13.

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Un lento, quieto gocciolio.

Un affannarsi di voci. Rumori. Suoni metallici, come quelli delle catene.

L'impossibilità, di muoversi.

E quello stillicidio continuo. Assordante, più di tutto il resto messo assieme.

Il suo stesso sangue.

<< Presto! >>. Una voce vagamente familiare, sfocata, come un'eco del passato.

Le lambisce appena le orecchie.

Tic. Tic. Tic.

Qualcosa che va in pezzi. Esplode, senza lasciarsi dietro traccia.

Il suo cuore, nel petto. << Presto, dannazione, presto! >>.

Il buio. Il freddo. Luci bianche che le balenano davanti alle palpebre appena socchiuse.

Un sapore di metallo tra i denti, di ruvido.

E quelle mani. Ancora su di lei. Che la spogliano, la frugano, la palpano impunemente senza che lei possa opporre resistenza.

Delle grida. Un calore intenso che si spezza come un filo, insieme al senso della realtà.

Si sente leggera, anche senza quirk. Sta fluttuando, nell'aria, sospesa, troppo in alto perché possano riprenderla.

Cos'è successo? La mente è troppo oltre per metterlo insieme a parte quei rari frammenti.

Scorrono a singhiozzo come fotogrammi di un film.

<< Avanti, rispondi. Rispondi! >>. Quella voce ... su tutte le altre.

Delle dita gentili che la sfioravano, un battere accelerato che sembrava volesse tenerla in vita.

Un cuore che sa comprendere e perdonare. Anche senza dover chiedere scusa.

<< Non preoccuparti, ci siamo noi qui con te adesso >>, mormora ancora quella voce, e lei non sa se fidarsi oppure no.

Ma non può occuparsene da sola. Non può fare diversamente.

Tende la mano alla cieca. Non vede nulla, non sente più niente oltre la vita che scorre via da sé, in quel gocciolio.

Deku...

E poi d'un tratto vede.

Quegli occhi rossi che la fissano. Il loro sguardo, così ... così ...

Che parola potrebbe usare?

Nessuna.

Il buio se la prende, quell'ultima parola. La sprofonda nell'oblio, lontana. 

Never too lateWhere stories live. Discover now