9. Guerre infinite e incazzature improponibili.

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Piccola premessa prima di iniziare a leggere. Mi dispiace davvero tanto di essere così poco presente e di non aggiornare nemmeno una volta al mese, e mi dispiace se i capitoli sono pieni di errori di distrazione. I capitoli che scrivo stanno sempre intorno alle 2000/2500 parole, e scrivo per puro divertimento quando non ho niente da fare, usando all'incirca un'ora/un'ora e mezza della mia giornata. Ho deciso però di prendere più seriamente il tutto e di cercare di aggiornare almeno una volta ogni due settimane. Vi chiedo ancora scusa.
Detto questo, buona lettura. <3





Quando rientrai al lavoro, trovai Kaminari comodamente seduto sulla mia scrivania con la bocca piena di cioccolatini e un sorriso ampio della serie non-me-la-racconti-giusta.

«Lo sai che quei cioccolatini sono lì per le emergenze?» Poggiai la cartellina e mi lasci cadere sulla poltrona, non vedendo l'ora di tornare a casa e mettermi il pigiama a fare zapping alla tv.

«Midoriya!» sobbalzò colto in flagrante. Posò l'ultimo cioccolatino che aveva in mano e iniziò a togliersi imbarazzato degli ipotetici fili da maglione rosso. «Ti stavo per chiamare. Dobbiamo metterci subito al lavoro per la nuova campagna della Sound&K, ordini di Nemuri. Per domani mattina vuole la bozza sul tavolo.»

«Per domani?»
«Così ha chiesto Bakugou. A proposito, come ti è sembrato il presidente della Sound&K?»

pensavo che il proprietario della casa discografica fossi un vecchio lardoso e pelato invece mi sono trovato davanti un dio a stelle e strisce che ho baciato, ubriaco, in un karaoke Barcellona. Quando l'ho visto lì seduto a quel tavolo cuore, stomaco e cervello sono finiti sti esanimi al tappeto.

Invece risposi: «Giovane.»
«Giovane?» Ripeté poco convinto.
«Sì, tu non pensavi fosse più vecchio?» Presi i post-it dello schermo del computer e iniziai a sistemarli in ordine alfabetico. Patetico.

«Giovane.» mi imitò ancora.
«Bene, ora mi guardi e mi dici cos'è successo in quella stanza qualche ora fa. E non mentire, perché appena ho detto "presidente" sei diventato paonazzo come il mio maglione.

Kaminari si alzò dalla scrivania e iniziò a picchettare un piede sulla moquette. Midoriya, sono stupido non cieco. C'era una tensione sessuale fra di voi che mi sono partiti gli ormoni.»

Sbuffai. «Va bene, è bello.»
«Solo bello? Midoriya, puoi fare di meglio.» Lasciai cadere le braccia sulla scrivania e ci nascosi la faccia. Mi sentivo un ammasso di nervi a fior di pelle.

«Okay. Sexy? Bello come un dio? Rasente la perfezione? Una bomba di testosterone vagante?» Annuì, demoralizzato.

Questa volta avevo sentito il tic tac e, per qualche strana ragione, volevo essere io a tenere in mano il telecomando per farle esplodere.

Mi raddrizzai sulla sedia e accesi il computer. «Allora, a chi presenteremo la bozza?»
«Non ne ho idea. I dirigenti della Sound&K sono già partiti, magari faremo una videoconferenza con qualcuno dei piani alti. Magari con il tuo bel presidente.»

Kaminari mi scoccò un'occhiata maliziosa. Guardava troppe soap-opera. Quando gli parlato di me e Todoroki, e di come era finita la nostra storia, si era presentato ogni giorno in ufficio con la speranza che ci fossero nuove puntate da raccontare.

«Non è il mio bel presidente.»
La sua bocca si piegò in una smorfia. «Per tutto l'incontro non ti ho staccato gli occhi di dosso e, quando tu ti sei avvicinato a me, mi avrebbe volentieri castrato.»

È un nostro cliente, molto influente importante per la Dreamsart. Fine della storia. Ci mettiamo al lavoro?»
«Convinto tu.»
Lavorammo per tre ore senza sosta e, poco dopo le sei mi sentii soddisfatto del lavoro che avevamo fatto.

out of my limits ✗ katsudekuDonde viven las historias. Descúbrelo ahora