Capitolo 2

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«Argo!» Renée camminava incespicando su ogni ramo da quasi un'ora e del suo fido amico non c'era traccia. Era andata in direzione della biblioteca gridando in continuazione il nome del cane nella speranza di attirarlo, ma Argo sembrava scomparso nel nulla.

Una volta arrivata al limitare degli alberi, la maestosa struttura della biblioteca troneggiò di fronte alla ragazza, imponente come uno degli antichi palazzi ottocenteschi, con colonnati, arcate e un'ampia scalinata frontale. Il suo originario colore bianco era per lo più nascosto sotto rampicanti, l'edera si avviluppava sulle colonne e sulle pareti cercando di raggiungere la cima e toccare il cielo. Era una fortuna che quella fonte di cultura e di sapere avesse scampato la distruzione nucleare che aveva colpito tutto il mondo ed era anche una fortuna per Renée averla trovata.

La ragazza salì i gradini scheggiati con passo rapido, oltrepassò le porte sfondate per le onde d'urto della bombe, le foglie secche e le schegge di vetro scricchiolarono sotto i suoi piedi.

«Argo!» gridò ancora, portandosi le mani ai lati della bocca. La sua voce riecheggiò nelle ampie stanze della biblioteca. Una folata di vento entrò dalle finestre spaccate e sollevò un mulinello di foglie e polvere.

«Dove diavolo ti sei cacciato?» disse tra sé e sé. Per scrupolo controllò anche i piani superiori della biblioteca, ma ormai era certa che Argo non si trovasse lì. Scoraggiata, Renée uscì dal palazzo fermandosi poi sulla cima dello scalone per osservare la foresta che si stagliava di fronte a lei. Qua e là affioravano muri di vecchie abitazioni affogate nella vegetazione, qualche auto arrugginita dalle intemperie era parcheggiata a pochi metri dalla biblioteca e laggiù, non troppo lontano, un nastro di fumo grigio tingeva il cielo terso.

Renée assottigliò lo sguardo e cercò di indovinare la distanza e individuare quale villaggio si trovasse in quella zona. Ma sempre che non avesse completamente perso la bussola, non le risultava che in quell'area ci fosse qualcuno. A meno che...

«Skaikru» bisbigliò.

Sapeva che doveva mantenere le distanze da quella gente, sapeva che era pericolosa. Checché ne dicesse suo padre, lei era al corrente di quello che stava succedendo. E conoscendo il suo caro amico Argo, sapeva anche che c'era un'alta probabilità che si fosse diretto proprio verso la fonte di quel fumo, soprattutto se si trattava di un falò per cucinare della carne.

La ragazza inspirò profondamente. «Bene, Renée. Fatti coraggio e dimostra di che pasta sei fatta.» Lanciò un ultimo sguardo alla strisciolina di fumo, valutando che doveva trovarsi a qualche ora di cammino da dove era lei, poi scese i gradini di pietra e si avventurò di nuovo nel bosco.

Non era più il caso di gridare ai quattro venti e rivelare così la sua presenza e la sua posizione a qualcuno di potenzialmente ostile. Suo padre Turuk definiva quel popolo venuto dallo spazio come un nemico, cosa da cui lei aveva tentato di dissuaderlo; ma dopo che quel piccolo e apparentemente poco pericoloso popolo aveva sterminato un esercito di trecento persone, non era più sicura di avere ragione.

Quello che non capiva era perché tutti loro si stessero dando battaglia per un fazzoletto di terra, quando il mondo era tanto grande. C'era posto per tutti e combattere era da stupidi. In biblioteca aveva trovato svariate mappe del loro mondo, era così grande che Renée neanche riusciva a immaginarselo. E loro stavano lottando per un'area che una volta era poco più di una singola città: Washington D.C.

La ragazza camminava ormai da un'ora quando raggiunse una piccola radura. Si acquattò dietro a dei cespugli e scannerizzò con lo sguardo quell'area scoperta dagli alberi. Le sembrò più saggio girarci intorno che attraversarla e rendersi così vulnerabile, ma non appena udì un abbaio, la ragione venne meno. Renée schizzò in piedi e corse attraverso la radura. Era a pochi passi dall'inoltrarsi di nuovo nella foresta quando sentì qualcosa scattare sotto la suola dello stivale e un secondo dopo si ritrovò a testa in giù a un paio di metri d'altezza.

THE 100 - RUINSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora