CAPITOLO 5: LA PRIMA COTTA

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Quella mattina il sole risplendeva in un cielo limpido ed Hope pensò che andare a scuola fosse veramente un'ingiustizia, ma sicuramente Nathalie non avrebbe permesso ai suoi figli di assentarsi per poter andare a bighellonare per la città. -Hope, vieni, è pronta la colazione!- disse sua madre, ma lei sembrava non averla ascoltata. Dopo un po' Nancy salì le scale e giunse al suo fianco. Si rese subito conto del suo sguardo perso sulla vastità di quelle acque, che sembravano luccicare e che si andavano quasi a confondere con il cielo limpido di quella giornata. Per Hope quella vista, era qualcosa di speciale, qualcosa che rare volte aveva visto e di cui non aveva memoria. -Sai, questo è lo stesso effetto che ha avuto su di me la prima volta che ho conosciuto Nathalie e da questa stessa finestra abbiamo ammirato lo spettacolo della città. Credo che però sia il momento di scendere e di andare a fare colazione: avrai tempo per ammirare tutto-. Nancy cercò di convincere Hope a seguirla, ma non fu facile separarla da quella finestra. -Allora, oggi quale progetti avete?- chiese Nathalie ai suoi figli, mentre Hope e Nancy erano quasi giunte alla tavola dove tutti stavano per consumare la colazione. -Beh, in realtà io non ho pensato a nulla!- risposero all'unisono le gemelle, mentre Caleb cercava di distogliere lo sguardo dagli occhi interrogativi della madre. Hope si rese conto del fatto che fosse un ragazzo riservato, oltre che timido e sapeva di provare un affetto particolare per lui. Solo dopo qualche secondo iniziò a riflettere su ciò che Nathalie aveva detto: lei aveva chiesto se i figli fossero intenzionati a fare qualche cosa. -Credo che la giornata sia così bella che potreste fare una splendida passeggiata e magari potreste far visitare meglio ad Hope la città- propose Nathalie e Caleb fece uno scatto con la testa per girarsi verso sua madre. Hope avvertì tutta la tensione di quel momento e le venne il dubbio che lui non volesse avere niente a che fare con lei, quasi la odiasse. In un secondo momento, per cercare di allontanare da sé questo pensiero, si concentrò per convincersi che lo aveva fatto perché non gli piaceva che nessuno, incluso sua madre, potesse organizzare la sua giornata. -Sì, credo sia una fantastica idea- aggiunse Nancy e proseguì -Hope aveva un grande desiderio di esplorare e sono certa che sarà molto più divertente farlo con dei ragazzi che conoscono la città e che possano darle delle spiegazioni più precise. Ovviamente sempre se non è un disturbo-. Paige e Julie furono entusiaste di quell'idea, mentre gli occhi di Caleb sembravano ancora sfidare la madre. Dopo un interminabile momento di silenzio, Caleb accettò di accompagnare le sue sorelle e Hope in quella visita per la città. Terminarono la colazione ed Hope corse a mettersi un vestito più carino e per non lasciare nulla al caso, chiese a sua madre di darle una mano per sistemarsi al meglio. Non appena sua madre arrivò, lei si accertò che nessuno potesse ascoltarle. Il suo sguardo divenne per un momento triste, dopodiché Hope pose una domanda a sua madre, che comprese all' istante il motivo di quell'espressione: -Mamma secondo te Caleb si comporta in questa maniera perché è il suo tipico atteggiamento? O c'è qualche altra ragione?-. Nancy accennò ad un sorriso, ma cercò di non farsi notare da sua figlia. -Non posso dirti con certezza se questo sia il suo tipico atteggiamento, ma puoi essere sicura che in te non c'è niente che non vada!-. Hope cercò di convincersi che sua madre avesse ragione e per lei l'unica cosa sensata era di scoprire di più su di lui. Nancy non riuscì a trattenersi dall'aggiungere -Però spesso i ragazzi diventano timidi se sono al fianco di una persona per cui avvertono un sentimento speciale-. Un lampo sembrò illuminare per un istante il suo sguardo, che divenne lucente come il sole. Ancora con l'emozione ben visibile in volto, scese quella breve rampa di scale e salutò i suoi genitori, oltre a Nathalie. Il giro per la città si rivelò tanto entusiasmante quanto aveva pensato e a mano a mano, Caleb sembrava riuscire a confidarsi sempre più. -Mi spiace se prima ho potuto dare l'impressione di non volervi accompagnare- disse, con lo sguardo basso, evitando il contatto diretto con i suoi occhi. -Credimi, tu non hai nulla a che fare con questo mio atteggiamento, ma mia madre... beh, diciamo semplicemente che abbiamo affrontato un discorso e lei sembra non averlo compreso molto bene. In realtà non vorrei sembrarti scortese, ma non accetto che altri facciano scelte al mio posto-. Hope comprendeva bene come si fosse sentito in quel momento: Caleb era quasi stato costretto ad accettare di accompagnarle, perché rifiutare sarebbe stato scortese nei loro riguardi. -Sai, non ho mai trascorso una mattinata così piacevole!- gli confessò, in quei pochi momenti in cui erano riusciti ad ottenere un po' di intimità. -Mi piacerebbe continuare, ma solo se tu sei disposto- aggiunse, quando li raggiunsero Julie e Paige. -Beh, io credo che sia giunto il momento di andare a casa. Comunque c'è ancora molto da vedere e visto che siamo in vacanza, non mancheranno certamente le occasioni- rispose Caleb. Hope, questa volta, comprese dal suo sguardo che l'unico motivo per cui volesse tornare a casa era il fatto di non essere soli: per la prima volta lo leggeva nei suoi occhi; lui provava lo stesso sentimento che lei aveva sentito scuotere il suo corpo dal primo momento che i loro sguardi si erano incrociati. Ritornarono a casa e gli occhi di Hope, erano bagnati da lacrime di gioia, tanto che Nancy iniziò a pensare ad un'altra ottima ragione per farsi conoscere agli umani per ciò che erano. Malcom, invece, sembrava preoccupato per ciò che questo avrebbe potuto comportare: in fondo la decisione alla quale stavano pensando non era alla loro portata, visto che l'intero consiglio dei guardiani doveva essere concorde. Questo non era l'unico aspetto a preoccuparlo: anche lui, come qualunque padre, pensava che Hope fosse troppo giovane per illudersi di sposare un ragazzo, per di più umano. Pensava che la cosa migliore fosse stroncare sul nascere quella relazione, ma non voleva far soffrire sia sua figlia che sua moglie e decise di attendere. Magari avrebbe compreso da sola di non potersi spingere oltre, oppure il ragazzo poteva rendersi conto della sua poca dimestichezza in simili rapporti e avrebbe lasciato andare. L'unica cosa che non poteva permettersi era deludere le aspettative delle due persone a lui più care e per il loro bene, avrebbe fatto il possibile per sostenere la causa di Nancy ed in fondo al suo cuore, lo faceva anche per il futuro di sua figlia e degli amici che si era fatto prima di scoprire la sua vera natura. 

LICANTROPO IGNARO 2: LA RINASCITA DELL'OSCURITA'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora