Le maledizioni senza perdono

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Mentre Frannie trascinava Edmund a osservare la nave di Durmstrang più da vicino, Mag avanzò con sguardo cadaverico verso l’ufficio di Piton. Deglutì e bussò.
“Chi è?” chiese il professore da dietro la porta. A Mag sembrò che la voce di Piton fosse più irosa del solito, ma forse era solo la sua paura ad amplificare le sensazioni negative.
“Rosander, signore. Se ha un minuto avrei bisogno di parlarle” rispose lei.
“Avanti” disse lui. La porta si aprì con la magia.
“Che brutta idea, che brutta idea, che brutta idea” continuò a pensare mentre raggiungeva la scrivania del professore.
“C’è qualche problema?” chiese Piton sollevando gli occhi da una rivista intitolata I Pozionisti.
“No, volevo solo chiederle una cosa a nome mio e di altri ragazzi della nostra Casa” disse Mag facendosi coraggio.
“Ti ascolto, Rosander” disse lui con fare annoiato.
“Ecco, lunedì sarà il compleanno di Edmund Pevensie, e ci chiedevamo se fosse possibile organizzargli una… festa… In qualche aula vuota. Sempre che lei ci dia il permesso e che ci sia un’aula…” disse tormentandosi le mani per la tensione.
“È il compleanno di Pevensie?” chiese lui squadrandola con la sua solita aria severa.
“…Sì…” rispose lei senza sapere che altro aggiungere, poi le venne in mente “…Compie diciassette anni”
“Una tappa importante” disse il professore in tono piatto. A Mag sembrò che si stesse prendendo gioco di lei.
“Infatti” disse con un filo di voce “…Ma se non possiamo saltare la cena organizziamo in Sala Comune…”
“Al terzo piano” iniziò Piton riprendendo in mano la rivista “C’è un’aula sufficientemente grande che non viene mai usata a causa della lombaggine della professoressa Babbling. Potete usare quella”
“Oh” disse Mag, che era già pronta a sparire dallo studio del professore e cambiare nome e Casa e scuola “Bene”.
“Quanto alla cena, non c’è problema, avrai notato che la Sala Grande è sovraffollata, Rosander” continuò Piton “Stateci fino all’orario del coprifuoco, non oltre”
“Certo, lo terremo presente” disse Mag solennemente. Si sarebbe assunta la responsabilità di cacciare tutti via prima delle undici.
“Puoi andare. I miei auguri a Pevensie” disse Piton senza degnarla di uno sguardo. Mag lo guardò stranita per un attimo ma poi capì che era il momento di filarsela.
Uscì dalla stanza e fece un sospiro di sollievo. Frannie e Edmund avrebbero dovuto ringraziarla con un bel regalo per quello che aveva appena fatto.
Percorse a passo leggero la distanza che la separava dall’uscita dal castello e corse quasi saltellando verso il Lago Nero, dove Frannie e Edmund probabilmente l’aspettavano.
I due erano arrivati da poco e si stavano scambiando le loro impressioni sul perché Mag avesse deciso di non seguirli nella loro passeggiata.
“Ossessionata come è dalle navi mi sembra strano che abbia deciso di non venire con noi” disse Edmund cercando di non sembrare troppo interessato.
“L’hai sentita, ha detto che finiva il capitolo del libro e poi forse ci avrebbe raggiunti!” disse Frannie alzando gli occhi al cielo.
“Puoi anche dirmelo se è andata a cercare il ragazzo di Beauxbatons di cui parlavate ieri, non è un problema” disse lui fingendosi indifferente.
Frannie non riuscì a reprimere una risata.
“Onestamente, credi che Mag lo farebbe? La conosci poco, amico, mio!” disse con l’aria di una che la sa lunga, cercando di non ridere di nuovo.
Mag era totalmente diversa da lei, non avrebbe mai seguito un ragazzo per provarci, men che meno avrebbe mai fatto il primo passo.
“E comunque sì che sarebbe un problema per te – sì lo so, non ne vuoi parlare” si affrettò a dire subito facendosi un’altra risata ai danni dell’amico.
“Sei davvero insopportabile” borbottò lui.
