6.

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Ci sono cose impossibili da prevedere.

Per tredici sere non è accaduto assolutamente nulla, tanto da far sperare ad Uraraka di poter tornare prima del tempo alla propria agenzia.

La quattordicesima però è stata un inferno. Un nuovo attacco, più potente e crudele del precedente è stato sferrato mentre era di ronda con Aruimi; sono dovute accorrere ad incontrarsi con Bakugō e Ishiwara, nel mezzo degli scontri.

E' arrivata giusto nel momento in cui un Villan spaventoso stava per sopraffare Ishiwara. Lei gli si è avvicinata alle spalle, ricorrendo al quirk si è sospesa in aria dandogli un colpo di piatto dietro la nuca per stordirlo e con un tocco l'ha sollevato; ci ha pensato poi Ground Zero a fargli passare la voglia di massacrare il collega, sbattendogli in faccia un'esplosione così violenta che ad Ochaco ancora fischiano le orecchie.

Si chiede se non si sia procurata qualche danno ai timpani, quando circa un'ora dopo sta ancora aiutando i terrorizzati passanti a mettersi in file ordinate per farsi visitare dai paramedici giunti insieme alla polizia, che ha assicurato le manette ai polsi dei criminali.

E' stanchissima. La pelle sotto la tenuta Hero è madida di sudore, ha le gambe molli e sta per piegarsi in ginocchio lì in mezzo a tutti.

<< Ehi, Faccia Tonda >>. Bakugō si avvicina, anche lui ha degli sbaffi neri in viso e ha perduto più di qualche pezzo della divisa durante gli scontri. E' stracciata in più punti: quello più evidente è lo squarcio sul petto, da cui s'intravedono i muscoli scolpiti e il brutto livido sulla pelle.

Senza volerlo davvero Uraraka sente il sangue salire alle guance. Va bene la preoccupazione ma fissarlo così le pare scortese, in fondo se è in piedi vuol dire che è tutto intero. << Ti senti bene? Hai la faccia di una che sta per crollare >>.

<< No, sto ... sto bene >>. Come a contraddirla i legamenti cedono, si porta una mano alla fronte imperlata di sudore gelato.

Forse ha solo preso troppo freddo. In fondo c'è un'aria gelida e tagliente, il vento le sbatte in volto come uno schiaffo.

Una mano le si posa sulla spalla. Piano, con gentile fermezza. << Ehi, tirati su. Avanti >>.

<< Grazie >>. Distoglie lo sguardo, sente gli zigomi avvampare ancora di più.

Non ha mai posto caso a che buon odore abbia Bakugō. << Immagino di sentirmi un tantino esausta, adesso. E' come se tutto d'un tratto ... mi fossi riscoperta fragile >>.

<< Non sei affatto fragile >>, la contraddice pronto lui.

Uraraka si volta, lo guarda. << Cosa? >>.

Per un attimo si aspetta che le risponda: << Niente >>. Che la mandi al diavolo o grugnisca come al suo solito.

Invece no. La fissa dritta in volto e con voce insolitamente limpida lo ripete. << Non sei affatto fragile. Ne sono sempre stato convinto, e ora lo sono ancora di più >>.

Subito il sangue le sferza il viso, il collo. << Gra ... ehm, grazie >>. Distoglie di nuovo gli occhi, piega il viso quasi per sfuggire alla presa di quegli occhi rossi.

Per una volta non sono ridotti in due fessure cattive, diffidenti e rabbiose.

Sembrano quasi ... grandi. La scrutano tra le lunghe ciglia scure senza tutta quella furia.

E sono ... belli. Davvero. << Io ... vado. Penso ... che abbiamo finito per stasera >>.

<< Faccia Tonda? >>.

Never too lateWhere stories live. Discover now