Capitolo.XIX Il complesso di Monowitz

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Finalmente eravamo arrivati al grande complesso di Monowitz. Come nel campo di Auschwitz, anche in questo complesso regnava il silenzio. Si sentivano solamente voci di fantasmi nell'aria però diverse da quelle di Auschwitz. Le voci non erano sofferenti ma sospiravano di fatica e stanchezza, era tutto molto diverso. I marine camminavano sempre con le loro armi e si guardavano a destra e a sinistra. Come tutti sapevano secondo me quelle voci era quelle delle tremilacinquecento persona uccise per creare la multizionale Ig Farben. Era una grande multinazionale che produceva prodotti chimici e gomme. Qui i lavoratori lavoravano faticosamente senza nessun risposo e chi si fermava veniva ucciso senza pietà. Ron si era calmato un po dopo l'antidolorifico e non diceva una parola riguardo al complesso. Qui non c'erano dormitori e baracche, qui c'erano solamente industria e stanze con gli attrezzi da lavoro. Mentre camminavamo le voci si sentivano sempre più forti e dicevano "Sono stanco, basta vi prego". Era macabro tutto questo finché non sentimmo un'altra voce però non di un fantasma ma di un uomo che gridava dal dolore e dalla paura. Raggiungemmo il posto delle grida e c'era l'uomo a terra che stava venendo colpito da martelli da lavoro.

Uomo : Aiutatemi vi prego.

I marine presero le armi ma ormai era troppo tardi, uno dei mostri lo aveva colpito con il martello nella testa fratturandogliela.

Lavoratori: Noi siamo lavoratori, lavoriamo e lavoriamo senza tregua e senza cibo. Perché voi non lavorate?

Marine Madison: Perché ora vi mandiamo all'altro mondo.

Lavoratore: Cercano sempre la violenza gli stolti, e vabbè è la razza umana.

Si chiamavano i lavoratori quelli che infestavano il complesso di Monowitz ed erano più assetati di sangue rispetto agli altri. Erano vestiti con una tuta da operai, senza capelli e come tutti sempre con un numero preciso inciso sulla carne dell'avambraccio sinistro. I marine ci avevano da un'arma a me e a Tom e cominciammo a sparare a questi nuovi esseri. Però più ne uccidevamo e più aumentavano di numero. Era quasi impossibile sterminarli tutti. Cosi corremmo verso un rifugio sicuro inseguiti da circa 3500 operai, il numero della sterminazione del campo, ma c'e n'erano di più di 3500. Finalmente avevamo trovato rifugio e andammo correndo verso la grande multinazionale Ig Farben ed entrammo per rifugiarci.

Il campo dei morti (REVISIONE)Where stories live. Discover now