“Non è vero, e lo sai” disse Frannie prendendolo sotto braccio “E comunque non hai ancora fatto la lista degli invitati per sabato prossimo”
Era meglio cambiare argomento. Prima o poi si sarebbe deciso a parlarle dei suoi drammi amorosi. Edmund era completamente perso dietro a Mag, faceva poco o nulla per nasconderlo ma non tollerava che qualcuno lo punzecchiasse a riguardo. Però a Frannie, e a sua insaputa anche ai fratelli, divertiva prenderlo in giro a riguardo, ogni tanto.
Mag li raggiunse dieci minuti dopo con un sorriso smagliante.
“Wow, è quella la nave? Dite che ci fanno fare un giro sopra se chiediamo?” disse senza neanche annunciare il suo arrivo.
“Dobbiamo ingraziarci Viktor Krum” disse Frannie ridendo “o qualcuno dei suoi amici, tipo Dimitar”.
“Dannazione, spero di riuscire a scambiare due parole con Krum, prima della fine del Torneo!” disse Edmund.
“Anche io” sospirò Mag.
Tornarono insieme al Castello. Mag fece capire a Frannie che la missione era stata portata a termine con successo.
Fortunatamente, appena entrate in Sala Grande, trovarono una Susan piuttosto agguerrita che riempì Edmund di domande sul perché non le avesse riferito quali corsi avrebbe seguito quell’anno. Mag e Frannie ne approfittarono per sgattaiolare al terzo piano per vedere la stanza che avrebbero usato per la festa di Edmund.
“Deve essere questa” disse Mag facendo strada all’amica. Era un’aula piuttosto isolata, i banchi erano impolverati e su una lavagna era stata scritta una parolaccia di quelle che avrebbero fatto arricciare le labbra alla McGranitt. Probabilmente era opera di Pix, chissà di quanti anni prima.
“Beh, direi che qui ci scriviamo ‘Auguri Edmund’” disse Mag guardando la lavagna.
“Domani dobbiamo venire a pulire” disse Frannie “Edmund sarà da tenere a bada, ma se chiediamo ai gemelli di darci una mano possiamo farcela”
“Giusto! Poi potremmo dirgli che Lucy lo cerca urgentemente e farlo vagare per il castello alla sua ricerca. Non si placherà finché non l’avrà trovata” disse Mag sogghignando, anche se le dispiaceva l’idea di far stare in pensiero Edmund.
“A proposito, notizie di Peter?” chiese Mag.
“Ancora niente” sospirò Frannie “Però sono sicura che arriverà una risposta”
Si divisero i compiti per i due giorni successivi. Frannie avrebbe cercato tutti gli invitati e li avrebbe avvertiti della festa a sorpresa e si sarebbe occupata degli alcolici per fare il brindisi, Mag invece avrebbe pensato al cibo, alla torta, agli addobbi e al biglietto da parte sua e di Frannie. Il regalo glielo aveva comprato Frannie a Diagon Alley quell’estate.
L’indomani andò tutto liscio. Al mattino Edmund fu placcato dai gemelli Weasley che gli mostrarono le Crostatine Canarine e alcune merendine marinare di loro invenzione. Edmund fortunatamente fu molto interessato a tutto, anche se si pentì di aver provato i Pasticcetti Svenevoli.
Intanto Mag, Frannie e straordinariamente Lucy si erano date da fare per pulire da cima a fondo la stanza. Nel pomeriggio, dopo pranzo, Frannie accorse in Sala Comune mentre Mag e Edmund giocavano distrattamente (ma segretamente beati della presenza dell’altro) con Jaime, e avvertì il ragazzo che Lucy lo cercava.
“Ti ha detto perché?” chiese lui balzando in piedi, allarmato.
“No, ha detto solo di raggiungerla il prima possibile” disse Frannie.
“E dov’è?”
“Boh, forse stava andando in cortile” disse la ragazza con un’alzata di spalle.
Mag fece di tutto per non ridere. Non era brava a mantenersi seria in quelle occasioni, ragion per cui sarebbe stata Frannie a trascinare Edmund alla sua festa, l’indomani. Fortunatamente il ragazzo non se ne accorse e uscì dalla Sala Comune di corsa.
“Speriamo di non incontrarlo” disse Mag alzandosi in piedi.
