Prologo.

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Einar aveva nove anni, Filippo sei..
entrambi quel giorno si ritrovarono a festeggiare il compleanno del loro migliore amico, Lorenzo, che ne aveva appena compiuti sette.

Erano, più o meno, le otto del mattino e Filo era già vestito e pronto per incontrarsi col cubano e per poter creare un qualcosa da regalare al loro migliore amico che quel giorno avrebbe compiuto gli anni e che, quella sera, avrebbe festeggiato insieme ai parenti e a loro due; Einar si presentò mezz'oretta dopo a casa del toscano.

"Ein, finalmente sei arrivato!"
Sorrise di getto Filippo, vedendolo entrare dal cancello della propria casa, ed uscì di corsa dalla porta per poter corrergli incontro ed abbracciarlo più forte che poteva.
Si era conosciuti quella stessa estate a Brescia, quando il toscano era in vacanza e il cubano era arrivato da poco in città ma si stava già trasferendo in Toscana.
Avevano fatto subito amicizia e di conseguenza anche le loro madri andavano molto d'accordo.

"Ciao Filo, come stai?"
Domandò Ein un po' impacciato a causa dell'abbraccio, perché nonostante ormai conoscesse Filippo da due mesi pieni, era un po' timido a tutta quell'intimità.. in ogni caso lo strinse a sé e gli scompigliò i capelli prima che il bimbo dagli occhi verdi lo prendesse per mano e lo tirasse dentro casa, ridendo.

"Tutto beneee, però adesso creiamo il regalo per Lorii altrimenti non faremo in tempo per darglielo questa sera."
Disse sbattendo la porta di casa e dirigendosi verso le scale; venne però fermato dalla madre che uscì dalla cucina e lo guardò con espressione arrabbiata.

"Filippo Maria Fanti.
Quante volte ti ho detto di non sbattere così forte la porta?
Arriverà il giorno in cui la romperai!"
Incrociò le braccia al petto cercando di non farsi sottomettere dal suo tenerissimo broncio, ma quando si accorse di Einar si addolcì immediatamente e gettò le braccia lungo i fianchi.
"Ciao piccolo Einar, non pensavo arrivassi così presto.
Vuoi mangiare qualcosa prima di andare su con quel monellaccio di Filippo?"
Rise guardando il proprio figlio e scuotendo la testa divertita.

"No, grazie signora.
Ho già mangiato."
Sorrise dandole un bacio sulla guancia per salutarla, per poi guardare Filippo che era quasi indignato.

"Sei sempre la solita, mamma.
Quando c'è Ein, ti addolcisci sempre in meno di mezzo secondo."
Sbuffò e prima che la donna potesse parlare, prese la mano del cubano e lo tirò nella propria stanza chiudendosi la porta della propria stanza alle spalle.

Il bimbo dagli occhi azzurri rise leggermente alla fretta dell'altro e, una volta che furono soli, abbracciò Filo per cercare di tirarlo su di morale.
"Dai Filo, non essere arrabbiato con tua madre.
Ti ha solo detto di non sbattere la porta.. si è arrabbiata per questo non per altro."
Sussurrò lasciandogli un bacio sulla fronte per farlo smettere di fare il broncio.
"Perché adesso non ci concentriamo sul regalo da fare per Lori?
Così magari finiamo prima e poi vai ad abbracciare la mamma e a chiarire con lei."
Consigliò dunque il più grande facendo sorridere il toscano che alzò gli occhi verso di lui, appoggiò una manina sulla sua guancia e sospirò.

"Va bene, Ein.. grazie.
Sei così prezioso."
Sussurrò mordicchiandosi il labbro spingendosi verso il suo viso e guardando le sue labbra.
"Mamma e Papà si baciano sulle labbra perché si vogliono tanto bene, vero?
Noi non possiamo fare lo stesso?"
Chiese a quel punto sollevando gli occhi verso quelli del cubano che era rimasto paralizzato a quelle parole.

"Oh beh.. cioè, ecco io..
io non credo che..
come p-posso spiegarti.."
Balbettò il bimbo non sapendo effettivamente come spiegargli che due maschi non potevano stare assieme e che comunque il bacio era un gesto che poteva essere compiuto tra fidanzati e non tra amici.

Ma OcchiVerdi non lo lasciò finire di parlare e gli schioccò un bacio a stampo, facendo combaciare perfettamente le loro labbra per un secondo esatto.
"Beh.. non c'è nulla di male, secondo me.
E non è nemmeno una brutta sensazione."
Sorrise soddisfatto ridacchiando all'espressione perplessa dell'altro che praticamente aveva la bocca semi-aperta in uno stato di shock e le guance tutte rosse.

Centomila Volte.. {Eiram.} Where stories live. Discover now