Se solo ci fossi stato

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"Ma lui era uno di quelli, che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero, diventasse da un giorno all'altro, un po' più pesante."
- A. Baricco

"È notte fonda!"
"Lo so" rispose la figura ancora a gambe incrociate sul tetto, sotto la mia finestra.
Ero confusa, disorientata, non sapevo cosa dire per riempire l'opprimente imbarazzo creato dalla situazione. Percepivo solo l'assordante suono del mio cuore che pian piano tornava alla quiete.
Shawn Mendes, il mio migliore amico, nonché vicino di casa, era proprio davanti a me vestito di nero come a volersi nascondere tra le ombre.

Ci pensò lui a rendermi le cose più facili:
"Avevo la necessità di vederti" si passò una mano tra i morbidi capelli castani, frenetico, come se avesse preparato da tempo il discorso e che se ne fosse dimenticato all'ultimo.
"Eh certo, dopo due anni..."
Sussurrai, ma lui ignorò la mia affermazione e riprese con quello che mi parve uno sguardo preoccupato "le cose non vanno bene, vero?"
Sentii la rabbia divorarmi da dentro, come un cane famelico trattenuto a stento da una catena intorno al collo.
"se tu fossi stato qui lo sapresti, Shawn "
Pesai dura le parole e mi soffermai sul suo nome, ne assaporai il suono che da troppo tempo le mie labbra non pronunciavano.
Vidi il suo volto rabbuiarsi, quasi quanto il cielo notturno alle sue spalle, poi senza dire più nulla mi allungò la sua mano.
"Lascia che ti porti via da qui. Vieni via con me."
Sentii la mia faccia avvampare e la bocca aprirsi dalla sorpresa.
Dopo due anni eravamo come perfetti sconosciuti, quasi non ricordavo più il suo viso o la sua voce. Era cambiato: i capelli erano stati tagliati e tirati in su, le spalle si erano allargate e aveva tolto l'apparecchio. Chi avevo di fronte se non l'evoluzione di un ricordo?
"Sei impazzito?"
"Forse" rispose lui alzando le mani in segno di resa per poi riprendere "mi dispiace così tanto, Margot. Ti giuro che ho provato e riprovato a venirti a trovare. Non ti avrei mai lasciato da sola se tu non mi avessi espressamente mandato via."
"Io non l'ho fatto, Shawn, non ti ho mai mandato via" lo fermai brusca, aggrottando le sopracciglia.
Lui mi squadrò per qualche secondo prima di raccontare i fatti.
"Qualche giorno dopo essere stata dimessa dall'ospedale sono venuto a trovarti. Mi aprirono i tuoi genitori e mi diedero un tuo messaggio prima di richiudere la porta. Mi scrivesti di aver bisogno di riposo, che non volevi vedermi e che avresti superato la cosa da sola. Ci ho messo un po' a capire che quel messaggio non era tuo, precisamente fino a qualche ora fa."
Sentii le ginocchia deboli,il cuore pesante e in pezzi. Mi appoggiai sfinita al muro, con gli occhi umidi di lacrime.
Ero esausta di quella situazione, avevano ingannato entrambi pur di tenermi al sicuro. Una sicurezza fatta di menzogne e tranelli.
Shawn sussurrò ancora una volta un mi dispiace e io sollevai lo sguardo su di lui. Presi fiato e pronunciai le parole che mi avrebbero portato alla libertà o alla pena di morte.
"Verrò con te" dissi secca. Tirai su con il naso e mi sistemai i capelli. Non avevo bisogno di un principe azzurro per scappare da quella casa, non volevo essere la principessa da soccorrere. Avevo solo bisogno di ricordare a me stessa cosa mi facesse stare bene. E per quanto volessi bene ai miei genitori, i loro inganni mi ferivano e non avevo nessun altro se non quel principe azzurro sul tetto del primo piano.
"Quindi... a che ora passi a prendermi domani?" Chiesi per curiosità. Shawn rispose contenendo a fatica una risata.
"Domani? Ma hai visto come sono vestito? Partiamo adesso"
"Adesso? Ma è notte fonda! Vorrei dormire" risposi contrariata, non sapendo bene perché.
"Margot so benissimo che non dormi, il messaggio anonimo era mio"
Non mi soffermai a lungo sul come avesse trovare il mio indirizzo email ma sul fatto che guardasse la luce accesa in piena notte dalla mia finestra. Sperava di sorprendermi a fissare la sua?

"è sbagliato uscire in piena notte, Shawn. I miei mi chiuderebbero in clausura se lo scoprissero" risi nervosa scorgendo un velo di verità nella mia battuta.
"Tutto ciò che è fuori e dentro questa casa è sbagliato" ripresi pensando ad alta voce.
"a volte le cose o le scelte sbagliate si rivelano le più giuste" disse lui, assorto, rispondendo al mio disappunto.
Sollevai un sopracciglio "Quindi sono la tua scelta sbagliata?"
"No, sei la mia scelta giusta in una serie di cose sbagliate."

Salve, continuare a scrivere con tutte queste distrazioni si sta rivelando assai complicato, spero vi possa piacere

When the night comes|| Shawn Mendes Where stories live. Discover now