“Altrimenti gli diciamo che stiamo cercando il ragazzo francese” rispose Frannie con naturalezza “Non vorrà venirci dietro”
“Quello che a te piace, certo” disse Mag ridendo.
Insieme andarono verso l’aula portando i festoni ben nascosti nella cartella di Mag. Furono felici di trovare anche Laets, che era arrivata per dar loro una mano.
“Qualche notizia di Peter?” chiese Laets speranzosa.
“Ancora niente” disse Frannie.
Quando uscirono dalla sala erano decisamente soddisfatte. Avevano appeso dei festoni verde e argento sul muro, Mag aveva cancellato la parolaccia sulla lavagna e con dei gessetti colorati aveva scritto in bella grafia “Tanti auguri, Edmund!”; con un po’ di fatica erano riuscite a trasfigurare le sedie in divanetti. Lo stereo gentilmente prestato da Lee Jordan era pronto per essere utilizzato, fortunatamente c’era un caminetto, come nella maggior parte delle aule di Hogwarts. La sala non era troppo grande, perciò aveva un aspetto intimo.
“Speriamo che sia felice” disse Mag mentre tornava in Sala Comune con Frannie. Quando arrivarono trovarono Dante appollaiato sul camino e Edmund e Zabini che si sfidavano a scacchi.
“Vedo che non sei migliorato molto, Zabini” disse Frannie avvicinandosi e stringendo il la pergamena presa dalla zampa di Dante.
“Dove diavolo eravate finite?!” chiese Edmund distraendosi per un attimo dalla partita “E comunque Dante ha dei seri problemi. Ho cercato di prendere il biglietto che portava ma mi ha quasi staccato un dito”
“In giro” disse Mag guardandosi intorno “ho incontrato Aurora e ci siamo prese un tè con Frannie, vero?”
“Sì, infatti” disse Frannie in fretta “E comunque ho addestrato bene Dante, a quanto pare” 
“…Pennuto malefico” disse lui sbuffando; mosse pigramente una pedina.
“Alla fine Lucy era nella sua Sala Comune, ho girato il castello in lungo e in largo solo per sentirmi dire che ha comprato dei biscottini per Silver” aggiunse sbuffando.
“Poteva inventarsi una scusa migliore” pensò Frannie.
“Beh, si vede che per lei era importante” disse Mag facendo una risata nervosa.
Edmund fece scacco matto a Zabini, che si alzò indispettito e se ne andò, seguito da Draco che lo prendeva in giro.
“Senti, non è che potresti sfidare anche Draco, un giorno o l’altro?” chiese Mag guardando con aria truce il ragazzo.
“Potrei anche farlo” disse Edmund con un’alzata di spalle.
“Magari dopo il compleanno, altrimenti se perde è capace di non farti il regalo” disse Frannie alzando gli occhi al cielo. Odiava quando Edmund passava dalla parte di Mag per Draco.
Andarono a cena. Mag non stava più nella pelle per il giorno dopo, non vedeva l’ora di fare gli auguri a Edmund e di iniziare a tutti gli effetti l’anno scolastico. Anche Frannie era piuttosto esaltata, più che altro per la festa di Edmund. Era il primo del gruppo a diventare maggiorenne, meritava una festa in grande.
Dopo cena tornarono in Sala Comune e chiacchierarono un po’, poi, dopo che Mag ebbe sbadigliato quattro volte di seguito, decisero di andare a dormire. Mag avrebbe avuto lezione subito, mentre Frannie, Edmund e Jasmine potevano dormire un po’ di più. Ovviamente Edmund si sarebbe ugualmente svegliato prima delle tre ragazze, come al solito. A tal proposito Mag avanzò una proposta che fu bocciata in tronco da Jasmine. Frannie fu difficile da convincere ma dopo una lunga discussione disse che per lei andava bene.
“Dai, sarebbe strano se andassi solo io” disse Mag arrossendo. 
“Il solo fatto che tu l’abbia pensato è strano” buttò lì Frannie con un sorriso malizioso “E comunque non ti preoccupare, lo faccio per Edmund”
“Non essere sciocca, è un mio amico e voglio farlo felice per un giorno, stop, dov’è la parte strana?”
Frannie alzò gli occhi al cielo, indecisa se spiegarle dettagliatamente la situazione o no, ma decise di tacere.

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