"Sono fregato"

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Fare l'inventario era una delle cose che Magnus detestava di più, perchè significava passare un'intera giornata chiuso in casa tra artigli di lupo, sangue di vampiro, lucertole cornute e altri ingredienti alquanto schifosi.

E soprattutto non poteva nemmeno sfoggiare i suoi outfit migliori, dato che non usciva di casa: quel giorno, infatti, indossava dei jeans ricoperti di brillantini e una T-shirt nera con la vistosa scritta il pailettes "SE MI VUOI BATTI LE CIGLIA". Decisamente quello non era una dei suoi outfit migliori.

Proprio in quel momento per il loft riecheggiò il trillo del campanello.

Se c'era una cosa che Magnus detestava di più del dover fare l'inventario, era il venire disturbato mentre faceva l'inventario.
"CHI OSA DISTURBARE IL SOMMO STREGONE DI BROOKLYN?" urlò irritato al citofono.
"Ehm - rispose una voce (molto pentita di aver citofonato) - sono io. Intendo, Alec. Alec Lightwood."
Il cuore di Magnus saltò un battito: era davvero lui? Era proprio quello Shadowhunter? Quello carino?

"Sì Magnus, è quello carino. Ma è anche quello invaghito del biondino, Wayland qualcosa. Ed è uno Shadowhunter, quindi non ti fare idee strane, senti cosa vuole e dimenticalo." si disse Magnus prima di aprire il portone.

Una volta aperto, si avviò alla porta, la aprì e si appoggiò all'uscio, nell'attesa che il Nephilim comparisse in cima alle scale.
E il Cacciatore non tardò ad arrivare.

"Alexander Lightwood - esordì lo stregone - a cosa devo il piacere?"

Nel porre la domanda, Magnus si accorse che nella sua voce non c'era alcun sarcasmo: era davvero un piacere averlo lì.

Alec cercò di guardare attraverso la porta.

"Hai compagnia?" chiese il giovane.

"Compagnia. Pff, se avessi compagnia andrei in giro conciato così, secondo te?" fu tentato di dire lo stregone, ma si limitò ad un "Perchè vuoi saperlo?"

"Meglio, così è molto più misterioso" pensò Magnus, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla risposta del Nephilim: "Speravo di poter entrare a parlarti".

"Mhh" Magnus lo squadrò dall'alto in basso. Il ragazzo era davvero niente male.
"Ok, va bene. Entra pure" disse facendosi da parte e chiudendo la porta alle sue spalle dopo che fu entrato.

Magnus osservò il Cacciatore guardarsi intorno: sembrava... smarrito, come se non riconoscesse il posto e si stesse chiedendo come mai si trovasse proprio lì, ma non sembrava pentito di esserci venuto. Almeno, non ancora.

"Ti andrebbe del tè?" chiese lo stregone per rompere il ghiaccio, accomodandosi sul divano.

Alec fece sì con la testa e Magnus gli fece comparire in mano un bicchiere di carta di "Joe, l'Arte del Caffè". Quel locale faceva il tè più buono di Brooklyn.

"Per l'Angelo" esclamò lo Shadowhunter.

"AMO quel modo di dire! È così caratteristico!"

"Ma bravo Magnus! "Amo quel modo di dire." Non avevi niente di più intelligente da dire?!" si rimproverò lo stregone.

"L'hai rubato questo tè?!"

Shadowhunters. Estremamente moralisti. Meglio ignorare la domanda e concentrarsi sul motivo che aveva spinto il Cacciatore a interrompere il suo inventario.

"Dunque - iniziò Magnus - perchè sei qui?"

Alec bevve un sorso di tè, poi rispose: "Volevo ringraziarti per avermi salvato la vita."

ASPETTA, CHE?!?! UNO SHADOWHUNTER CHE RINGRAZIA UN NASCOSTO?!

Magnus aveva vissuto una vita molto lunga, ma l'unico Shadowhunter ad averlo mai ringraziato era stato Will Herondale, secoli prima. E ciò che aveva fatto per lui era stato molto più faticoso di quello che aveva fatto per Alec.

"Volevi ringraziarmi" disse lo stregone, ancora incredulo.

"Mi hai salvato la vita - iniziò il ragazzo - ma stavo delirando e non credo di averti ringraziato, non davvero. So che non eri obbligato a salvarmi, quindi grazie."

"Per Lilith - pensò lo stregone - e ora cosa dico?"
Era la prima volta che Magnus rimaneva senza parole.

"Di... niente?"

Alec posò il bicchiere del tè su un tavolino.
"Forse dovrei andare".

Oh no. No, no e poi no! Non se ne sarebbe andato così facilmente, non dopo aver fatto a piedi tutta quella strada quando poteva inviargli un messaggio di fuoco. C'era sicuramente qualcosa che non gli aveva detto.

"Dopo aver fatto tutta questa strada? Tutta la strada fino a Brooklyn solo per ringraziarmi? In quel caso, avresti faticato per niente."

Poi Magnus si alzò e si avvicinò ad Alec. Gli posò una mano sulla guancia e gli sfiorò lo zigomo con il pollice.

Una parte della sua mente si stava chiedendo perchè lo stesse facendo ed era tentata di allontanarsi, cancellargli la memoria e mandarlo via. Ma l'altra parte, quella che in quell'istante controllava il cervello di Magnus, era tentata di avvicinarsi di più, di azzerare la distanza tra i loro corpi, di... E quello cos'era?

Lo stregone scorse un'ombra con la coda dell'occhio: era il Presidente Miao.
E allora gli venne un'idea. Si staccò da Alec, agguantò il gatto e si voltò nuovamente verso lo Shadowhunter mentre il Presidente si accoccolava tra le sue braccia e fissava il Nephilim.
Non gli stava soffiando, non gli era saltato addosso. Lo stava solo fissando, quindi Alec piaceva al Presidente. E chi piaceva al Presidente, piaceva a Magnus.

"Sei diverso da quello che mi aspettavo." Ed era vero.

"Da uno Shadowhunter?"

"No, da un Lightwood."

"Non immaginavo che conoscessi così bene la mia famiglia."

Nella mente di Magnus comparvero dei volti: Benedict Lightwood, il verme gigante; l'insopportabile Tatiana e la bellissima Grace; i fratelli Gideon e Gabriel; e, più recentemente, Maryse e Robert.
Per quanto alcuni avessero cercato di essere meno snob e fare la cosa giusta, Magnus aveva sempre odiato i Lightwood. Poi era arrivato Alec, ed era cambiato tutto.
Beh, certo, neanche sua sorella Isabelle scherzava.

"Conosco la tua famiglia da centinaia di anni. - spiegò Magnus - Ora, tua sorella. Lei è una Lightwood. Tu..."

"Ha detto che ti piacevo."

"Lei ha detto cosa?"
Okay, come aveva fatto a capirlo se lo stesso Magnus se n'era appena accorto?!
"Aspetta. Quindi è vero. Alexander Lightwood mi piace. Mi piace sul serio?!
Perfetto, sono fregato" pensò sospirando lo stregone.

Come tutto ebbe inizioWhere stories live. Discover now