Capitolo 17

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«Perché sono così tanti?!» esclamò Harper, non appena raggiunsero il Rover di Bellamy. Oltre al ragazzo, c'erano anche Clarke, John, Emori ed Echo.

Monty strinse le spalle. «Ci faremo spiegare tutto strada facendo. Mi spiace solo che lì dietro starete stretti come sardine!»

Una volta che il Rover si fermò, Renée aprì gli sportelli sul retro e aiutò gli amici a salire in auto. Argo borbottò ma non si mosse, Bellamy si sedette affianco al cane e gli accarezzò la testa.

«Come sta?» chiese, la voce resa metallica dalla maschera della tuta.

Renée si mise vicino a lui. «Non lo so. Non troppo bene.»

Monty ripartì per l'isola di A.L.I.E. e la missione di salvataggio riprese.

«E lei?» chiese Harper, facendo un cenno verso Echo. La terrestre la fulminò con lo sguardo.

«Ci ha appena salvati da nomadi in preda al panico» disse Clarke.

Harper inarcò un sopracciglio per la perplessità: Echo era una spia, una traditrice, un'assassina... e loro la stavano aiutando.

«Non voglio morire» spiegò la terrestre. «E nel bunker a Polis non ci sarà mai un posto per me.»

«Scusate, io continuo a non capire» disse Harper.

Fu Emori a prendere parola. «Nell'isola di A.L.I.E. c'è un piccolo rifugio sotto a un faro. Io e John staremo lì, dato che neanche per me ci sarà posto nel bunker. A quanto pare, abbiamo una coinquilina inaspettata.»

Renée sgranò gli occhi, spostò lo sguardo da Emori a John a Echo e... ad Argo.

«E se ci aggregassimo anche noi?» chiese, accarezzando la gorgiera del cane.

«Un piccolo bunker» sottolineò Murphy. «Sai qual è la definizione di "piccolo"?»

Renée assottigliò lo sguardo. «Il tuo cervello?» lo sfidò. Pessima mossa. Se voleva convincere il ragazzo ad accoglierla in "casa", quello non era l'approccio migliore.

John si accigliò e fece per ribattere.

«Piantatela» intervenne Clarke. «Nessuno di noi entrerà nel bunker di Polis.»

«Perché?» domandò Monty, evitando un albero sul ciglio della strada e facendo sbandare l'auto.

I ragazzi si aggrapparono gli uni alle braccia degli altri per non rovinare sul pavimento del Rover.

«Perché non abbiamo tempo a sufficienza per tornare indietro» disse Bellamy.

Renée lo guardò col terrore negli occhi e lui le passò un braccio intorno alle spalle.

Clarke passò in rassegna tutte la paia d'occhi che la fissavano impaurite e spaesate. «Raven troverà una soluzione» disse con poca certezza.

*

«Non c'è posto per un cane nello spazio» disse Raven. «Vuoi che faccia la fine di Laika?»

«Ma...!»

«E poi, detto sinceramente, non saprei neanche come farlo respirare lungo il tragitto! Non una tuta stagna per cani!»

Raven stava smanettando dentro l'astronave che li avrebbe condotti fino a ciò che restava dell'Arca, gli altri cercavano di aiutare come meglio potevano andando alla ricerca di tutto ciò che sarebbe stato utile per la partenza.

Renée non si aspettava che la ragazza-meccanico avesse una soluzione anche per Argo, ma come si dice: la speranza è l'ultima a morire.

Raven si accorse di essere stata un po' brusca, dopotutto le stava dicendo che non c'era speranza per il suo amico a quattro zampe. Scese la scaletta a pioli e saltò a terra dall'ultimo gradino.

THE 100 - RUINSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora