era sempre lì ad alzarmi il viso con due dita, a guardarmi negli occhi e a dirmi che ce l'avrei fatta con lui al mio fianco.. e io ci credevo, io ce la facevo davvero! Invece guardami adesso: lui non c'è e io non riesco ad andare avanti da solo, nonostante ci provi con tutte le mie forze. E sai perché non ci riesco? Perché la mia forza era lui, solo e soltanto lui."

Centomila Volte.. {Eiram.} Kde žijí příběhy. Začni objevovat