Capitolo. XXXXVII Richiesta difficile. .

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Dopo le parole del Signor Balim rimasi sconvolto senza dire niente, per la prima volta un brivido mi percorse la schiena. Jennifer teneva la mia mano stretta, era come sei quasi volesse piangere ma non lo fece e mi abbracció solamente. Ora capivo tutto, camminavamo senza sapere nulla in una città fantasma, ora capivo anche che quelli che ci avevano ospitato in hotel non erano persone normali, erano uomini mascherati. Già stavano osservando i nostri movimenti, i nostri punti deboli e le nostre paure più grandi. Era tutto programmato, già sapevano il nostro arrivo e dove andavamo. Come sapeva il signor Balim di tutto questo? Forse nascondeva qualcosa, qualche frammento del passato o forse era solamente una mia ipotesi personale. II vecchio anziano stava cucinando qualcosa, dal profumo sembrava qualcosa di buono. Forse era l'unica persona che in questo luogo cucinava e consumava pasti ogni giorno, pero un dubbio mi era venuto. Il Signor Balim aveva servito i piatti sulla tavola e ci invitó a sederci a tavola. Almeno non era un piatto di carne umana cucinata, era pasta al sugo, finalmente potevo mettere qualcosa sotto i denti. Il Signor Balim parlava con Jennifer, gli diceva che era bella quanto sua figlia e poi l'anziano abbassò gli occhi tristi.

Signor Balim: Assomigli tanto a mia figlia.

Jennifer: Ma ora dov'è?

Signor Balim: Lei è morta in questo posto.

Jennifer rimase sotto shock, si toccò il cuore dal dolore e il vecchio parlava ancora del posto, delle probabilità di uscire e delle percentuali di sopravvivenza.

Jason: Basta Balim!!

Signor Balim: Credi ancora alla speranza, non c'è speranza qui. Sei come un ebreo incatenato, muorirai anche tu.

Jason: Allora non mi conosci.

Dopo questo battibecco il Signor Balim si alzò dalla tavola e andò nel soggiorno a pensare e a calmare i suoi nervi. Presi dalla mano a Jennifer e insieme ci sedemmo sul letto della mia stanza. Intanto si sentivano grida dallo strazio e dal dolore, grida terrificanti che facevano gelare il cuore. Jennifer piangeva, ricordava ancora i nostri compagni persi, la nostra vita appesa a un filo e l'impossibilità di uscire credendo alla parole del vecchio.

Jason: Jenny, ti prometto che usciremo di qui a ogni costo.

Jennifer: E se non c'è la faremo?

Jason: No c'è la faremo, ti farò uscire da qui a ogni costo.

Gli accarezzavo le sue guance fredde e bagnate dalle lacrime, poi con calma l'appoggiai nel letto e si addormentó come una bambina. Non dormiva da giorni e manco io, chi era il pazzo che dormiva in un posto come questo. Dal salotto mi chiamó il Signor Balim. Andai in salotto e aveva il fucile a pompa nella mani che cantava una canzone, una ninna nanna a sua figlia che ormai era solamente nei suoi pensieri. Aveva le lacrime agli occhi e cadevano come pioggia bagnando il fucile.

Signor Balim: Questa canzone l'ha cantavo sempre a mia figlia. Jason prendi questo fucile.

Senza dire una parola presi il fucile appoggiato sulle sue gambe e poi ancora una volta pianse ma subito si asciugó le lacrime. Era come se mi voleva dire qualcosa ma non aveva il coraggio di farlo.

Jason: Mi devi dire qualcosa?

Signor Balim: Si Jason

Jason: Cosa?

Signor Balim: Io ho lavorato in questo campo. Ero uno scienziato. Lavoravo per Mrs Phoeman e suo marito, il suo nome è Roland Phoeman. Lui controlla tutto questo. Io ho lavorato alla creazione di questi esseri mostruosi, ho creato insieme ad altri e lui il Grande Gioco, Il Campo dei Morti. Io ero il capo scienziato di questa operazione. Per colpa mia è morta mia figlia e i tuoi amici.

Non sapevo che dire, davanti a me c'era un' assassino, uno dei creatori di tutto questo, il creatore del gioco assassino. Una rabbia immensa mi salì nel cuore, e avevo dato un pugno al tavolo molto forte.

Jason: Quindi tu sei uno dei creatori di questa puttanata? Cazzo, sei un bastardo maledetto.

Signor Balim: Ti ho dato questo fucile per farla finita. Uccidimi, ti prego.

Jason: Ora capisco perché sapevi di tutto quello che succedava qui. Poveri bambini, poveri uomini, povere donne che hanno dovuto subire i tuoi esperimenti di merda!. Si lo farò volentieri bastardo!

Signor Balim: Bravo ragazzo.

Gli avevo puntato il fucile in testa, il vecchio chiuse gli occhi aspettando la sua ora, ma però non c'è la facevo, non riuscivo a spingere il grilletto nonostante tutto l'odio che provavo per questo che mostro.

Signor Balim: Uccidimi Jason.

Jason: Non posso ucciderti. Non c'è la faccio.

Signor Balim: Ah si, pensa se in questo posto moriva Jenny per mano mia, cosa facevi?

Jason: Non nominare Jennifer.

Signor Balim: Pensa se la tua ragazza moriva squartata da una delle mie creazioni. Disse ridendo.

Jason: Bastardo, muorii!

Spinsi il grilletto del fucile e il proiettile andò dritto in testa al Signor Balim sfracellandogli la testa. L'ho sparai ancora gridando "Bastardo" ma tutto a un tratto mi fermò Jennifer piangendo, aveva sentito tutta la conversazione tra me e il Signor Balim. Ormai il cadavere del vecchio era immerso in una pozza di sangue piano di buchi e con la testa sfracellata.

Jennifer: Tu non sei così Jason!!

Jason: Scusa Jenny, non capivo più niente. Dissi iniziando a piangere.

Jennifer: Ormai è finita.Shh.

Jason: Io ti amo, nessuna ti toccherà un capello. Nessuno.

Così Jennifer mi aiutó ad alzarmi e ora dovevamo di nuovo andare fuori a cercare la via d'uscita tanto sognata e desiderata.

Il campo dei morti (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora