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1992
San Valentino
III anno

“Non m’interessa se Hogsmeade sarà invasa dalle coppie, io ci voglio andare!” disse Frannie ai due amici che la ascoltavano piuttosto scettici.
“E va bene” sospirò Mag “tanto dovevo comprarmi qualche nuova piuma”
Edmund alzò le spalle. Non era totalmente d’accordo, ma in quegli ultimi mesi aveva sempre piacere a stare con le due ragazze, soprattutto con Frannie. Nonostante i suoi continui e ostinati rifiuti, in quegli anni non avevano mai rinunciato a cercare la sua amicizia, e ora che le cose con i suoi fratelli si erano sistemate, era riconoscente alle due più che mai per non essersi mai arrese e non averlo escluso.
“Per me va bene, e poi non siamo ancora stati alla Testa di Porco!” disse con un sorriso.
“Io preferirei Madama Piediburro” propose Mag un po’ incerta, non le ispirava molto il locale proposto da Edmund.
“Benissimo, andremo da entrambi!” disse Frannie felice di averli messi d’accordo.
L’indomani partirono tutti e tre alla volta di Hogsmeade. Frannie non faceva che parlare e così si ritrovarono ben presto davanti al bar di Madama Piediburro, dove avevano fatto colazione la prima volta che erano stati a Hogsmeade, qualche mese prima.
“Sei sicura di voler entrare, Mag?” chiese Frannie bloccandosi a pochi metri dall’entrata.
Una giovane coppia era appena uscita e, mentre la porta si spalancava e si richiudeva, dal locale erano fuoriuscite le note di “Mi hai stregato il cuor” di Celestina Warbeck. E non era tutto: dalla vetrina notarono che all’interno c’era una gran quantità di putti dorati che fluttuavano sopra ai tavolini e di tanto in tanto scagliavano sui clienti una manciata di coriandoli rossi a forma di cuore. Videro solamente coppie che o si tenevano per mano o si baciavano.
“Va bene” disse Mag arrossendo leggermente “Se non vi dispiace, facciamo un cambio di programma”
Edmund tirò un sospiro di sollievo. Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di quel locale, quel giorno.
“…Prendiamo la colazione da Mielandia, mangiamo davanti alla Stamberga Strillante e concludiamo con Testa di Porco, va bene?” disse Mag.
“Decisamente sì” disse Frannie.
“Sono assolutamente d’accordo” aggiunse Edmund prendendo le due amiche sottobraccio e portandole via da quel luogo di perdizione. 
Erano tutti e tre felici: le cose iniziavano ad andare per il meglio ed era bella l’amicizia che in quei mesi aveva ripreso a sbocciare.

*

1993
San Valentino
IV anno

La lezione di Allock stava mettendo a dura prova i nervi di Mag, Edmund e Frannie. Cercare di non scoppiare a ridere in faccia al professore non era mai stato così arduo. Frannie era coperta dalla chioma cespugliosa di Mag, seduta davanti a lei, mentre Edmund aveva iniziato a darle una serie di gomitate per farla smettere, ridacchiando con una mano davanti alla bocca e tossicchiando per coprire gli scoppi di ilarità. Mag era al primo banco, e ogni singhiozzo di Frannie e Edmund la portava sempre più sull’orlo di scoppiare. Laetitia accanto a lei aveva abbassato il viso e si era messa a scrivere qualcosa sulla sua pergamena. Mag si sporse per leggere e vide che stava scrivendo una lista di cose che doveva fare. Non era una cattiva idea per distrarsi dal bisogno impellente di ridere.
Era rossa come un peperone e a un certo punto il professore di Difesa contro le Arti Oscure lo notò.
“Tutto bene, Rosander? Uno svenimento? Lo so, faccio questo effetto a volte… ma no, non abbatterti! L’anno è ancora lungo e imparerai a gestire la tua adorazione nei miei confronti” disse Allock in tono pratico e allo stesso tempo sognante.
Per Mag (e Frannie e Edmund) fu davvero troppo. Mentre i due scoppiavano a ridere, a giudizio del professore, per prendere in giro l’inclinazione dell’amica ad amare il suo professore, anche Mag non riuscì più a soffocare una risata.
“No, cioè, io…” balbettò la ragazza ormai paonazza “Mi scusi, adesso sto meglio”
“Se vuoi parlare di questo tuo… problema… più tardi, credo di poter trovare il tempo per una tazza di tè fra una lettera dei miei ammiratori e l’altra” continuò Allock mettendo ancora più in imbarazzo la ragazza.
“Grazie” rispose Mag con una vocina appena udibile. Dal fondo dell’aula si alzarono le risate isteriche dei gemelli e di Lee. Mag si voltò furente verso Edmund e Frannie, entrambi con gli occhi lucidi per le lacrime trattenute a stento.
“Piantatela. Subito” sibilò senza guardarli negli occhi, consapevole che se lo avesse fatto sarebbe scoppiata a ridere di nuovo, e loro con lei.
“Ora, come dicevo…” continuò Allock sfoderando un sorriso ancora più smagliante “credo proprio che la Camera sia stata chiusa per sempre. Il colpevole deve essersi reso conto che io lo avrei stanato: era questione di tempo. Ragionevole da parte sua, dato che lo avrei massacrato”
Improvvisamente a Mag passò la voglia di ridere. La questione della Camera dei Segreti la spaventava troppo per poterci ridere su.
“…Per questo penso che la scuola abbia bisogno di un sostegno morale. Bisogna cancellare i ricordi dell’ultimo trimestre, non trovate? So esattamente di cosa abbiamo tutti bisogno, voi più di me. Non vi anticiperò niente!”
Si guardò intorno e ignorò gli sguardi per niente impressionati dei suoi alunni.
“Beh, potete andare” disse il professore gesticolando pomposamente.
Mag prese la sua cartella e uscì di fretta e furia dall’aula. Quando Frannie e Edmund la raggiunsero, la trovarono piegata in due dalle risate. Ben presto si unirono a lei.
“Ma…Perché?!” sospirò Mag asciugandosi una lacrima dagli occhi “Cosa ho fatto di male?”
“Cosa ha fatto Allock per meritare una fan così ingrata, vorrai dire!” disse Edmund provocando un’altra ondata di risate. Frannie si accasciò contro il muro, mentre Mag dovette sorreggersi alla spalla dell’amico per non crollare. 
“Siete due criminali” li sgridò Mag tra una risata e l’altra “Farmi ridere così sapendo che sono al primo banco!”
“Era uno dei nostri obiettivi principali” disse Frannie battendo il cinque all’amico “dai, andiamo a pranzo, a meno che tu, Mag, non voglia andare da Allock!”
“…Me lo rinfaccerete per sempre, vero?” sospiro Mag, incapace di rimanere seria.
“Ovviamente sì” disse Edmund ridacchiando.
Cercarono di darsi un contegno e raggiunsero la Sala Grande.
Quel che intendesse Allock quando aveva parlato di sostegno morale fu chiaro la mattina del 14 febbraio, a colazione. Quando Mag e Frannie varcarono la porta della Sala Grande, per un attimo credettero di essere entrati nella stanza sbagliata.
Le pareti erano coperte di grossi fiori di un rosa acceso. Come se non bastasse, dal soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore. Edmund era seduto al tavolo dei Serpeverde e stava tagliuzzando un pancake a forma di cuore con aria truce.
“Che diavolo sta succedendo?” chiese Mag sedendosi di fronte a lui. Frannie era già in preda alle risate.
Edmund indicò il tavolo degli insegnanti, troppo disgustato per parlare. Allock, che indossava un abito dello stesso colore rosa acceso delle decorazioni, stava agitando le braccia per chiedere il silenzio. Gli insegnanti che sedevano al suo fianco erano impassibili, come pietrificati. Dal punto dove si trovava, Frannie poteva vedere un muscolo contrarsi sulla guancia della McGranitt. Quanto a Piton, pareva gli avessero propinato un bel bicchierone di Radigorda.
“Buon San Valentino!” esclamò Allock. “E il mio grazie alle quarantasei persone che mi hanno mandato una cartolina di auguri! Si, mi sono preso la libertà di farvi una piccola sorpresa… e non finisce qui!”
“Mag, tu gliel’hai mandata?” sussurrò Frannie sporgendosi verso l’amica.
“Ma quando mai!” borbottò ridacchiando.
“Voglio trovare queste quarantasei persone e stringer loro la mano” disse Edmund soffocando una risata nel tè caldo.
Allock batté le mani e dalle porte della Sala d’Ingresso entrarono una dozzina di nani dall’aria arcigna. Ma non erano nani qualsiasi. Allock li aveva dotati tutti di ali dorate e di un’arpa.
“I miei amici cupidi, postini d’amore!” annunciò raggiante Allock. “Oggi andranno in giro per tutta la scuola consegnando i vostri auguri di San Valentino! E il bello non finisce qui. Sono sicuro che i miei colleghi vorranno condividere lo spirito della festa! Perché non chiedete al professor Piton di mostrarvi in quattro e quattr’otto come si prepara una Pozione d’Amore? E già che ci siamo, il professor Vitious, quel vecchio furbacchione, di Incantesimi Incantevoli ne sa più di qualsiasi mago io abbia mai conosciuto!”
Il professor Vitious si nascose la faccia tra le mani.
“Secondo me se chiediamo a Piton un Filtro d’Amore, ci avvelena” disse Mag.
“Infatti, meglio non provare” convenne Edmund.
Per tutto il giorno i nani non smisero di fare irruzione nelle aule per consegnare gli auguri di San Valentino, con grande disappunto degli insegnanti.
“Vorrei tanto farlo per Tony” sospirò Frannie.
“Dubito che apprezzerebbe” disse Mag scuotendo la testa.
“Sì, anche io” disse Frannie ridacchiando “Ma sarebbe adatto a ciò che sento per lui”
“Potresti fargliela tu una serenata” propose Edmund dandole una gomitata.
“Non dire sciocchezze, Pevensie” disse Frannie, senza però perdere d’occhio Tony McMartian, che si trovava dall’altra parte del cortile a chiacchierare con degli amici.
Alla fine della giornata Frannie aveva ricevuto ben due serenate ultra imbarazzanti da parte di due sconosciuti, Edmund era stato placcato davanti alla Sala Comune e aveva dovuto ascoltare un’orrenda poesia sulla sua bravura a Quidditch da parte di Mary Sue, mentre Mag aveva riso così tanto che quando entrarono in Sala Comune era completamente stremata.
“Non ho mai amato così tanto San Valentino” disse quando si sedettero – Edmund con aria truce, Frannie con l’autostima a mille – sul solito divanetto.

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