Capitolo 9

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Dopo soli due giorni di cammino, Renée era già sfinita, affamata e senza speranze. Aveva attraversato boschi, guadato fiumi, scalato montagne, incontrato nomadi che avevano cercato di derubarla e che era riuscita ad allontanare puntandogli contro l'arco. Stava ormai per raggiungere i confini delle tribù a ovest, ma di Argo non aveva visto neanche l'ombra. Al momento i suoi pensieri erano fissi su qualcosa da mettere sotto i denti e sperava di trovare aiuto al prossimo villaggio. Non aveva neanche idea in quale territorio si trovasse, forse in quello dei Trishanakru.

Con la testa ciondolante e i piedi che strisciavano a terra, Renée raggiunse quello che una volta doveva essere un ampio parcheggio. L'asfalto era spaccato, dalle crepe spuntavano ciuffi d'erba e piante, la superficie era tutt'altro che piana, colma di dossi e buche. Aggrappandosi ai rombi della rete che delimitava lo spiazzo, la ragazza scrutò l'area che le si stagliava davanti: l'ex supermercato, ormai un agglomerato di rampicanti con porte dissestate e insegne pericolanti, era di fronte a lei. I terrestri lo avevano assaltato per accaparrarsi tutte le scorte di cibo che poteva contenere e ormai era solo un guscio vuoto, un fantasma - o forse solo l'ombra di un fantasma - di ciò che era stato nel secolo scorso.

Renée sentì parecchie voci provenire dall'interno di quel posto e sapeva che non era per nulla saggio avvicinarsi. Quelle quattro mura erano orami diventate il luogo di ritrovo di nomadi, ladri e tagliagole. Se voleva mettere fine alla sua vita, era il posto perfetto.

Sospirò, sganciò le dita dalla rete e voltò le spalle al parcheggio. Anche a ovest aveva raggiunto il confine ed era ora di tornare indietro. Aveva già mosso il primo passo quando dall'interno del supermercato echeggiarono grida d'esultanza e un fortissimo abbaio. Renée sbarrò gli occhi e tornò alla rete; per quanto avesse fame non poteva già essere alla fase in cui si avevano le allucinazioni. Un secondo abbaio glielo confermò: là dentro c'era un cane. Era un verso troppo profondo e gutturale per essere Argo, ma meglio di nulla era. Magari avrebbe trovato delle risposte.

Cominciò a correre alla ricerca di un passaggio nella rete, finché non trovò un buco tra i rombi metallici. Nell'attraversarlo si graffiò su un braccio e rimase impigliata con la sacca che teneva in spalla.

«Perché devi sempre essere così maldestra!» si lamentò guardando lo strappo sul tessuto della sacca. Spostò i capelli da davanti gli occhi e sollevò il cappuccio: era sempre meglio che nessuno la riconoscesse. Attraversò il parcheggio rischiando di inciampare sui dossi alternati a buche che dissestavano l'asfalto, finché non riuscì a raggiungere le vetrate scardinate dell'ingresso, ovvero delle cornici dentellate di vetro tagliente. Sembrava di passare attraverso la bocca di uno squalo.

Le grida e gli inneggi la travolsero non appena superò la soglia, i suoi stivali calpestarono i residui dei prodotti "in vendita" che non avevano trovato posto nella nuova vita sulla terra, per lo più oggetti d'elettronica come cellulari e televisori. Gli elettrodomestici erano abbandonati in ogni dove, gli oblò delle lavatrici erano occhi spenti che guardavano tristemente il mondo che li aveva dimenticati. Quel posto era come un cimitero, una discarica di oggetti nuovi perché mai utilizzati, ma vecchi perché prendevano polvere da ormai cento anni. Un frigorifero ancora incellofanato era riverso a terra con lembi di plastica che alla minima folata di vento fluttuavano come tentacoli di medusa.

Con il passo felpato che le permettevano i vetri e i cocci, Renée si avvicinò alle scale mobili, o meglio immobili, e si affacciò al piano interrato per capire cosa accadesse là sotto. Strinse l'impugnatura dell'arco ed estrasse una freccia dalla faretra, cominciò a scendere le scale metalliche e con i dentelli ormai arrugginiti, mantenendosi curva e con la testa bassa. Dovette fare una decina di scalini per avere la visuale libera sullo spettacolo che si stava svolgendo e quasi gridò per l'orrore.

THE 100 - RUINSWhere stories live. Discover now