Si torna a casa

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Era la mattina del primo settembre, e a Londra era una gran bella giornata di sole, benché il meteo portasse "temporale" di lì a poco. La stazione dei treni di King's Cross era affollata un po' più del solito. Sembrava una specie di raduno, di ornitologi forse? Jackson, la guardia in servizio, non ricordava di aver mai visto tanti gufi e civette in un giorno solo. Si premurò di cercare in un'enciclopedia se per l'ornitologia ci volesse una divisa particolare, dato che diverse di quelle persone erano vestite in modo piuttosto singolare.
"Se solo avessi ancora l'enciclopedia..."
Pensò. Da poco si era dovuto trasferire in affitto, si era appena separato dalla moglie, che aveva tenuto la casa di proprietà. Lui non voleva trasferirsi, stava ancora tentando di riconquistarla. Proprio quella mattina, però, era arrivata la lettera dall'avvocato. Questo rendeva tutto più reale. Si appoggiò di schiena a una colonna e iniziò a osservare i passanti. Intravide un rospo che saltellava verso i binari e sgranò gli occhi.
"Curioso... molto curioso."
Si dedicò alla questione con grande interesse, così magari non avrebbe pensato a Mary almeno per qualche ora. Osservò il rospo che faceva un ultimo salto prima di finire sul binario nove, quando un ragazzo lo acchiappò.
-Preso!
Il ragazzino, non avrà avuto più di quattordici anni, restò in bilico per un istante sul bordo della linea gialla, stava per cadere dritto nel binario. Jackson si drizzò, come attraversato da una scarica elettrica.
"Ci manca solo che un ragazzino venga investito mentre sono in servizio."
Stava per fare un balzo e afferrarlo quando, appena in tempo, una donna anziana con un avvoltoio impagliato sul cappello lo afferrò per la collottola e con una forza invidiabile per la sua età lo trascinò di nuovo in equilibrio.
-Neville, quante volte te l'ho detto? Quando siamo in stazione devi tenerlo nella scatola!
-Ma nonna, Oscar ha paura del buio, lo sai!
L'uomo ghignò, osservando il cappello imponente, il rapace sembrava fissarlo con occhi terribili.
"Sì. Si tratta sicuramente di ornitologi."
Senza muoversi dalla colonna su cui era appoggiato, iniziò a notare che sempre più occhi lo fissavano ostili, e iniziò a sentirsi a disagio. Si chiese cosa stesse facendo di sbagliato, se avesse qualcosa fuori posto, o la divisa al contrario ma no, era solo appoggiato alla colonna tra il binario nove e il binario dieci. Ora che ci rifletteva meglio, proprio da quando si era appoggiato un po' di folla aveva iniziato ad accumularsi e a fissarlo, come se si fosse fermato a pensare proprio in mezzo a una porta di servizio.
"Curioso, molto curioso."
Ripeté.
Intravide un movimento sospetto da uno dei passanti, ma l'istante dopo non ci badò più. Gli era venuta una voglia improvvisa e improrogabile di fumarsi una sigaretta. Ovviamente fumare in stazione sarebbe stato sconveniente, così abbandonò la sua posizione e uscì all'aperto, cercando un tabacchino aperto.
"Curioso. Sono vent'anni che ho smesso di fumare. Sarà lo stress per il divorzio."
Rifletté, mentre il traffico in stazione riprendeva a scorrere tranquillo.
Al binario nove e tre quarti c'era un grande trambusto. Molti studenti caricavano i bauli sul treno, qualcuno era già salito, la maggior parte abbracciava gli amici e salutava i parenti, pochi con qualche lacrima.
Margaret si sentì chiamare e si voltò. Era stata accompagnata dalla sorella maggiore, Claire, sempre entusiasta di affacciarsi nel mondo magico, anche se per poco. Quando vide Frannie gesticolare qualche metro più in là il suo sorriso si allargò. L'amica le era mancata. Le ragazze si abbracciarono e Margaret strinse la mano ai genitori Firwood, avendo scoperto qualche mese prima quanto le stessero simpatici.
-Edmund?
Chiese la ragazza, e lo sguardo che le lanciò l'amica la fece vergognare. Forse avrebbe potuto evitare di chiederlo subito, forse così era troppo ovvio... sarebbe dovuta stare più attenta. Frannie le indicò con gli occhi un punto alla sua sinistra.
-Meglio lasciarlo solo, per ora.
Edmund era con i tre fratelli, avevano tutti l'aria piuttosto seria. Peter aveva una mano posata sulla sua spalla e aveva Lucy attaccata addosso come un koala. Si ricordò in quel momento che il maggiore dei Pevensie non sarebbe stato a Hogwarts, quell'anno.
-Sì, hai ragione. Andiamo a prendere il posto. Tanto Laetitia sarà in ritardo come sempre.
Convenne Margaret, e dopo un ultimo saluto ai parenti le ragazze salirono sul treno, con Dante nella gabbietta e Ser Jaime nella sportina. Mentre aspettavano gli amici nello scompartimento, qualcuno bussò. Dopo l'invito a entrare, Tony si affacciò dalla porta scorrevole.
-Ah, siete qui. Vi cercavo per salutarvi.
Frannie sorrise da un orecchio all'altro e si alzò, baciandogli le guance.
-Ciao Tony! Com'è andata la fine delle vacanze?
Il ragazzo sorrise.
-Bene, benissimo. Il ministero ci ha risarcito per la tenda, sapete. Non ce l'aspettavamo proprio.
"Sì, beh, diciamo che potrebbe esserci lo zampino di mia madre dietro."
Pensò Frannie, ridendo sotto i baffi. L'amica colse il suo sguardo e scosse la testa.
"Tipico di Frannie."
-Anche nella vostra lettera era consigliato di portare un abito da sera?
Chiese confuso. Frannie si illuminò e sorrise malignamente.
-Sì, c'entra con la sorpresa che avremo quest'anno! Se vuoi posso dirtela, Tony!
Rispose cinguettando. Margaret la guardò con astio.
-Ehi, a me non lo hai detto!
Il ragazzo ridacchiò.
-No, grazie Frannie. Preferisco scoprirlo stasera.
-Vuoi restare con noi nel vagone? C'è posto!
Propose Margaret, già pensando che l'amica ora le doveva un favore, infatti la ragazza annuì vistosamente.
-Oh, no, grazie Mag. Diggory mi aspetta al vagone, sono passato solo per un saluto.
Frannie si scurì impercettibilmente in volto, ma cercò di non darlo a vedere.
-Ci vediamo stasera, allora.
-A dopo ragazze!
Appena fu sparito, neanche il tempo di chiudere la porta, apparve Edmund. Non aveva un'aria molto allegra. Al suo ingresso, Margaret lo osservò attentamente. Poco dopo il compleanno di Frannie si era accorta che non era Hogwarts a mancarle sino a farla star male, o almeno non soprattutto Hogwarts. Era Edmund, soltanto lui. Aveva dato una spiegazione a tutti i momenti di quest'anno in cui si era sentita strana, felice, agitata. E questa spiegazione la spaventava, tant'è che non la aveva confidata a nessuno, neanche a Frannie. Ovviamente, neanche a dirlo, l'amica aveva capito benissimo cosa lei provasse, anche prima di Margaret stessa. Passando tutti i giorni così a stretto contatto con qualcuno, qualcuno che conosci così bene, non puoi non notare certe cose... non puoi e basta. Lo guardò entrare nel vagone con aria mogia. Avrebbe voluto abbracciarlo, consolarlo, dirgli che Peter o no non sarebbe mai stato solo nel castello, che lei lo avrebbe seguito ovunque. Ma non lo fece. Continuò semplicemente a guardarlo accomodarsi, senza sapere cosa dire. Tutto quello che avrebbe voluto era vederlo sorridere.
-Ed...
Fece cenno Frannie di sedersi accanto a lei. Margaret era troppo distratta dai suoi pensieri per fare qualcosa. Quando lui si sedette, come per magia, la ragazza si svegliò. Si morse il labbro pensando velocemente a cosa dire per sembrare normale, e sperò di esserci riuscita.
-Ciao Ed!
Mormorò al ragazzo di fronte a lei, posandogli una mano sulla spalla.
-Come stai?
Chiese Frannie, sforzandosi di non girare il coltello nella piaga ma cercando di assicurarsi che non si sarebbe buttato giù dal treno. A quelle parole Edmund parve riprendersi, come se si fosse ricordato di qualcosa di bello e dannatamente importante che prima gli sfuggiva. Sorrise. A Margaret sembrò come se le avessero tolto un peso dal petto.
-Non lo so, stavo male sino a un attimo fa... Sono contento di vedervi! E di tornare a Hogwarts.
Le due amiche si guardarono, un po' sollevate.
-Siamo contente anche noi.
Disse Mag, sorridendo confortante.
-E quest'anno ci sarà da ridere!
Esclamò Frannie stiracchiandosi.
-Ah, giusto! Tu sai!
Disse Edmund, con sguardo curioso.
-Dai Fran, ora puoi dircelo!
La ragazza scosse la testa.
-Lo scoprirete stasera. È una sorpresa!
-Andiamo, solo qualche ora prima!
-Assolutamente no. Vedrete che sarà più bello così. Quando lo saprete mi ringrazierete di non avervelo detto prima!
Margaret aggrottò le sopracciglia e la guardò con fastidio.
-Ma a Tony volevi dirlo...
-Solo per comprare un po' d'amore!
Rispose lei, alzando le spalle.
-Sei una persona tremenda, lo sai?
Chiese il ragazzo, mordendosi il labbro.
-Lo so benissimo, grazie!
Margaret guardò fuori, apprensiva. Erano le undici meno cinque.
-Perché non sta entrando nessuno? Dove sono Laets, Aladdin e Jasmine?
Gli altri due seguirono il suo sguardo oltre il finestrino. Aveva ragione. In genere così tardi le famiglie spuntavano dal pilastro ogni paio di secondi, invece era un minuto che non si vedeva nessuno.
-Avranno già chiuso il binario?
Chiese Mag, preoccupata. Edmund scosse la testa.
-Impossibile.
-Speriamo facciano in tempo... mancano solo tre minuti, ormai.
Appena Frannie ebbe finito di pronunciare queste parole, una calca di adulti e ragazzi affannati ruzzolò nel binario, in gran fretta. I tre Serpeverde osservarono la scena perplessi, e si rilassarono solo quando videro i loro tre amici salire sul treno di volata, inciampando e affrettandosi sugli scalini. Appena l'ultimo studente di questo scarmigliato gruppetto mise piede sul treno, questo partì sferragliando. Margaret si rilassò, sistemandosi sulla poltroncina. La porta dello scompartimento si aprì, e Aladdin, Jasmine e Laetitia entrarono col fiatone e si abbandonarono sul sedile, esausti.
Frannie, Edmund e Margaret presero le due gabbiette dei volatili e la sportina e se la misero ognuno tra le sue gambe, per far spazio.
-Che accidenti è successo?
Chiese Edmund, guardandoli confuso.
-Per una volta che ero in orario.
Borbottò Laetitia, tentando di sistemarsi i capelli scarmigliati.
-Un babbano ha bloccato il passaggio. Si era poggiato sul pilastro e nessuno aveva il coraggio di tirar fuori la bacchetta e convincerlo a spostarsi. Era pieno di gente, saremmo potuti essere visti...
Spiegò Jasmine, ancora scossa. Aveva veramente temuto che avrebbe perso il treno, questa volta.
-Non so chi l'abbia fatto, alla fine. Spero non gli abbia messo in testa qualcosa di brutto, chiunque fosse.
Frannie alzò le spalle.
-Siete qui tutti e tre, questo è l'importante.
Gli altri annuirono.
-Dovrebbero cambiare sistema, ogni volta è un'avventura in questa stazione!
Si lamentò Jasmine, facendosi aria con un lembo del vestito.
-Se arrivaste in anticipo non avreste problemi! Noi tre non ne abbiamo mai avuti!
Commentò Edmund, indicando sé stesso, Margaret e Frannie. Le due ragazze annuirono, sorridendo orgogliose.
-Allora, pronti per questo nuovo anno?
Chiese Aladdin entusiasta.
-Prontissimi!
Rispose Laetitia, accarezzando Rui attraverso la porta del cestino.
"No che non lo siete."
Pensò Frannie, mentre il treno lasciava Londra ed entrava in aperta campagna. Margaret si stiracchiò.
-Quest'anno niente dissennatori e niente basilischi!
Sospirò sorridendo. Gli anni precedenti erano stati molto movimentati.
-Soltanto abiti da sera e feste!
Le fece eco Jasmine, facendo passare un braccio sulle spalle del fidanzato.
-Non vedo l'ora che arrivi il momento di metterlo!
Sospirò Frannie, sognante,
-E di vedere Tony con il completo! Sarà bellissimo!
Edmund alzò gli occhi al cielo.
-Se sei così eccitata sono già sicuro che sarà una scocciatura.
Margaret annuì.
-Concordo. Frannie felice di qualcosa vuol dire guai...
-Io sono curiosa, questo è sicuro.
Ammise Laetitia.
-Mio padre ha dovuto firmare un permesso speciale per quello che succederà quest'anno, ma non ha voluto comunque dirmi nulla!
Mormorò Jasmine, col broncio.
-Ha fatto bene, Jas. Vedrai che la sorpresa ti piacerà.
-Facile per te dirlo... sai già tutto!
Aladdin si schiarì la voce.
-C'è un'altra incognita che non avete considerato!
-E cioè quale?
Chiese Jasmine voltandosi a guardarlo stupita.
-L'insegnante di Difesa. Dopo Raptor e Allock sembrava andare così bene con Lupin... non credo saremo fortunati anche stavolta. Sarebbe troppo bello per essere vero.
Edmund sospirò.
-Spero davvero che ti sbagli, Al. Non ho voglia di combattere quest'anno.
-Aggiornamenti sulla coppa del mondo? Si sa qualcosa?
Chiese Laetitia, ricordando gli eventi dell'estate. I ragazzi si guardarono.
-No. Assolutamente niente. Il ministero è confuso.
Rispose Frannie alzando le spalle.
-Sulla Gazzetta non hanno pubblicato nulla di nuovo!
Completò Edmund.
-Stiamo tornando indietro. Come può esistere ancora qualcuno che si veste da mangiamorte? Che lancia il marchio nero?
Sospirò Margaret scuotendo la testa.
-Ma è vietato, vero? Evocarlo.
Chiese Jasmine.
-Certo che è vietato. Evocare il marchio nero, dichiararsi mangiamorte o elogiare Voldemort in pubblico... non si può fare. Non in Inghilterra.
Rispose Laetitia.
-Com'è possibile che non abbiano trovato il colpevole? Avrebbero dovuto controllare le bacchette!
Esclamò Edmund.
-Erano troppe, come avrebbero potuto controllarle tutte? Molti si sono smaterializzati appena la situazione si è scaldata!
Rispose Aladdin, mesto.
-In realtà la bacchetta la hanno trovata. Ho sentito mia madre parlarne con mio padre qualche sera fa. Ma non possono risalire al colpevole con quella. È di uno studente di Hogwarts a cui è stata rubata prima della partita.
Spiegò Frannie, che tramite la madre cercava sempre di impicciarsi negli affari del ministero.
-Davvero? E di chi era?
Chiese Margaret curiosa.
-Non lo so. Non glielo ha detto, penso ne avessero già parlato. Forse sospettavano stessi ascoltando. Devo assolutamente comprare dai gemelli un paio di orecchie oblunghe.
-A proposito di tua madre... si sa qualcosa di Bertha Jorkins?
Chiese Laetitia che dal giorno della coppa aveva ancora il pallino in testa.
-La Gazzetta non ha scritto nulla, penso la abbiano trovata ormai... o sarebbe uscito qualcosa.
Commentò Edmund. Frannie scosse la testa.
-E invece ti sbagli. Ancora niente . Non so perché non si diano una mossa, è davvero triste.
-Ancora niente? Ma è assurdo!
Esclamò Margaret indignata.
-Sai Frannie, mi sembrava che odiassi quella strega... perché ti importa tanto?
Chiese Jasmine, confusa.
-Ma infatti è così. Lei non mi piace per niente, non mi è mai piaciuta. Solo che... com'è possibile sparire da un giorno all'altro, tutti se ne accorgono, e non essere mai cercati? Quando ne parlo tutti alzano le spalle e dicono "è fatta così". È orribile.
-Concordo Frannie... è orribile. E anche a me sembra davvero strano.
Le fece eco Mag. Accompagnato da questi pensieri poco allegri, il treno continuò la corsa verso la Scozia. Man mano che salivano verso nord, il tempo peggiorava. Verso le tre una pioggerellina insistente e fastidiosa iniziò a picchiettare sui vetri. Edmund stava tornando lento ma progressivo di malumore, e gli altri non erano molto da meno.
-Spero che il banchetto valga la pena.
Sospirò Laetitia mettendosi comoda sullo schienale.
-Il banchetto vale sempre la pena.
Chiarì Aladdin, che come Edmund aveva sempre una gran fame.
-Chissà se ogni tanto quest'anno ci serviranno qualcosa di diverso...
Sospirò Frannie
-E perché mai dovrebbero?
Chiese Edmund, sollevando un sopracciglio. L'amica alzò le spalle con espressione enigmatica. Il cattivo umore di Edmund durò per tutto il viaggio. Non parlò molto mentre indossavano la divisa della scuola, ed era ancora incupito quando l'Espresso di Hogwarts finalmente rallentò e si fermò nel buio impenetrabile della stazione di Hogsmeade. Tutti gli amici sembravano risentirne, anche se non quanto lui. Il brutto tempo aveva gettato una coperta di negatività sulla brughiera e sul castello.
I ragazzi gettarono i mantelli sulle gabbiette e le sportine per non far bagnare gli animali, le teste chine e gli occhi ridotti a fessure per il diluvio. La pioggia ora scendeva così fitta e rapida che era come se sulle loro teste venissero continuamente rovesciati secchi d'acqua ghiacciata. Trovarono una carrozza libera e Jasmine ci saltò su, seguita dagli altri. Tremanti e seccati dal tempo, aspettarono che partisse. Le carrozze avanzarono pesantemente attraverso i cancelli, fiancheggiati da statue di cinghiali alati, e su per il ripido viale, oscillando pericolosamente in quella che stava diventando in fretta una tempesta. La fronte contro il finestrino, Margaret vide Hogwarts avvicinarsi, le molte finestre illuminate confuse e tremolanti al di là della fitta cortina di pioggia. Un fulmine dardeggiò nel cielo mentre la loro carrozza si fermava davanti ai grandi portoni di quercia in cima alla rampa di gradini di pietra. Quando si fermò, Laetitia fu la prima a precipitarsi a scendere.
-Odio la pioggia. Ma se c'è una cosa che odio più della pioggia è prendere i mezzi con la pioggia.
Stringendo il cestino di Rui tentando disperatamente di non farlo bagnare troppo, si infilò su per gli scalini sotto la tettoia dell'ingresso. Erano tra i primi a essere arrivati, solo qualche altra carrozza era ferma davanti all'entrata. Frannie tentava di asciugarsi la testa mormorando qualche incantesimo mentre si tastava i capelli. Improvvisamente sentirono un grido.
-Ehi! Dannato idiota!
Si voltarono di scatto e sentirono una risata. Un Tassorosso di qualche anno più piccolo di loro, imprecava fradicio da capo a piedi.
-Stai più attento la prossima volta, Ernuccio.
Sibilò Pix il poltergeist con un grappolo di palloncini pieni d'acqua tra le mani.
-Andiamo via, presto!
Li esortò Aladdin, afferrando il braccio di Jasmine protettivo e filandosela dentro il castello.
-Se mi arriva una goccia giuro che lo resuscito e lo annego con le mie mani, parola mia!
Borbottò Frannie salendo le scale con sguardo assassino.
-Meglio che non lo dica troppo a voce alta, altrimenti ti annaffia sul serio.
Sibilò Edmund al suo orecchio, mentre guardava Margaret con aria apprensiva.
-Entriamo, prima che si accorga di noi.
Aggiunse. Laetitia sbuffò. In un attimo furono dentro, al caldo e al sicuro. Posarono bauli e animali a un lato dell'androne, pronti per essere trasportati nelle loro stanze.
-Voi che avete la fortuna di avere il barone sanguinario dovreste farci due chiacchiere.
-Qualcuno prenda quell'essere! Ora mi sono veramente stancata!
Tuonò una voce dal corridoio accanto. La McGranitt. I ragazzi ghignarono e scossero la testa, camminando più svelti che potevano sul pavimento scivoloso e bagnato. La Sala Grande, ancora mezza vuota, era stupenda come sempre. Dentro faceva molto più caldo, e i ragazzi iniziarono ad asciugarsi con le bacchette. Si separarono nei vari tavoli, Jasmine e Aladdin salutandosi con un bacio, e aspettarono che si riempissero, guardando i piatti vuoti e i bicchieri dorati. Videro Miles e Pucey entrare a braccetto, e Frannie diede una sonora gomitata a Margaret per farglieli notare. Lei socchiuse le labbra, sorpresa. Mag invece riconobbe il ragazzo Corvonero che aveva giocato con loro a pallavolo qualche mese prima e lo segnalò a Frannie. Sembrava tra quelli più zuppi, insieme a Ronald Weasley e al ragazzo Tassorosso. Pix doveva aver rovesciato un gavettone anche su di lui . La cosa fece ridacchiare le tre ragazze senza ritegno e sorridere un minimo persino Edmund.
-Spero che lo smistamento finisca in fretta. Ho fame.
Borbottò il ragazzo, giocando con coltello e forchetta. Non fece in tempo a finire la frase che le porte della Sala Grande si aprirono, e cadde il silenzio. La professoressa McGranitt guidò una lunga fila di ragazzini del primo anno fino all'altro capo del salone. Se i ragazzi ai tavoli erano bagnati, non era niente a confronto dei nuovi arrivati: sembrava che invece di arrivare in barca avessero attraversato il lago a nuoto. Tutti tremavano di freddo e nervosismo mentre sfilavano lungo il tavolo degli insegnanti e si fermavano davanti al resto della scuola - tutti tranne il più piccolo, un ragazzino coi capelli color topo, avvolto in quello che aveva tutta l'aria di essere il cappotto di pelliccia di talpa di Hagrid, il loro professore di cura delle creature magiche. Il cappotto era così grande per lui che sembrava avviluppato in un tendone nero e peloso: il suo faccino spuntava da sopra il collo, quasi dolorosamente eccitato. La professoressa McGranitt posò uno sgabello a quattro gambe davanti alla fila e vi sistemò sopra un cappello da mago estremamente vecchio, sporco e rattoppato. I ragazzini lo fissarono. Così tutti gli altri. Per un attimo calò il silenzio. Poi uno strappo vicino all'orlo si spalancò come una bocca e il cappello prese a cantare. Quasi nessuno dei ragazzi ai tavoli prestò attenzione, la maggior parte continuò a chiacchierare annoiata. Edmund sospirava ogni tre per due, Jasmine guardava verso il tavolo Grifondoro mantenendo col fidanzato un sognante contatto visivo, e Frannie e Margaret facevano speculazioni su quale ragazzo sarebbe stato smistato in quale casa. Solo quando il cappello disse "E per Serpeverde la pura ambizione contava assai più di ogni nobile azione." Frannie batté le mani insieme a Jasmine e qualcun altro della loro casa, e Edmund e Margaret si guardarono sorridendo e scuotendo la testa. Fred e George, dal loro tavolo, fischiarono con disapprovazione. Malfoy, Tiger e Goyle si voltarono a far loro dei gestacci. Lo smistamento iniziò. Dopo i soliti tifi da stadio e quelli che sembravano alcuni acquisti promettenti, con
-Wittby, Kevin. Tassorosso!
Tutto finì. Albus Silente, con gli occhi vispi e un delizioso abito verde, si alzò in piedi. Ragazzi, professori, fantasmi si zittirono.
-Ho solo una parola da dirvi...
-Oh, no...
Mormorarono Edmund e Frannie, che non vedevano l'ora di nutrirsi. Non avevano proprio voglia di sentire un discorso. Margaret alzò gli occhi al cielo.
-Abbuffatevi.
Udita la parola, ci fu un boato di approvazione e il cibo iniziò a materializzarsi sui tavoli. I ragazzi mangiarono quasi completamente in silenzio, avidamente. A pranzo avevano solo sgranocchiato qualche snack dalla signora del carrello. Quando anche i dolci furono demoliti, e le ultime briciole furono svanite dai piatti, lasciandoli lustri e puliti, Albus Silente si alzò di nuovo. Il chiacchiericcio che riempiva la Sala s'interruppe quasi all'istante.
-Dunque!
Esordì Silente, sorridendo a tutti quanti.
-Ora che siamo tutti sazi e dissetati, devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su alcuni avvisi. È mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quidditch quest'anno non avrà luogo.
A quelle parole, un coro di voci sconvolte echeggiò per la sala. Edmund e Margaret spalancarono gli occhi senza parlare. Il momento della verità era finalmente arrivato. Frannie ghignava soddisfatta, guardò Draco e gli fece l'occhiolino. Silente riprese
-Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via a breve e continuerà per tutto l'anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l'immenso piacere di annunciare che quest'anno a Hogwarts...
Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte della Sala Grande si spalancarono. Sulla soglia c'era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio. Un lampo improvviso lo illuminò: tutte le teste dei ragazzi si volsero di scatto a guardarlo. L'uomo abbassò il cappuccio, scosse una folta chioma di lunghi capelli brizzolati, poi prese ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti. Un sordo clunk echeggiò nella Sala un passo sì e uno no. Lo sconosciuto raggiunse l'estremità del tavolo, voltò a destra e zoppicò vistosamente verso Silente. Un altro lampo attraversò il soffitto.
Una luce cruda aveva illuminato il volto dell'uomo, un volto diverso da tutti quelli che i ragazzi, o la maggior parte di loro, avessero mai visto. Era come se fosse stato scolpito nel legno stagionato da qualcuno che avesse solo una vaga idea di come dovevano essere le facce umane, e non fosse molto abile con lo scalpello. Ma erano gli occhi la cosa peggiore. Uno era piccolo, scuro e lucente. L'altro era grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico. L'occhio blu si muoveva incessantemente, senza che mai calasse la palpebra, e roteava in su, in giù e da una parte all'altra, in totale autonomia rispetto all'occhio normale - e poi roteò indietro, verso l'interno della testa, così che ne rimase visibile solo il bianco. Lo straniero raggiunse Silente. Tese una mano e Silente la strinse, mormorando parole che non si riuscì a cogliere. Silente annuì e fece segno all'uomo di sedere nel posto vuoto alla sua destra. Lo straniero sedette e cominciò a mangiare. L'occhio normale era fisso sulle salsicce, ma quello blu sfrecciava ancora irrequieto tra le palpebre, abbracciando la Sala e gli studenti.
-Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure,
Disse allegro Silente, rompendo il silenzio,
-Il professor Moody.
Era consuetudine che i nuovi componenti del corpo insegnante venissero accolti con un applauso, ma nessuno, né fra i docenti né fra i ragazzi, batté le mani a parte Silente e Hagrid: il suono echeggiò lugubre nel silenzio, e ben presto smisero. Tutti gli altri sembravano troppo esterrefatti dalla bizzarra apparizione di Moody per riuscire a far altro che fissarlo.
-Come stavo dicendo
Disse, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui,
-Nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts.
La tensione che aveva riempito la Sala dall'arrivo di Moody si ruppe all'improvviso. Un mormorio eccitato attraversò le tavolate, Frannie esultò e Margaret le diede una gomitata. Jasmine sorrideva affascinata e Edmund mormorò
-Come aveva detto Peter...
La professoressa McGranitt tossicchiò sonoramente. Silente ridacchiò soddisfatto.
-Dov'ero rimasto? Ah, sì, il Torneo Tremaghi... be', alcuni di voi forse non sanno di che si tratta, quindi spero che quelli di voi che lo sanno mi perdoneranno questa breve spiegazione, e sono liberi di pensare a quello che vogliono.
Frannie e Draco, insieme a pochi altri, si stiracchiarono e si misero a giocherellare con le posate e a farsi boccacce tra loro. Gli occhi degli altri erano fissi su Silente. Margaret, con la coda dell'occhio, si accorse che gli occhi dei gemelli Weasley brillavano.
-Il Torneo Tremaghi fu indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per rappresentare ciascuna scuola, e i tre campioni gareggiarono in tre imprese magiche. Le scuole si alternavano nell'ospitare il Torneo ogni cinque anni, e tutti convennero che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e maghi di diverse nazionalità... almeno fino a quando il tributo di morti non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il Torneo.
A quelle parole molti studenti rabbrividirono. Quasi tutti i Grifondoro e i Serpeverde invece sembravano ancora più intrigati.
-Ci furono parecchi tentativi nel corso dei secoli di riportare in auge il Torneo, nessuno dei quali ebbe molto successo. Comunque, i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che i tempi sono maturi per un nuovo tentativo. Abbiamo lavorato molto nel corso dell'estate per far sì che questa volta nessun campione o nessuna campionessa si trovi in pericolo mortale. I Presidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno a breve con la loro squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfidanti avverrà alla fine di questo mese. Un giudice imparziale deciderà quali studenti saranno più degni di gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola e un premio personale in denaro pari a mille galeoni.
Anche i pochi che non stavano ascoltando furono fulminati da quelle parole.
-Mille galeoni? Non lo sapevo!
Esclamò Frannie notando che anche Tony aveva rizzato la testa come colpito da una scarica elettrica. Edmund alzò un sopracciglio interessato, cosa che a Margaret non piacque per niente. Jasmine non sembrava molto colpita .
-Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi i Presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d'età per gli sfidanti di quest'anno. Solo gli studenti dell'età giusta - cioè da diciassette anni in su - potranno proporsi per la selezione. Questa - Silente alzò un po' la voce, perché una rumorosa protesta si scatenò a quelle parole, e i gemelli Weasley all'improvviso divennero furibondi - è una misura che riteniamo necessaria, dal momento che le prove del Torneo saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le precauzioni che prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al di sotto del sesto e del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi assicurerò personalmente che nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale e lo induca a nominarlo campione di Hogwarts. Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni.
I gemelli Weasley protestarono a voce così alta da far voltare anche ragazzi di altri tavoli. Frannie corrugò la fronte.
-Che fregatura. E io che mi vedevo già investire mille galeoni nella mia casa al mare con Tony.
Borbottò Frannie. Silente continuò.
-Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno a momenti e resteranno con noi per la maggior parte dell'anno. So che tutti voi tratterete con la massima gentilezza i nostri ospiti stranieri durante il loro soggiorno, e darete il vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts quando verrà designato o designata. E ora...
La porta si socchiuse e il signor Gazza sgusciò nella Sala. La attraversò correndo col fiato e salì al tavolo degli insegnanti per sussurrare qualcosa all'orecchio del preside. Silente sorrise gioioso ed esclamò
-Oh, bene! Sono già qui!
Le porte della Sala Grande si spalancarono rumorosamente e un gruppo di una decina di ragazzi e ragazze fece il suo ingresso. In testa, un uomo alto e distinto con una barba ispida e due occhi penetranti avanzò nella navata centrale dritto verso il tavolo dei professori. Portava una pelliccia argentata e ben pettinata, mentre il gruppo di quelli che dovevano essere gli studenti dietro di lui aveva una spessa pelliccia bruna che li faceva sembrare tutti degli armadi.
-Igor, amico! Benvenuto!
Silente scese dalla sua postazione e abbracciò calorosamente l'uomo. Edmund lo guardò con sospetto, mordendosi il labbro. L'uomo non evocava alla sua mente pensieri troppo felici. Frannie e Margaret si scambiarono uno sguardo preoccupato.
-Ragazzi e ragazze, vi presento gli studenti dell'Istituto per gli studi magici di Durmstrang!
Ci fu un breve applauso, perlopiù dal tavolo Serpeverde, e anche Margaret assunse un'espressione contrita. La scuola era famosa per avere una particolare affezione verso le arti oscure. Frannie sembrava abbastanza tranquilla.
-So cosa stai pensando, Mag. Sono sicura che è una diceria, come per noi Serpeverde.
Disse, guardando i ragazzi che si dirigevano tutti verso il loro tavolo. Iniziavano a togliersi le pellicce, rivelando una divisa vermiglia. Mentre si avvicinavano, per la sala iniziò a diffondersi uno strano brusio. Edmund spalancò la bocca e sgranò gli occhi.
-Ma quello è Victor Krum!
Gridò una ragazza dal tavolo Corvonero. La maggior parte delle ragazze trattenevano a stento degli strilli adoranti. Victor, con le sopracciglia folte e il naso aquilino, non diede segno di aver colto l'eccitazione degli studenti.
-Permesso.
Borbottò, e Hans si spostò di lato, facendolo sedere accanto a lui cercando di non sembrare impressionato, anche se chiaramente lo era. Margaret alzò gli occhi al cielo pensando a quanto si sarebbe vantato con gli amici del fatto che Krum si era seduto proprio accanto a lui. Anche Edmund sembrò notarlo, infatti sbuffò. Jasmine fece posto invece a un altro ragazzo, sorridente, che si guardava intorno curioso. Salutò con un cenno cordiale Jasmine, Margaret, Edmund e Frannie, che risposero con un sorriso timido.
-'Ciorno.
Balbettò, cercando di essere naturale.
-Buonasera!
Rispose Frannie di buon umore. Non appena tutti gli studenti di Durmstrang si furono seduti e il loro preside ebbe preso posto accanto alla sedia di Silente, questo esclamò
-E ora, diamo il benvenuto agli studenti dell'Accademia di magia di Beauxbatons!
Le porte si aprirono per l'ennesima volta e un donnone persino più alto di Hagrid fece il suo ingresso trionfale, sorridendo entusiasta. Molti più studenti applaudirono rispetto all'entrata precedente, e alcuni studenti di Durmstrang sbuffarono per questo. Furono presto distratti però da una figura che camminava in mezzo alla sala. Mentre la donnona, che Silente salutò col nome di Maxime, riceveva un baciamano dal preside, gli studenti la seguivano per la navata centrale. Le divise erano di seta azzurra e svolazzanti, Margaret pensò che quei poveri ragazzi dovessero avere molto freddo. In mezzo a loro una studentessa spiccava per grazia ed eleganza. Si muoveva come se i suoi piedi non stessero toccando terra, volteggiava quasi con i capelli d'oro che accompagnavano i suoi movimenti come una cornice preziosa. Tutti i ragazzi e qualche ragazza, Jasmine notò che Alicia Spinnet aveva la bocca socchiusa e Margaret dovette pestare i piedi a Frannie e Edmund per non farli sembrare maleducati, erano girati verso di lei e la fissavano sconvolti.
-Quella è mezza veela, te lo dico io.
Mormorò Frannie stropicciandosi gli occhi dopo che Margaret le aveva dato una svegliata. Jasmine fece saettare gli occhi su Aladdin controllando che non la stesse fissando anche lui, e parve restare soddisfatta. Annuì e sorrise fiera. Gli studenti di Beauxbatons non sembravano entusiasti come il ragazzo vestito di rosso in mezzo a loro, anzi guardavano la Sala Grande con quella che sembrava un'aria un po' delusa.
-Che carino quello, guarda Mag!
Disse Frannie dandole una gomitata, indicando un ragazzo effettivamente bello che si sedeva al tavolo Corvonero.
-Sì, è carino.
Rispose lei a mezza bocca sbirciando Edmund, che invece ora aveva la testa tra le mani.
-Secondo te anche lui mi sta guardando?
Continuò sottovoce, ma l'amica già non la ascoltava più.
-Tutto ok Ed?
Chiese Margaret posandogli una mano sulla spalla. Lui annuì.
-Sono stanco. E... qualcosa non mi piace.
Borbottò. Le amiche si guardarono dubbiose, e poi guardarono il ragazzo di Durmstrang in mezzo a loro. Ne avrebbero parlato più tardi.
-Bella fostra scuola.
Esclamò il ragazzo accanto a Jasmine,
-Durmstrang non così crande. Bello il cielo.
Disse, indicando il soffitto.
-Oh, grazie. Neanche io sono inglese, sai!
Rispose la ragazza, stringendogli la mano.
-Io Dimitar.
-Jasmine!
Anche gli altri si presentarono, Edmund con un sorriso tirato. Silente riprese a parlare.
-Avete ancora qualche minuto per fare le presentazioni con i nuovi compagni, poi sarà meglio che andiate tutti a letto. Oggi è stata una lunga giornata di viaggio per tutti voi. Domani ci sarà tempo per le chiacchiere.
Dimitar annuì concentrato, cercando di capire le parole del preside.
-Domani colazione ci fediamo, sì?
Chiese ai ragazzi intorno a lui. Frannie annuì entusiasta.
-Certo! Siamo sempre qui!
-Io molto sonno. Tornare ora. Buona notte.
Il ragazzo sorrise e si alzò, allontanandosi con una ragazza sua compagna.
-Ma dove dormiranno?
Chiese Jasmine pensierosa. Edmund alzò le spalle.
-Penso sia meglio che anche noi andiamo a dormire.
Mormorò Mag a Frannie, indicando l'amico con lo sguardo. La ragazza annuì.
-Mi avvicino da Al.
Esclamò Jasmine, alzandosi in piedi,
-Ci vediamo in dormitorio stanotte, ragazze. Buona notte Ed.
-'Notte.
Margaret bevette un ultimo bicchiere di succo, poi propose
-Vi va una tazza di camomilla?
Il viso del ragazzo si illuminò un istante, cosa che venne notata dalle altre due. Frannie annuì vistosamente e i tre si alzarono e attraversarono la Sala. Furono tra i primi ad andarsene. Hans parlava ancora fittamente con Krum, che però non gli prestava troppa attenzione anzi guardava distrattamente verso il tavolo di Grifondoro. Margaret pensò che probabilmente lo stava consigliando su quali studenti frequentare o meno del castello e sperò che il campione di Quidditch non gli desse tanta retta. Frannie invece vide Tony parlare con un ragazzo e due ragazze di Beauxbatons, una di loro particolarmente carina. Sospirò sorridendo.
-Come mai sorridi? Non vuoi confondere anche loro?
Chiese Edmund con tono di scherno.
-Oh no, non funziona quella tecnica. Ora l'ho capito. E poi so di essere migliore di quelle lì. Non è carino quando fa amicizia?
L'amico alzò gli occhi al cielo. Non riusciva proprio a capire i criterio con cui Frannie distingueva gli amici dai potenziali pretendenti. Si avviarono velocemente verso i sotterranei, e quando entrarono in Sala Comune non c'era ancora nessuno. Margaret appellò il bollitore che precipitò sferragliando dal dormitorio nella sua mano, e tirate fuori le tazze, iniziò a far bollire l'acqua.
-Stai meglio ora Ed?
Chiese facendo finta di dare alla domanda poca importanza.
-Io? Ma se sto benissimo!
Le due alzarono un sopracciglio scettiche.
-Ho detto che sto benissimo!
Sbottò in modo aggressivo, incrociando le braccia. Margaret sgranò gli occhi delusa, Frannie sbuffò.
-Scusate. Sono stanco. Sto un po' meglio, sì.
Sospirò, mettendosi più comodo sul divanetto.
-Saranno quelli di Durmstrang, forse. Troppe arti oscure...
Mormorò Margaret, versando l'infuso nelle tazze con l'ausilio della bacchetta.
-È iniziato prima, però. Non mi sono accorto di quando perché ero già di malumore ma... sì, a un certo punto è peggiorato ... e quando sono entrati quelli di Durmstrang ancora di più.
-Non deve essere per forza magia oscura, magari hai solo le palle girate.
Commentò Frannie, dando una sorsata alla sua camomilla.
-Sì, beh, è ovvio.
Mugugnò lui.
-Vi è piaciuta la sorpresa?
Chiese Frannie sorridendo per cambiare argomento. Edmund sorrise.
-Sì! Deve essere bellissimo! Chissà che prove faranno!
Rispose, in effetti sembrava visibilmente sollevato rispetto alla cena.
-Però che bisogno c'era di togliere il Quidditch?
Borbottò Margaret, un po' truce.
Frannie alzò le spalle.
-Scommetto che ci divertiremo comunque da matti! Secondo voi chi si candida?
Margaret scosse la testa.
-Non di certo io.
-Tu non potresti neanche volendo Mag... e nemmeno io. Troppo giovane. Tu ti candidi Edmund? Hanno detto che la secelta sarà alla fine del mese, tu sarai maggiorenne allora!
Lui, colpito dalla domanda, si soffocò con la camomilla sputacchiandola tutta intorno. Margaret si trattenne dall'esclamare ad alta voce "MA CERTO CHE NO!" e lo guardò sconvolta. Per sua fortuna il ragazzo rispose
-Nah, non è roba per me quella.
Margaret sospirò impercettibilmente e Frannie corrugò la fronte.
-Quelli di Durmstrang e di Beauxbatons sono fortunati che io abbia solo sedici anni, altrimenti avrei vinto di sicuro. Non ci sarebbe neanche stato il tanto di presentarsi.
-Sai Frannie, a volte vorrei avere un quarto della tua autostima.
Ridacchiò Mag.
-Sì, è un bel toccasana a volte. Soprattutto se più che autostima è pura onestà e autoanalisi.
Edmund scoppiò a ridere e lei lo guardò con fastidio.
-Secondo voi chi verrà scelto per Hogwarts?
Chiese Margaret elettrizzata, e, ora che Edmund aveva detto che non si sarebbe proposto, onestamente curiosa.
-Se il torneo fosse stato l'anno scorso ti avrei detto sicuramente Esmeralda, ma ora...
Edmund tossì forte, e Frannie si interruppe.
-Scusa. Se il torneo fosse stato l'anno scorso avrebbero scelto sicuramente Peter.
-Non dire scemenze, Ed. Peter è un grande, ma Esmeralda...
-La sopravvaluti solo perché ti piace!
-No caro, a me piace perché la valuto correttamente. Confondi l'effetto con la causa.
Prima che il clima si scaldasse ulteriormente Margaret intervenne
-Secondo me sarà Philip il campione di Hogwarts.
Edmund strabuzzò gli occhi come se gli avessero rovesciato una pentola di acqua ghiacciata in testa.
-Sì, sì è probabile in effetti.
Disse Frannie pensandoci su.
-Che... che ne dite di Roger Davies?
Balbettò Edmund per spostare l'attenzione su qualcuno che non fosse la cotta storica di Mag.
-Nah, lui se la tira e basta.
Rispose Frannie alzando le spalle, poi aggiunse
-Spero che di Beauxbatons sia o lo gnocco che ho adocchiato o la veela. Almeno me li posso guardare per bene.
-Sei disgustosa, Frannie.
Disse Edmund scuotendo la testa. Lei sorrise fiera.
-Avete visto il nuovo professore di difesa, invece? Malocchio Moody! Uno degli auror più famosi della prima guerra magica!
Sussurrò Margaret impressionata.
-E tu come diavolo lo sai?
Chiese Edmund alzando un sopracciglio.
-Io leggo.
Rispose lei agitando i capelli.
-Sì, lavora ancora al ministero... mia madre dice che è un po' tocco. A vederlo non stento a crederci.
Commentò Frannie a denti stretti.
-Non è una cosa carina da dire.
La sgridò Margaret.
-Non sarà carina ma è vera.
Mormorò lei.
-Spero sia uno a posto.
Esclamò Edmund, sospirando.
-Anch'io... non ho proprio voglia di grane quest'anno.
Concluse Margaret abbandonandosi sul divanetto. Rimasero ancora qualche minuto a commentare i fatti del giorno, ma presto anche altri studenti cominciarono a tornare dalla Sala Grande, e i tre decisero di sbaraccare. Con un tergeo Margaret ripulì il tavolino e ripose le tazzine nel bollitore esteso. Daphne e Astoria Greengrass si sedettero sul gradino del caminetto e Frannie arricciò il naso, infastidita.
-Almeno non iniziamo le lezioni sino a lunedì!
Disse sospirando.
-Sì, un po' di meritato riposo!
Rispose Edmund alzandosi e stiracchiandosi la schiena.
-Certo, avete proprio bisogno di riposo! Avete lavorato tanto le scorse settimane...
Borbottò sarcastica Margaret.
-Ci vuole un grande impegno per essere noi, Mag. Essere favolosi è una tal fatica!
Rispose Frannie, come se fosse la motivazione più naturale del mondo. Edmund non poté che essere d'accordo. Si salutarono e il ragazzo si avviò verso il suo dormitorio. Sospirando Margaret fece strada verso quello femminile. Arcobaleno pigolava sul cuscino di Frannie saltellando, cosa che fece sorridere le due ragazze. Margaret sistemò sul davanzale della finestra sul lago la sua piantina, regalo di Aurora, e Frannie posò la sua conchiglia sul comodino.
-Oh.
Esclamò Margaret in tono mesto, frugando nel baule per mettere a posto.
-Cosa c'è?
-Ho portato l'omniocolo che mi ha preso Jas alla coppa... pensavo di usarlo per il Quidditch ma ora...
"Per Edmund. Dì la verità, Margaret. Hai portato l'omniocolo per guardare Edmund giocare a Quidditch."
-Onestamente non capisco il problema, Mag. Non andrà sprecato, c'è il Torneo Tremaghi, no? Sono sicura che avrai occasione di usarlo.
-Sì, hai ragione.
Mormorò, ma quell'obiezione aveva solo confermato i suoi dubbi fondati. Perché essere dispiaciuta di non poter guardare il Quidditch quando la scuola ospitava il Torneo Tremaghi? Certo, a lei il Quidditch piaceva molto, ma il torneo era considerato molto più importante e appassionante. L'unica differenza oggettiva era che mentre Edmund aveva sempre giocato a Quidditch non avrebbe certo partecipato al torneo.
"E meno male."
Pensò, rabbrividendo solo all'idea.
-Sai, penso che scriverò al professor Lupin.
Mormorò Frannie, infilandosi il pigiama.
-Al professor Lupin? Perché?
-Non lo so. Per dirgli che ci manca, immagino. E che il nostro professore è pazzo.
-Concedigli almeno una lezione, Fran. Potrebbe essere meglio di quello che ti aspetti.
-Sì, o peggio.
Rispose la ragazza. Frannie sospirò e poi continuò
-Secondo te è patetico? Tu vuoi fare l'insegnante. Lo troveresti patetico?
-No... credo di no. Penso mi farebbe piacere.
-Grazie Mag.
-Figurati.
Frannie si infilò a letto dopo aver posato Arcobaleno in un cassetto socchiuso a dormire. Margaret continuò a sistemare ancora un po', ma quando Jasmine e Miles arrivarono in stanza si era già messa a letto che fingeva di dormire. Il suo ultimo pensiero lo rivolse all'omniocolo e a quanto sarebbe stato bello usarlo.

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