Capitolo.XIII Il ritrovamento

588 16 0
                                    

Pov Jason

Solo l'arma che avevo in mano mi dava sicurezza, Kennedy sembrava molto nervoso e preoccupato allo stesso tempo. Le voci misteriose sembravano non placarsi mai e si facevano sempre più forti a ogni nostro passo. L'aria fredda si mescolava con la puzza di morti e sangue, ma tutto a un tratto sentimmo una voce provenire tra quelle piccole baracche. La voce di questa donna sembrava riconoscerla, era la voce di Jennifer ed era in pericolo. I piccoli passi furtivi si trasformarono in una corsa contro il tempo. Già all'orizzonte si vedeva il boia con il suo temibile machete che inseguiva Jennifer senza  tregua e senza stancarsi mai. Insieme a lei, c'era un cane, mai visto prima d'ora che ringhiava spaventato al boia di Auschwitz.

Jason: Jennifer, scappa verso di me.

jennifer: Attento Jason, dietro di te c'è uno strano uomo!!

Kennedy: Oh, cazzo.

Dietro di me c'era un uomo con un martello da fabbro, senza capelli, e con gli occhi rossi come il sangue. Indossava un vestito bianco con le strisce nere bagnato di sangue, sporco e strappato.

Uomo strano: Le persone che ami non si possono salvare, alla fine moriranno davanti ai tuoi occhi e tu non potrai fare niente. Alla mia famiglia è successo proprio questo.

Jason: Allora non mi conosci.

Uomo strano: Ora voglio vendetta. Vendetta, sacrificio, sangue.

L'uomo mi attaccó con una furia sfrenata, ma per fortuna Kennedy lo sparó in testa. Altri strani uomini venirono verso di noi cantando sempre "Vendetta, Vendetta", ma non ci feci caso e andai a salvare Jennifer. Mi ero accorto che Jennifer era zoppa, correva molto piano e il boia la stava raggiungendo, ma tutto a un tratto cadde a terra inciampando su una roccia. Il cane si era messo davanti e ringhiava e il boia alzó il machete in cielo e con un colpo lo ferí all'addome facendogli perdere molto sangue. Il povero animale piangeva dal dolore e non poteva fare piú niente per salvare a Jennifer.

Jennifer: Leonard!! Ti prego Jason aiutami.

Il boia era pronto a ucciderla, ma con la mia pistola spinsi il grilletto e il proiettile lí trapassó la spalla. Era come se non sentisse dolore, infatti si era girato verso di me con cattive intenzioni.

Kennedy: Prendi la ragazza e scappa Jason!!.

Jason:.E tu ?

Kennedy: Io me la caveró, non ti preoccupare.

Corsi contro il boia, ma mi aveva colpito con la sua machete. Perdevo sangue, il paesaggio fatto di gaia e ciottoli si era dipinto di rosso, ma ne era valsa la pena perchè finalmente ero accanto a Jennifer. Presi il pitbull sulle mie spalle che era ferito come a me e la mano di Jennifer portandoli lontano da qui. Kennedy mi lanció mentre correvo un antidolorifico e poi attiró l'attenzione sia del boia e sia degli strani uomini. Tutti andarono verso di lui, Kennedy si tolse il giubbotto. Era pieno di esplosivi come un kamikaze e con un colpo di pistola creó una grande esplosione spazzando via tutti e facendo volare arti a destra e a sinistra. Del povero Kennedy e del Boia di Auschwitz non era rimasto piú niente, soltanto polvere.

Il campo dei morti (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora