17.

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Uscire in giardino e trovare la propria compagna, incinta di sei mesi e mezzo, in bilico su una scaletta a tre gradini che stende il bucato.

Esattamente quello che non ci vuole dopo una mattinata passata a borbottare seduto in mezzo ad pile di documenti da rileggere e firmare.

Sarebbe stato meglio lavare le scale. Senza scherzi. Quando mai, gli sarebbero venuti i calli alle ginocchia, non al culo.

Di tanto in tanto il suo capo glielo affibbia come incombenza. Lo sa, che ancora dopo tanto tempo si diverte a imporglielo come castigo: lui impreca a mezza voce, alza gli occhi al soffitto e poi si siede cominciando a sentire già i crampi alle dita e al cervello, ma non si ribella. Se ne sta zitto e quieto a rincoglionirsi tra le scartoffie, i verbali degli interventi, con Ishiwara che gli porta un caffè e Aruimi che passa, ghigna e poi gli chiede come sta Uraraka, togliendogli anche la voglia di risponderle per le rime.

E ora si rischia l'embolo.

Non può neanche mettersi ad urlare altrimenti la fa spaventare. Deve aspettare con calma che si accorga di lui, e solo dopo potrà cantargliene quattro.

Quasi per proprietà telepatica lei si volta, gli sorride. << Ehi, Katsuki! Quando sei arrivato? >>.

<< Da abbastanza per vedere quello che stai combinando! >>.

<< Cioè, scusa? Stendere il bucato? >>.

Bakugō non ci vede più. Come può essere tanto incosciente? << Tu sei pazza! Scendi da lì, subito! >>.

<< Ah, falla finita, Katsuki >>. Inverosimilmente non è dalla bocca di Uraraka che viene fuori questa frase, ma da quella di sua madre, Mitsuki. Che gli passa accanto, con fare tranquillo.

<< E tu dove cazzo eri, che glielo lasci fare?! Siete impazzite tutt'e due?! >>.

<< Guarda che quando ero incinta di te facevo molto peggio. E guarda come sei venuto fuori tu >>.

<< Col senno di poi non è che la cosa mi rassicuri molto >>.

Mistuki lo fissa allibita. << No, ma stai cominciando a mettere buon senso? La paternità comincia a darti alla testa fin d'ora? >>.

<< Fanculo >>.

<< Ma che tenero, il mio paparino ... Non vedo l'ora di diventare nonna. Sarà bellissimo ricominciare con tutte quelle adorabili cose da neonati ... >>, mormora estasiata, strizzandolo come un peluche.

Katsuki se la stacca di dosso, brusco. << Ma non eri tu che ti incazzavi perché ti chiamavo "vecchia"??? E poi non te lo sognare proprio. Non ti permetterò di cominciare a rompere i coglioni a mio figlio già dalla culla >>.

Mitsuki alza le spalle, ridacchiando. << Okay. Vado a fare la spesa. Vi serve qualcosa? >>.

<< Sì, che non torni per le prossime due ore almeno >>.

<< Oh >>. Lo sguardo della donna si fa sapiente. << Ohhhh ... D'accordo >>.

L'embolo minacciato prima ora è in circolo. Se lo sente, che gli prenderà un accidente a breve. << Ma la vuoi finire???? Era per dire! >>.

Lei scuote la mano in aria, con disinvoltura. << Certo, certo ... divertitevi, piccini! Ciao, Ochaco, a più tardi! >>.

<< Ciao, Mitsuki-san! >>, trilla lei, continuando imperterrita a stendere il bucato.

Bakugō scuote la testa. Un giorno o l'altro la fa saltare in aria sul serio, sua madre.

Probabilmente se non si sbrigano a trovare una casa tutta loro avrà uno sbrocco per davvero.

Never too lateWhere stories live. Discover now