Thirteen: stench of burnt.

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Come se io non fossi stata abbastanza.

Adesso che avevo imparato -a mie spese- a tirare avanti, pensando unicamente al mio bene, adesso che avevo imparato a difendere me stessa e le persone che amavo, adesso che avevo finalmente imparato ad essere forte e non aver paura ad alzare lo sguardo, non avevo intenzione di ritornare ad essere debole o vulnerabile per colpa di qualcuno, perché l'amore portava solo a quello, era per i deboli. L'amore ti indeboliva. Ti esponeva difronte a numerosi agguati, ti entrava dentro ancor prima che tu potessi accorgertene, e si ritagliava con grande prepotenza un proprio spazio personale, grande quasi come un pugno. Dietro la gabbia toracica, sopra i polmoni, leggermente a sinistra. Lì, esattamente all'altezza del cuore. E non si schiodava più. Sapeva metterti in trappola perfettamente perché, grazie a quella particolare posizione, dava all'altra persona sia il tempo di studiarti che, di conseguenza, le giuste armi con cui colpirti. E i suoi dardi non lasciavano scampo a nessuno. Quasi come il migliore dei cacciatori, era in grado di individuare i tuoi punti deboli, e non esitava a colpirti proprio lì, proprio in quei punti, giusto per farti affondare prima. E, per l'amore, per questo folle sentimento, non esistevano mai cartellini rossi, i falli non erano calcolati. L'amore era anche egoista sotto quest'aspetto, pensava unicamente a se stesso. L'amore poteva tutto, ma contro di lui chiunque, o qualunque cosa, non poteva niente.

Non era roba per me, l'amore.

Non potevo permettermi di mettere la mia vita nelle mani di qualcuno, o peggio, che qualcuno potesse avere in mano la mia vita contro la mia volontà. Non potevo perché la mia vita era sempre stata uno schifo, ed ero certa che qualsiasi cosa si sarebbe imbattuta sul mio cammino avrebbe finito per essere macchiata irrimediabilmente. Sarebbe stata rovinata, proprio come la sottoscritta. A dire il vero, non ero nemmeno sicura di poter essere in grado di amare, poiché, durante tutta la mia banale esistenza, di amore ne avevo ricevuto ben poco.

In ogni caso, però, non volevo aver nulla a che fare con tutto ciò: non m'interessava intrecciare alcun tipo di rapporto, meno che meno con quello sbruffone di Styles. La mia vita era già abbastanza difficile, altre complicazioni non rientravano tra i piani. E l'amore portava con sé solo questo, figuriamoci se accoppiato ad un tipo come Harry, così altezzoso e lunatico.

A proposito di quest'ultimo, mi ricordai esattamente in quell'istante che, a quanto pareva, non avendolo visto girovagare per la casa nei panni di uno zombie, si doveva trovare ancora nella mia stanza; il che, da un lato, era un sollievo, considerando che non avevo ancora avuto modo di parlare con mio fratello riguardo a questa situazione per informarlo della presenza del riccio. Sinceramente lo shock che si sarebbe certamente impadronito del viso di Jason non appena avrebbe spalancato la porta della mia stanza, e avrebbe trovato Harry nel mio letto, era l'ultima cosa che volevo vedere. Volevo parlargli prima, volevo spiegargli chi fosse e cosa ci facesse a casa nostra, volevo...

«Maxine!» sentii strillare dal piano superiore mio fratello «Chi diavolo è questo qui?!».

Come non detto.

Sospirai, appoggiando sul bancone della cucina la tazza fumante di caffè che tenevo tra le mani. Feci per dirigermi al piano superiore, quando, all'improvviso, venni bloccata sulla soglia dalla figura scossa di mio fratello, che mi si parò innanzi con una faccia alquanto confusa.

«Chi è?» domandò di nuovo, incrociando le braccia al petto e corrucciando la fronte in un'espressione seria, in attesa di una risposta da parte mia. Sebbene avesse solo undici anni, a quel ragazzino non sfuggiva nulla.

Sins » h.s Where stories live. Discover now