Capitolo 3 - Nuovi incontri

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- Oh, sì, grazie. - si affrettò a rispondere lei. Non trovò niente di meglio da ribattere. Math passò dietro di lei e le sfiorò le spalle, prima di dirigersi verso il bagno, seguito da Pete e Xavi, che lo imitarono. 

- Mmm ... vedo che Nicky ha cercato di comprarti con il primo pancake della giornata - sorrise Sal, dando una pacca sulla spalla al figlio.

- Pa' ... ! 

- Mia cara, non ti fidare troppo di lui - continuò col suo sorriso beffardo  - Questo giovanotto è un dongiovanni impenitente. - Le fece l'occhiolino e prese posto accanto al suo amico. Lexie increspò le labbra. Nonostante il vistoso imbarazzo Nick sembrava abituato a quei tipi di commenti da parte di suo padre; mise sulla tavola la crema al caramello, il burro d'arachidi e lo sciroppo d'acero. Per qualche bizzarro motivo a Lexie piacevano molto quei colori. Beige, ambra, marroncino ... le ricordavano i brunch coi Feathers nel loro bel giardino a Richmond. Ricordava l'erbetta verde e umida, le tovaglie bianche, le risate e i vassoi strapieni di pietanze. Si costrinse a pensare ad altro: quello non era più il suo posto. Tra non molto la sua casa sarebbe stata venduta a qualcun altro e forse in quella città non avrebbe più messo piede. Se voleva andare avanti doveva smettere di guardare continuamente indietro. Stone Hall era casa sua, ora. Jeremy la guardava, come se stesse cercando di scrutare qualcosa dentro di lei. La cosa la intimoriva un po'. Quegli occhi verde smeraldo dovevano avere un potere magnetico, perché Lexie non poté fare a meno di fissarli, nonostante non fosse sua abitudine fare una cosa del genere. Lui alzò un angolo della bocca, forse un modo per farsi perdonare quell'invadenza, ma non distolse lo sguardo. 

- Hai fame ? Puoi cominciare, se vuoi. - disse, in tono indulgente. Lexie scosse leggermente la testa e squadrò il piatto che aveva davanti. Perché si sentiva così ? Perché si sentiva minacciata da quella gentilezza e da quegli occhi ? La vicinanza di Jeremy la metteva a disagio e non riusciva davvero a comprenderne il motivo. Aveva provato timore anche il giorno prima, quando lui e Math l'avevano trovata a vagare per la proprietà, ma era del tutto diverso ora. Non poteva essere una cattiva persona, Lexie si rifiutava di crederlo. Le vennero in mente tutte le categorie peggiori di uomini: assassini, stupratori, pedofili, papponi ... no, non era possibile che quell'uomo così serafico potesse avere qualcosa da spartire con simili individui. Il brivido che provava Lexie quando la guardava somigliava più alla sensazione che si ha avvicinando la mano alla fiamma di un falò: non andrebbe fatto. Fin da piccoli ci viene insegnato che il fuoco è pericoloso, che può far male e anche uccidere. Però la tentazione di sentirne il calore sotto i palmi e sfiorare le fiammelle è irresistibile. Fare qualcosa di proibito e pericoloso può farci sentire vivi o può decretare la nostra morte. Era esattamente così che Lexie si sentiva. La prossimità di Jeremy era un rischio oppure era solo il suo sesto senso ad essere fin troppo sensibile e non c'era pericolo alcuno ? Mentre era persa nei suoi pensieri i ragazzi tornarono dal piano di sopra, affamati. Si sedettero tutti agli stessi posti che avevano occupato la sera prima, si ripeté anche il "rituale del primo boccone" - così lo aveva definito Lexie- dopodiché iniziarono a mangiare. Pete, che aveva davanti un bicchierone di succo d'arancia,  si riempì il piatto di bacon, prendendo le fettine abbrustolite con le mani; Math ricoprì i suoi tre pancake con una cascata di sciroppo d'acero, passandolo poi a Nick, a cui non andava, e che quindi lo posò nel mezzo. Jeremy era sempre il più posato di tutti: aveva il piatto ben colmo, ma faceva piccoli bocconi e non esagerava con i topping. Xavi sorseggiava tè in attesa che la pancetta si raffreddasse un po', Sal mandava giù lunghi sorsi  di caffè nero senza zucchero, Nick invece usava il dorso del cucchiaio per spandere il caramello sulla sua frittella. Lexie non aveva ancora iniziato. Jeremy fu il primo ad accorgersene. 

- Va tutto bene ? 

No, non va tutto bene. Nulla di tutto questo va bene. Anche gli altri smisero di mangiare, perplessi.  Si alzò. Avrebbe voluto farlo più lentamente, ma non ci riuscì. 

Into the Den - LA SAGA DI STONE HALLWhere stories live. Discover now