Chapter ninety-five

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Anche se non potrei, essendo un angelo, mi sono innamorato anche io. Ho provato per la prima volta un vero sentimento che è stato donato solo agli umani. è grazie ha quello che mi sono avvicinato a questa specie così strana e complicata. Per la prima volta ho capito realmente perché una persona, più o meno diversa da te, con solo la sua presenza può farti letteralmente impazzire. Il tuo modo di pensare, la tua concezione di vita e i tuoi bisogni cambiano radicalmente. Può sembrare una cosa orribile e invece è l’unico motivo per cui siete e siamo qui.

Non riuscirei a vivere un altro secondo senza la sua energia e la sua innocenza. Il suo amore è la cosa più bella che potesse capitarmi. Come avevo fatto a respingerla così tante volte? Con quale coraggio? Per fortuna la situazione è cambiata. Non sarei mai stato realmente felice senza di lei.

Tastando un po’, riuscii a percepire un oggetto abbastanza duro e stabile per sopportare il peso del mio corpo. O almeno lo speravo. Tenendo sempre gli occhi chiusi, lo afferrai con decisione e mossi lentamente le gambe, staccandole dal pavimento dove ormai si erano come appiccicate per il calore che ardeva in quella orrenda stanza.

Entrando nel corpo di Alice, mi ero sentito di nuovo vivo e libero. Era da giorni che non riuscivo più a muovermi. Quello era stato l’unico modo per farmi rivivere il mondo che non osservavo da ore interminabili. Poi non potevo scegliere corpo migliore. Per pochi minuti fui ancora accanto a lei e il fatto che si abbandonò con così tanto amore alla mia presenza, me la fece mancare ancora di più.

Lasciandomi sfuggire alcuni gemiti per l’incredibile sforzo, riuscii finalmente a mettermi seduto sul pavimento nero. La testa mi girava vorticosamente e il mio respiro diventava sempre più affannato. All’improvviso la maglietta bianca che indossavo stava diventando sempre più stretta. Non riuscivo più a resistere. Era troppo aderente. Allungando la mano, la strappai con tutta la forza che possedevo in quel momento. Fu sia un sollievo che un incubo.

Chinai la testa verso il torace e mi resi davvero conto di cosa mi avesse fatto quella strega. Intravidi una miriade di graffi mezzi aperti e incredibilmente lunghi. Alcuni di essi stavano già sanguinando. La mia pelle era ormai diventata completamente viola per colpa della formazioni di alcuni lividi, segno di una lotta contro qualcosa di troppo pericoloso. Ma tutto quello era la parte che mi preoccupò meno. Nell’anca destra, proprio sopra al fianco, un grosso buco profondo aveva scavato la mia pelle, per finire nelle mie profondità. Se guardavi bene, riuscivi perfino a notare alcuni organi vitali. Era orribile. Il sangue stava continuando a sgorgare da quel punto e non so se sarei riuscito a sopravvivere ancora per altre ore. Avevo urgentemente bisogno di aiuto.

All’improvviso la porta della stanza si spalancò di colpo, facendola sbattere contro una parete. Fece capolinea nella stanza un altro omone di Natalia, uguale a quelli che mi avevano precedentemente torturato. Mi richinai prima che potesse vedere che fossi sveglio. Il fatto che dovetti farlo velocemente, mi fece bruciare ancora di più la ferita. La voglia di gridare era davvero forte ed estenuante, ma mi morsi il labbro per non farlo succedere.

Era Veleno e Antidoto [h.s.]Where stories live. Discover now